Verso una necessaria riforma fiscale - Le Cronache
Editoriale

Verso una necessaria riforma fiscale

Verso una necessaria riforma fiscale

Si dovrebbe riflettere su di una tassazione più forte per le altre fonti di reddito, che stanno monopolizzando il mercato

Di Alessia Potecchi

 

I sistemi fiscali attuali non sono affatto semplici. La globalizzazione, l’internazionalizzazione, la mobilità umana e quella aziendale e l’istituzione dell’Unione economica e monetaria europea hanno portato le caratteristiche dei sistemi fiscali degli Stati membri dell’UE e dei programmi che hanno finanziato sul terreno della politica. In Italia, i contribuenti Irpef sono 43,7 milioni, di cui 13 milioni sono esenti (è la No Tax area) le aliquote sono 5. E’ Sproporzionato lo scalone da 28.000 a 55.000 euro : l’aliquota sale dal 27% addirittura al 38%. E’ ridicolo invece l’incremento per i redditi successivi : 41% da 55.000 a 75.000 euro e appena il 43% oltre i 75.000 euro. L’IRPEF è pagata per il 39% dai contribuenti sopra i 50.000 euro, dal 50% sotto i 50.000 euro e dal 4% sotto i 15.000 euro. La progressività è manomessa dalle addizionali stabilite dai comuni e dalle regioni: tranne alcune eccezioni sono proporzionali e, quindi, regressive. Oggi non basta dire che occorre diminuire la pressione fiscale, va precisato che occorre ridurre la tassazione ai ceti medio bassi riequilibrando con un aumento degli ultimi due scaglioni, per intenderci quelli superiori ai 55.000 e ai 75.000 euro. Occorre un lavoro serio e accurato di ascolto e riflessione, coinvolgendo assolutamente tutte le parti interessate. C’è bisogno anche di guardare ad un tassazione più forte per le altre fonti di reddito, soprattutto quelle riferite alla finanza, alle imprese che stanno monopolizzando il mercato in uno scenario dove, la globalizzazione rafforza molto la possibilità di poter scegliere dove farsi tassare. E’ cambiato il mondo: una volta lo stato era in grado di decidere chi e di quanto tassare i soggetti fiscali. Oggi non è più così. A questo proposito Il vertice dei 7 paesi maggiormente industrializzati, gli incontri del G20, le iniziative dell’Unione Europea hanno negli ultimi mesi portato a delle novità importanti. Sono state messe in campo iniziative e procedure per stabilire una Minimum Tax del 15%. Si è anche deciso di lavorare a clausole sociali, per dare al WTO la possibilità di intervenire negli scambi commerciali con possibili sanzioni in caso di Dumping Sociale. Si è parlato e si parla molto in questi ultimi mesi di prevedere una tassazione sul patrimonio, tra le tante proposte risalta anche quella del segretario del PD Letta sulle successioni. E’ un terreno da esplorare. Una tassa sul patrimonio richiede comunque un aggiornamento del catasto in Italia e impone di ricercare metodi più precisi per calcolare i patrimoni finanziari spesso volatili. Penso che vada ben articolata: l’erogazione di un bonus per i diciottenni, realizzata sulle successioni va discussa e va, però, definito e precisato, che deve esserci corrispondenza tra quanto si spende e quanto si introita, con l’aumento della tassazione. Entro luglio verrà definita la legge delega per la Riforma Fiscale. E’ necessario che in premessa vadano stabiliti tre principi: la semplificazione deve essere rapidamente concretizzata, vera, comprensibile, precisa. Lo Statuto del Contribuente va rigorosamente attuato. Bisognerà cercare di realizzare un rapporto costruttivo tra amministrazione e contribuente. E’ particolarmente innovativa e penso positiva, ad esempio, la formulazione adottata recentemente dall’Agenzia delle Entrate che inviando al contribuente il 730 precompilato spiega in sintesi l’utilizzo che fa lo stato nel proprio bilancio delle tasse introitate per il mantenimento del welfare stesso.

Alessia Potecchi Responsabile Dipartimento Banche,

Fisco e Finanza del Pd Metropolitano di Milano