Comincia un viaggio nella Salerno antica, la Castrum romana che ha fatto innamorare i longobardi. Dalle colonne alle secolari chiese, curiosità e aneddoti speciali raccontati da un uomo che conosce ogni particolare di Salerno città : Don Cesare. Il viaggio comincia nell’attuale via Masuccio Salernitano, un tempo via
Flavio Gioia dove sorgeva la chiesa di Santa Maria De Domno, detta anche
Santa Maria delle femmine. Di questa chiesa, ancora oggi, si può
scorgere nel vicolo uno storico campanile. Proseguendo si arriva in
largo Dogana Regia dove un tempo sorgeva la chiesa parrocchiale dei
Santi Apostoli eretta nel 1309. « Prima l’orologio dell’attuale
Palazzo Sant’Agostino non si trovava sulla torre ma al centro del
palazzo – racconta Don Cesare – prima era un convento e l’attuale chiesa
di Sant’Agostino era la chiesa del convento ma la facciata principale è
stata restaurata. Prima la chiesa era molto più lunga, dietro l’altare
c’è il coro dei monaci e per mettere il quadro della Madonna che viene
dal mare hanno tagliato la chiesa. Per questo motivo si può notare che
l’altezza della chiesa non corrisponde alla sua lunghezza. Dopo
Sant’Agostino comincia il “ghetto degli ebrei” – spiega Don Cesare –
sarebbe l’attuale via Giudaica, qui gli ebrei si erano specializzati in
cambia valuta e in vendita di mobili antichi, anche per questo la chiesa
di Santa Lucia si chiama chiesa di Santa Lucia in Giudaica. Era nata
proprio per convertire gli ebrei, però la facciata principale era
rivolta verso il mare, hanno cambiato tutto nell’ottocento. In via
Giudaica era pieno di piccole botteghe, era proprio il nucleo ebraico,
successivamente si passa per il vicolo di San Lucia e si arriva al
vicolo della Neve. Quest’ultimo vicolo si chiama così perché anticamente
non c’era frigorifero e ghiacciaia, si andava a prendere il ghiaccio
nelle montagne vicine e veniva portato qui nei sacchi. Nel vicolo della
Neve quindi si vendeva il ghiaccio e già si facevano le primi bibite che
oggi chiamano granite. Dopo si entra nel pieno centro storico dove
cominciava la corte reale – racconta Don Cesare – per questo motivo si
chiama piazza Antica Corte, poi si entra in via dei Mercanti, ma dietro
Antica Corte c’è la chiesa del Salvatore. E’ una chiesa dedicata ai
sarti e di fianco si possono notare tantissime colonne antiche, qui
trovarono un tesoro con tante monete di follaro. Salendo per via dei
Canali c’è l’ex Comune che era il convento di Sant’Antonio Abate. Vicino
al complesso di San Pietro a Corte c’è la chiesa di San Matteo piccolo,
prima era una parrocchia poi è stata acquistata dalla confraternita di
Santo Stefano. Sempre su via dei Canali, chiamata così perché i canali
d’acqua scendevano qui dal monte Bonadies, abbiamo la chiesa di Crispino
e Crispiniano del nono secolo, era chiamata la congrega dei ciabattini.
Di fronte abbiamo anche la chiesa delle vecchie affianco al convento, i
nobili richiudevano qui le donne che non si sposavano, fu anche una
casa per tante prostitute – racconta Don Cesare – le chiamano le
“pulzelle nobili e pericolanti”. Nel convento c’è anche una chiesa
“sotterranea”, probabilmente è la chiesa di San Massimo e si può vedere
un tratto dell’abside. Ogni palazzo nel centro storico ha le sue
colonne, nel pieno centro troviamo colonne longobarde molto semplici ed
uniche. In via Dogana vecchia, inoltre, c’era anche il teatro
salernitano “Pacini”, è una curiosità che pochi conoscono. Si esce poi
in largo Campo, dove c’è la fontana del primo discepolo di Vanvitelli,
poi ci sono i due palazzi “a dispetto”, chiamati così perché furono
eretti di fronte al palazzo Genovese per dispetto allo stesso barone
quando cambiò il governatore della città » . (1-continua)Marco Rarità