Valeria Sepe: Madama Butterfly la farfalla d’acciaio - Le Cronache Spettacolo e Cultura
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Valeria Sepe: Madama Butterfly la farfalla d’acciaio

Valeria  Sepe: Madama Butterfly la farfalla d’acciaio

Di Olga Chieffi

 

Dopo il trionfo al teatro San Carlo di Napoli della personale interpretazione di Madama Butterfly, Valeria Sepe, soprano napoletano in carriera, torna a vestire il kimono di Cio-Cio-San per l’evento speciale dedicato al capolavoro di Giacomo Puccini, che compie 120 anni. Il 31 agosto riflettori accesi sulla ormai storica produzione dell’ opera al Gran Teatro Puccini, firmata da Yasuda Kan con le sue pietre che racchiudono praticamente lo spirito e la regia di Vivien Hewitt, improntata alla dignità e alla riconquista dell’ onore di Madama Butterfly, a cui si aggiunge la lettura musicale del M° Jacopo Sipari di Pescasseroli, il quale si è concentrato sulla ricerca del sacro della scrittura pucciniana. Prove impegnative, quindi, per tutti e per la protagonista, sempre in scena, che ci ha rivelato la sua visione di Madama Butterfly.

Che Madama Butterfly sarà quella di Valeria Sepe al Festival Puccini? Quanto è fragile?

Sarà una Madama Butterfly di grande dignità. L’astrattismo delle scenografie, create dal grande artista Yasuda Kan, risalta maggiormente il carattere e le peculiarità di ogni personaggio. Lo spettatore si ritroverà catapultato in un’atmosfera unica dove le opere d’arte dello scenografo si fondono con la natura circostante del lago creando un’atmosfera magica, nella quale risalta ogni personaggio. La forza della mia Butterfly, qui al Festival Puccini, sarà caratterizzata dalla sua estrema dignità ed eleganza nonché dalla sua devozione e compostezza. Caratteristiche magistralmente messe in luce sia dalla regia di Vivien Hewitt, che dalla intensa direzione del Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli. Può sembrare una donna molto fragile Butterfly e in parte lo è, la quale però vive ogni sua scelta con consapevolezza e determinazione.

Quante Butterfly nei due atti?

Per me infinite Butterfly. Definirle numericamente sarebbe riduttivo per le numerosissime sfumature che richiede l’evoluzione di questo personaggio.

Due concetti restano immutati in lei: l’onore e la morte. Un’infanzia segnata dalla morte del padre, una tragedia, un seppuku, che lei rivivrà. Per comprendere Butterfly bisogna guardare ben oltre la partitura. E’ una donna che nella tragedia mantiene sempre la sua dignità, che ha conosciuto la ricchezza e il benessere, ha mantenuto la sua fierezza anche dopo il lutto, costretta a cantar e danzare per poter sopravvivere, lottando con il suo costante pensiero di “morte”. Pensiero che l’accompagnerà fino alla fine dell’opera: “Con onor muore chi non può serbar vita con onore”.

Certamente non sarà la prima volta nei panni di Cio-Cio-San: è stato subito amore a prima vista o vi è stato un avvicinamento particolare?

Da sempre è stato un amore viscerale, a maggior ragione in quanto opera preferita da mio padre. Un’opera che mi ha sempre commossa forse, più di altre e, quando ho iniziato a studiarla, è stato molto difficile imparare a trattenere le lacrime.

Il mio debutto è avvenuto lo scorso settembre al Teatro San Carlo di Napoli sotto la direzione di Dan Ettinger e con la regia di Ferzan Ozpetek. L’emozione di quel debutto ed il calore del pubblico sono ancora vivi in me. Immedesimarsi in questa giovane donna è estremamente complicato, intimamente c’è una parte che vorrebbe salvarla ma, ad ogni pagina ci si accorge che il suo destino è già segnato e amaramente rimane la fierezza di una madre che erroneamente, per il bene del suo bimbo, rinuncia alla sua stessa vita.

Che rapporto ha con la scrittura di Giacomo Puccini, che è sempre ad alto tasso di emotività, con cui la bellezza del sentimento è sempre salva? Quali sono gli scogli vocali da superare in Madama Butterfly?

Amo molto la scrittura pucciniana e la trovo congeniale alla mia voce. I personaggi sono sempre complessi per l’alto tasso di emotività e forse è proprio questo che rende il compositore così speciale. La musica di Puccini va dritta al cuore ed è impossibile non emozionarsi. La scrittura vocale del ruolo di Cio-Cio-San presenta notevoli scogli. Sicuramente la tenuta vocale di tutta l’opera, accompagnata dall’evoluzione del personaggio e dalle emozioni vissute rende questo ruolo estremamente complesso.

Si confronta con il nostro luminoso passato, ovvero alle interpretazioni della Callas o della Scotto ad esempio? Ha o ha avuto dei modelli tra i soprano entrati nel mito di questo personaggio?

Mi cita due interpretazioni di voci e musiciste eccezionali, che sono pietre miliari indiscutibili ed uniche. Come si può non amare le interpretazioni di due grandi artiste quali Maria Callas e Renata Scotto? Per quel che mi riguarda, il mio punto di riferimento è rappresentato dalla mia insegnante Raina Kabaivanska che, per me, ha reso ancor più leggendario questo splendido ruolo. Grazie a lei la mia Butterfly ha preso forma non solo vocalmente ma anche scenicamente, ricercando l’eleganza e la raffinatezza dei gesti, curando il fraseggio mettendo in evidenza la parola. Lei è la mia fonte di ispirazione e ammirazione ed ogni volta che posso corro da lei per perfezionarmi e cercare sempre spunti nuovi di riflessione.

Dopo questa Madama Butterfly in terra pucciniana in quali panni si calerà Valeria Sepe?

Si continuerà all’insegna del mio amato Puccini con una lunga tournée “Viva Puccini” al fianco del tenore Jonas Kaufmann diretti dal Maestro Jochen Rieder. Subito dopo avrò l’onore di rappresentare nuovamente il Festival Puccini di Torre del Lago per festeggiare la chiusura del centenario Pucciniano con un concerto ad Atene diretto dal Maestro Valerio Galli. Ringrazio il Festival Puccini che mi ha scelta sia per celebrare l’inizio e la chiusura di uno straordinario anniversario qual è il centenario Pucciniano, sia per la partecipazione all’edizione speciale di Madama Butterfly per il 70° Festival Puccini a 120 anni dalla Prima.

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