“Io pronto a passare a Fratelli d’Italia? Ricostruzioni fantasiose”. Simone Valiante, ex deputato salernitano del Pd, partito dal quale è uscito non rinnovando la tessera, respinge al mittente le insinuazioni che lo vedrebbe prossimo ad aderire al partito guidato dalla premier Giorgia Meloni, della quale però ammette di apprezzare “l’ evoluzione su molti temi”. L’indizio decisivo sarebbe la sua partecipazione a un incontro organizzato dall’associazione Valore per presentare il libro del ministro della Giustizia Carlo Nordio; incontro al quale, sottolinea Valiante contattato dall’Adnkronos, ” erano presenti anche esponenti di altre formazioni politiche, come Ostellari della Lega e un parlamentare del Movimento 5 Stelle. Non proprio una ‘convention di meloniani’, come è stato fantasiosamente definito l’evento”. Figlio di Antonio, storico esponente della Dc e del Partito popolare e assessore nella Giunta regionale di Antonio Bassolino, Simone Valiante dal canto suo è stato due volte sindaco del suo comune, Cuccaro Vetere, e deputato del Pd dal 2013 al 2018. Poi gli attriti con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca si sono fatti sentire sulla sua militanza nel Pd: “Nel 2018 – racconta – non sono stato ricandidato perché Renzi , che aveva l’accordo con De Luca per le candidature in Campania, mi ha cacciato dalle liste. Ho continuato a votare e sostenere il Pd, candidandomi alle elezioni regionali del 2020 e risultando primo dei non eletti. Dopo questa mia esperienza ho continuato a ricevere quotidianamente atti di ostilità dal presidente De Luca, in particolare sulla presidenza del Parco nazionale del Cilento per il quale ero uno dei papabili e la mia posizione è stata contrastata”. Ma, aggiunge, “il problema non era solo De Luca, anche i dirigenti nazionali che per anni si sono sempre girati dall’altra parte, lasciando a De Luca le decisioni su qualunque cosa riguardasse Salerno.Dopo le elezioni del 2022 e le liste del Pd in Campania frutto di un accordo tra il segretario del partito e De Luca che si sono spartiti le due circoscrizioni, ho deciso di non rinnovare più la tessera”. Se la svolta Elly Schlein viene salutata da Valiante come “primo caso, dopo anni, di un segretario Pd veramente autonomo e che sembra voler osare un taglio reale alle esperienze del passato”, la distanza sembra esserci sui contenuti: ” Vengo da una cultura cattolica e liberale e il nuovo profilo del partito che vuole dare Schlein mi sembra poco compatibile con la mia storia politica”. E se guardando allo scenario attuale “non vedo ancora un partito politico che possa rappresentarmi al meglio”, Valiante riconosce che “ci sono personalità di vari partiti vicini alla mia cultura. Se vado alla presentazione del libro di Nordio è perché Nordio è un liberale di formazione cattolica che vedo vicino alla mia cultura, anche alla mia visione del tema della giustizia. Anche il sottosegretario alla Giustizia Ostellari viene da una formazione cattolica democristiana vicina alla mia. E ho apprezzato molto anche l’evoluzione di Giorgia Meloni: se avessi dovuto giudicarla tre anni fa l’avrei considerata la persona più lontana da me, oggi invece noto un’evoluzione apprezzabile su molte cose, determinate forse anche dalla posizione di governo. Se trovo un cattolico liberale come Nordio ad occupare uno dei dicasteri più importanti del Paese – conclude – fa sicuramente piacere”.
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