di Carmine LANDI
BATTIPAGLIA. «Farò tutti i passaggi istituzionali necessari»: sono le parole che Ada Ferrara ha rivolto ieri mattina ai rappresentanti sindacali Fer.Gom durante il summit a Palazzo di Città.
La donna, che insieme a Gerlando Iorio e Carlo Picone costituisce la triade commissariale che regge le sorti del municipio battipagliese, ha incontrato alle 10:30 di ieri il segretario provinciale Fim Cisl, Vincenzo Ferrara, le RSU Fiom Cgil, Vito Nigro, e Uilm, Angelo Petraglia, e il delegato sindacale, membro del direttivo provinciale Fim Cisl, Antonio Guglielmotti. Al summit, poi, ha preso parte anche Cosimo Villani, sostituto commissario della Polizia di Stato di Battipaglia.
I rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto alla Ferrara una preziosa intercessione per chiedere e cercare di ottenere un incontro in Prefettura, affinché si possa favorire un intervento delle istituzioni nella delicatissima situazione: la Fer.Gom, infatti, azienda conto lavoro della Cooper Standard Automotive, realizzava su commissione del colosso statunitense le guarnizioni di gomma per i veicoli Fiat e Iveco; poi, però, il piano di ridimensionamento di CS ha trasferito le commesse dalla Fer.Gom alla Sud Gomma di Oliveto Citra, e non se ne comprende il motivo, dal momento che la manodopera dell’azienda di Gianpiero Contursi – che, inoltre, dista circa 200 metri dalla Cooper Standard di Battipaglia – ha un costo inferiore rispetto a quella del paese dell’Alta Valle del Sele.
Naturalmente, non vi è certezza circa la possibile attività di mediazione della Ferrara presso la Prefettura salernitana, ma c’è un’altissima probabilità che la donna s’attivi attraverso l’istituzione di tavoli di confronto e di trattative.
In effetti, la richiesta dei presidianti non è neppure quella di scongiurare il trasferimento delle commesse – ipotesi che resta comunque un sogno proibito – ma semplicemente di ricevere un accompagnamento economico fino ai mesi di giugno-luglio, quando il Ministero del Lavoro – attualmente ancora alle prese con le richieste di cassa integrazione risalenti allo scorso ottobre – dovrebbe concedere ai lavoratori Fer.Gom i fatidici ammortizzatori sociali a erogazione diretta. Marco Camurati, capo del personale italiano di Cooper Standard, inizialmente aveva lasciato aperto uno spiraglio alla speranza dei lavoratori, ma venerdì scorso ha chiuso la questione con un lapidario “non possiamo fare nulla”.
Ora si spera nell’apertura di un tavolo – attorno al quale, tra l’altro, dovrebbero sedere anche le coraggiose RSU di CS, che hanno espresso aperta solidarietà per i colleghi della Fer.Gom – che possa favorire l’ipotesi delle attività di accompagnamento.
«Siamo molto felici – ha dichiarato ai nostri taccuini, al termine dell’incontro, il sindacalista Guglielmotti – dell’estrema disponibilità manifestata dalla Ferrara; speriamo, dunque, che la donna possa fare qualcosa per noi, perché i lavoratori credono molto in lei».
Sul versante Btp Tecno, invece, nulla di nuovo. Ieri mattina, dinanzi ai cancelli della fabbrica, Fiorenzo Veneri, Paola Trimarchi (Fiom Cgil), Sergio Galluzzo e Giancarlo De Leo (Fim Cisl) hanno tenuto un’assemblea con i lavoratori, informandoli delle linee programmatiche – di cui abbiamo scritto ieri – esposte dalla Q.S.E, azienda algerina di proprietà del notabile libico Qaser Saadel El Garradi, intenzionata ad acquisire la Btp, nel corso dell’incontro che s’è tenuto mercoledì pomeriggio nel palazzo capitolino del Ministero dello Sviluppo Economico tra il funzionario del Mise, Giampietro Castano, la vecchia proprietà, rappresentata dall’ex-patron, Gian FedericoVivado, e dal liquidatore, Giuseppe Toia, e il dottor Libè, delegato italo-spagnolo dell’azienda africana.
I lavoratori non sono stati invitati all’incontro, ma sono stati informati circa le intenzione degli africani tramite un’e-mail: sulla carta, la Q.S.E. ha confermato l’impegno ad acquisire tutti gli asset e le strutture battipagliesi, la volontà di far ripartire l’attività industriale richiamando al lavoro tutti i dipendenti della Btp Tecno, e l’onere di dare al Ministero piena evidenza circa ogni passaggio che verrà fatto per riuscire a perseguire i suddetti obiettivi. Di fatto, però, restano soltanto parole, e gli uomini della Btp hanno le mani legate, così come il Ministero, che non può intavolare nuove trattative, avendo già la pista libica sul tavolo.
Qualche lavoratore ha proposto l’ipotesi di avviare una cooperativa, ma resta soltanto una suggestiva provocazione.