di Antonio Manzo
Neppure un attrezzato chathbot AI riuscirebbe a raccontare l’incredibile storia all’italiana di una università e saccheggiata dagli hacker che dal giorno dell’attacco informatico che ora si inventa due sistemi paralleli per la sua identità digitale. Sono due sistemi che raccontano la storia incredibile di una università saccheggiata nel luglio 2023 dall’attacco hacker e, soprattutto, un sistema preso di mira non casualmente ma per una sua peculiare vulnerabilità nonostante l’alert che aveva lanciato la Polizia Postale. Dopo l’attacco e dopo i due sistemi paralleli è sceso nel silenzio sull’università di Salerno diretta dal rettore Vincenzo Loia considerato nel mondo scientifico italiano, e non solo, come uno dei grandi esperti dei sistemi informatici. Ma a Salerno il silenzio è stata la cifra dell’attacco hacker neppure notato nella sua gravità da dalla agguerrita pattuglia parlamentare del Movimento Cinque Stelle che, invece, fu molto dura nella gravità del data break alla Regione Lazio multata dal Garante per la Privacy, presieduta da Pasquale Stanzione docente emerito dell’università spogliata di tutti i dati. Per la regione Lazio multe pesanti dell’Autorità del Garante riflettono la natura e la gravità delle violazioni così come il grado di responsabilità. A Salerno non è accaduto assolutamente nulla, tranne le bugie che in prima battuta furono garantite agli studenti col tono del “non è successo niente” per essere smentito pochi giorni dopo dallo stesso rettore. Eppure l’attacco hacker mise in evidenza l’importanza di una solida sicurezza informatica nonché la responsabilità dell’istituzione ateneo per proteggere i dati sensibili. L’accesso abusivo al sistema informatico, aggravato certamente da finalità diverse, a Salerno non se ne sa assolutamente nulla L’attività criminale informatica e la rabbia politica delle Movimento 5 Stelle consentì a Roma di svelare molto di più di quello che è stato fatto a Salerno. Incredibile realtà salernitana, ben 2 sistemi informatici all’ateneo è sintomatico anche della gravità di quello che era già accaduto. C’era un sistema Cineca di Bologna che poi è stato estromesso dopo l’attacco hacker ma che hanno dovuto richiamarlo per la penalità pagata per la mancata fidelizzazione del sistema. Anche a Salerno il Movimento 5 Stelle, ben rappresentato in ateneo, si è silenziato a Salerno. Per verificare l’attacco hacker di Salerno da mesi è aperta l’istruttoria del Garante privacy che, per la Regione Lazio, ha rivelato una serie di gravi violazioni e soprattutto denunciato non adeguate misure di sicurezza. Di fronte alle gravi violazioni anche il Garante Privacy è da mesi in silenzio per Salerno mentre ha inflitto sanzioni significative a Roma. Al sistema Cineca, estromesso a Salerno con le robuste motivazioni contenute nella delibera del consiglio di amministrazione dell’ateneo, con le ragioni esposte dalla KPMG. E’ la grande società di consulenza che portò a Salerno il sistema Oracle, naturalmente il sistema Oracle ha funzionato con la spesa di 3 milioni e 800mila euro, ora all’attenzione della Corte dei Conti regionale per presunto danno erariale. A un evento per la trasformazione digitale dell’università italiane partecipò il rettore Loia per l’università di Salerno il prorettore dell’università Roma Tre prof. Paolo Atzeni, il prof De Sanctis delegato ICT dell’ateneo di Salerno e Giovanni Ravasio vice presidente Oracle. Ma molti misteri affollano il caso Oracle: dalla scelta della società di consulenza KPMG, alla implementazione del sistema con l’esborso di 3 milioni e 800 mila euro, fino al diffuso silenzio dell’ateneo, del Garante Privacy e della magistratura per eventuali reati informatici commessi con l’attacco hacker