Urban, incubo granata. Quante volte vi ho castigato - Le Cronache Salernitana
Salernitana

Urban, incubo granata. Quante volte vi ho castigato

Urban, incubo granata. Quante volte vi ho castigato

Enzo Sica

 

Tredici chilometri di distanza tra Salerno e Cava dei Tirreni, una striscia di strada per il derby di calcio che torna all’Arechi dopo diciotto anni di assenza ma in serie C, quella terza serie vissuta sempre con le gare tra granata e azzurri nel vecchio stadio Vestuti di Piazza Casalbore con partite sentite e con grande agonismo da ambo le parti.

La maglia azzurra della Cavese è stata indossata anche da  Alberto Urban, oggi 64 anni, ex centrocampista, un fantasista in campo come amava definirsi che dal 1983 al 1986 ha giocato nelle fila delle squadra di Cava e quando è stato in campo con questa maglia, giocando proprio contro la Salernitana ha sempre cercato di non perdere di vista un unico obiettivo così come i suoi compagni di squadra dell’epoca cioè: la vittoria. E il perchè ci fosse tale attenzione proprio per il derby Urban ce lo spiega subito:

<Quella contro i granata era una gara sempre attesa da tutti e noi calciatori vivevamo le due partite sia all’andata che al ritorno contro la Salernitana fin da quando era noto il calendario ad inizio stagione. Tutte le partite erano importanti ma la Salernitana era a parte. Noi dovevamo confrontarci contro quella che era ritenuta la regina o la Juventus della serie C come veniva etichettata la squadra granata. E dunque i nostri tifosi ci spingevano tanto e volevano che queste due gare contro i temuti cugini salernitani non si sbagliassero assolutamente>

Anni importanti quelli trascorsi da te a Cava, Alberto, che tu ricordi molto bene?

<Certamente visto che poi quando ho smesso con il calcio mi sono anche stabilito nella città metelliana ed ho sposato una ragazza di Vietri sul Mare. Ricordo l’ultimo Salernitana -Cavese al Vestuti nel 1985 – 1986 ed anche la gara di ritorno finita 2 a 2 al Simonetta Lamberti con un mio grave infortunio dopo appena un secondo di gioco>

Cosa successe?

<Un contrasto di gioco con un difensore granata dell’epoca, Conforto e finii in ospedale con ben 30 punti sulla coscia, ripeto subito dopo il pronti via. Quella giornata non l’ho mai dimenticata>

Però va detto che una bella soddisfazione l’avevi avuta nella stagione precedente, quella del 1984 – 1985?

<Si perchè con la Cavese affrontammo una Salernitana che pure era forte e lo facemmo con grande attenzione spinti da un pubblico eccezionale a Cava. Ed eravamo concentrati tanto che vincemmo per 3 a 1 ed io con una doppietta mi presi una bella soddisfazione personale, osannato con tutta la squadra da un pubblico in delirio>

Poi ci fu il trasferimento a Cosenza, c’era Gianni Di Marzio in panchina, 2 anni di serie C, uno di B ma anche a Salerno  ci hai messo lo zampino nel gol che realizzò Padovano per battere la Salernitana?

<Come ho detto prima, giocare in una grande piazza come Salerno e battere la squadra granata era l’obiettivo di quasi tutte le squadre. Vincere poi in uno stadio Vestuti che era sempre stracolmo a quei tempi era qualcosa di eccezionale. Si giocava davvero un calcio vero che oggi è quasi sparito dai radar. Eppoi per tornare al derby quella era la partita delle partite>

Oggi dici che certe gare di campanile non si sentono più come una volta. C’è una ragione secondo te?

<Il cambiamento che c’è stato rispetto agli anni 80′. Ricordo che noi calciatori, in quegli anni, vivevamo in mezzo alla gente, ai nostri tifosi. Anche la sera prima della partita la nostra tifoseria ci spronava, ci chiedeva di battere i temuti avversari. Dovevamo giocare solo per vincere e basta. Oggi invece è cambiato tutto>

Domenica, il derby al quale tu mi hai detto assisterai in tribuna,  ci potrebbe riservare qualche sorpresa?

<Spero innanzitutto che sia una grande e bella partita. Peccato solo che non ci siano tifosi della Cavese sugli spalti così come  non ci saranno a Cava nella gara di ritorno i tifosi di fede granata. Sarebbe stato uno spettacolo eccezionale con il grande tifo da una parte e dell’altra. Ecco il calcio che nessuno vorrebbe mai vedere e che non ci piace. Gli spalti dovrebbero essere sempre con tante persone a tifare per l’una o l’altra squadra. E’ vero che ci saranno oltre dodicimila presenze all’Arechi ma vedere il settore ospite vuoto è un pugno nello stomaco, così come trincerarsi dietro quella frase dei motivi di ordine pubblico>

Ma tu Alberto per chi tiferai?

<Mi fai una domanda scontata visto che vivo a Cava ed ho giocato in questa città. Dunque trai tu te conclusioni. Ma i valori in campo, con una Salernitana prima in classifica ed una Cavese che ha vinto solo domenica scorsa la prima partita stagionale sembra poter far pendere la gara da un solo lato. Diciamo anche che la Salernitana ha un’ottima intelaiatura di squadra e un tecnico in gamba. Forse i granata non saranno l’ammazza campionato ma si giocherà la promozione in serie B con altre tre, quattro squadre. La Cavese ha un unico obiettivo finale. la salvezza. E penso che la possa raggiungere al termine di questa stagione. Sarebbe qualcosa di  eccezionale per questa squadra giovane. Nel frattempo però godiamoci questo derby che speriamo possa essere entusiasmante ed in grado di offrire uno spettacolo degno di tal nome al pubblico presente ed ai tifosi cavesi che assisteranno al match solo attraverso le immagini televisive>