Nell’arco di pochi giorni la sua esperienza di ex parlamentare è diventata un modello da seguire nell’ambito del centro destra. Prima un reportage de Il Giornale poi un fondo de Il Giorno, per testimoniare che essere «un ex deputato può essere un’occasione da sfruttare per la propria famiglia ed il proprio lavoro, quando un lavoro, fuori dalla politico, ce l’hai». Pasquale Vessa, deputato del Pdl nella passata legislatura, coordinatore provinciale di Forza Italia dal 2006 al 2008, l’unico capace di portare Silvio Berlusconi a Salerno (marzo 2006, Teatro Augusteo), adesso è diventato un personaggio nazionale. «Ho avuto attestati di stima da tutt’Italia e non solo dal mio partito. Nelle interviste rilasciate al Giornale e poi al Giorno ho voluto semplicemente testimoniare che uscire dalla politica attiva non è sempre un dramma. Anzi: nel mio caso ho riscoperto la famiglia, me stesso ed il lavoro». Già, il lavoro e quel messaggio lanciato da Berlusconi: riportare in politica gli imprenditori, rilanciare Forza Italia e lo spirito del 1994. «La mia preoccupazione è che non esista la spinta propulsiva del ’94, anche perchè in 20 anni di Governo il centro destra non è riuscito a concretizzare i progetti di riforma dello Stato. Berlusconi, però, continua a catalizzare il voto degli italiani, è lui la vera rivoluzione». Cosa vuol dire, si spieghi meglio. «Il voto a Forza Italia prima ed al Pdl poi è stato ancorato alla figura del Cavaliere. La classe dirigente locale, me compreso, non ha mai inciso con la presenza sui territori, anzi in alcuni casi ha determinato una diminuzione dei consensi. I Coordinamenti Regionali e Provinciali sono solo zavorra, composti da personaggi che con i voti di Berlusconi cercano di coprire le loro lacune elettorali. La grande sfida l’abbiamo combattuta e vinta, almeno in Campania ed in Provincia di Salerno, dal 2006 al 2008 quando, senza il potere di amministrazioni provinciali e Regione, riuscimmo a vincere le elezioni, mettendo sul tavolo proposte politiche tanto interessanti e valide da portare in città il Cavaliere». Ed allora, a settembre, con la rinascita di Forza Italia tutti a casa? «Io più che a settembre guardo al 30 luglio: se Berlusconi, come non mi auguro, dovesse essere condannato il Pdl si disintegrerà, i parlamentari non avranno neppure il tempo di scambiarsi i numeri di telefono, impegnati a trovare collocazione altrove. Si tratterebbe di un fenomeno simile a quello che ha interessato la Dc ed il Psi sul finire della prima Repubblica, ma con una velocità triplicata». Ragioniamo al contrario: se la Cassazione dovesse salvare Berlusconi e se a settembre dovesse rinascere Forza Italia cosa farà Pasquale Vessa? «Continuerò a fare quello che sto facendo: l’imprenditore nel settore della Green Economy, l’unica vera speranza per il futuro delle nostre terre e dei nostri giovani. In ogni caso mi auguro che la nuova Forza Italia non sia terra di veline e di starlette ma un contenitore in grado di attirare chi, nel mondo del lavoro e delle professioni, ha già dimostrato di saper ottenere risultati importanti, mettendo il proprio talento al servizio del Paese».
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