di Gerardo Spira
Ne abbiamo parlato e scritto; due consiglieri di minoranza unionale ne rilevarono la inutilità e le pericolose conseguenze sugli atti ufficiali, sugli impegni finanziari e tributari, sugli affidamenti e sui rapporti dei Comuni aderenti. Ma i rilievi sono caduti nel disprezzo del brigantaggio politico del Sistema, affrancato dall’usuale gesto del palmo della mano dell’eterno presidente, eletto e nominato per la similitudine di idiozia e democrazia, avallato dal mutismo omertoso degli amici di cordata. I comuni associati, ripeteva, non potevano perdere tempo su disquisizioni giuridiche di legittimità. L’usuale gesto della mano significava tutto. “Questa è Cosa nostra. Qui Controllori e controllati siamo noi. Questa è la NOSTRA DEMOCRAZIA.” Nel corso degli anni è stata costruita e attrezzata una MACCHINA operatrice, di tipo agricolo, a guida unica. Nel tempo la macchina, con la partecipazione degli agricoli associati è divenuta un perfetto marchingegno di SISTEMA, esteso nel territorio amico lungo il tracciato politico di un’epoca che fu di amici, parenti, familiari e collegati. La legge istitutiva 267, con l’art. 32, sgonfiata e interpretata, è rimasta uno sgorbio sulla carta, sorteggiata secondo occasioni e opportunità. L’inganno ha mantenuto solo la scritta, Unione dei Comuni alto Cilento, con le implicazioni del cuci e scuci e della teoria, carta scaccia carta. Gli oppositori, I cultori della materia, certosini ricercatori di verità e giustizia non hanno perduto il filo del tempo. Hanno caparbiamente seguito e conservato carte, sguardi traditori, gesti di disprezzo, voti, scambi e intrecci, costruendo il malloppo a cui agganciarsi in nome della legge e per conto dei cittadini che sono sempre quelli a cui, alla fine, si deve comunque dar conto. Riprendiamo quindi da quel malloppo, per fare capire che cosa è stato messo in piedi, per quali finalità, chi ne ha ricevuto vantaggi e chi danni, che cosa è accaduto.
L’Unione dei comuni previsto e disciplinato all’art. 32 del TUEL 267/2000, si racchiude in pochi principi fondamentali che costituiscono la struttura portante, che ne legittimano la esistenza e la capacità operativa:(Statuto, Regolamenti, Pianta organica, personale, funzioni e servizi). Questo è l’Ente come lo ha progettato il legislatore; AUTONOMO, per funzionare legittimamente.
L’art.32 del Tuel c,1(ordinamento degli Enti locali) detta: “L’Unione dei Comuni è l’Ente locale costituito da due o più comuni, di norma contermini finalizzato all’esercizio associato di funzioni e di servizi” (la (e) congiunzione, lega insieme funzioni e servizi)
-Il comma 5-: “all’unione sono conferite dai comuni partecipanti le risorse umane e strumentali necessarie all’esercizio delle funzioni loro attribuite. Fermi restando i vincoli previsti dalla spesa sostenuta per il personale dell’Unione… non vanno superati i limi di spesa previsti per singoli comuni”.
Dunque, come possiamo notare, l’Ente Unione per essere vitale, di capacità legittima di operare e adottare atti a valenza interna e esterna, per svolgere funzioni e prestare servizi deve avere una autonoma struttura organizzativa garantita da una autonoma capacità finanziaria e tributaria di entrata e di spesa, esattamente come un Comune. Ciò vuol dire che i Comuni aderenti, per renderlo vitale, produttivo di effetti validi, devono conferire al nuovo Ente, in unica soluzione, funzioni, servizi e personale, oppure convenire il modo di operare (trasferire e mobilitare il personale a tempo, rispettando il vincolo del contenimento della spesa, come stabilito al comma 5 art. 32.) L’obiettivo del legislatore è quello, infatti, di assicurare semplificazione e risparmio di costi e di spesa.
QUESTA LA LEGGE-
Vediamo cosa prevede lo Statuto dell’Unione Alto Cilento e cosa è avvenuto di fatto. Lo Statuto unionale con l’ingresso del Comune di Capaccio Paestum risulta aggiornato con delibera di Consiglio unionale n.7 del 7 ottobre 2021. Lo schema politico è rimasto lo stesso di quello iniziale.
Il Documento si compone di 52 articoli, distinto in 6 titoli per materia e argomenti. A noi interessano i primi tre articoli perché questi costituiscono il fondamento di base del nuovo Ente.
All’art. 1, comma 3 dello Statuto è detto: “l’Unione ha personalità giuridica di diritto pubblico, autonomia finanziaria che la esercita nel rispetto della normativa vigente e fa parte del sistema italiano delle autonomie locali secondo i principi contenuti nella costituzione, dal diritto Europeo e dalle norme statali e regionali”.
-All’art. 2, comma 1(delle finalità): “l’unione ha lo scopo di perseguire l’autogoverno, la promozione e lo sviluppo della Comunità che la costituiscono, nonché la graduale e progressiva integrazione tra i Comuni, al fine di conseguire economie gestionali e maggiore efficacia ed efficienza nell’organizzazione dei servizi comunali”.
-Al comma 2, art. 2-:” l’unione è costituita allo scopo di esercitare in modo congiunto una pluralità di funzioni e servizi di competenza dei comuni aderenti secondo quanto previsto da legge statali o regionali.”
–Al comma 3 art 2:” finalità dell’unione è altresì quella di esercitare servizi e attività che per loro natura possono essere svolte con maggiore efficacia ed efficienza rispetto al singolo Comune anche mediante una adeguata specializzazione del Personale.”
Come si può notare di fatto l’Unione Comuni Alto Cilento, ha completamente disatteso quanto stabilito nei commi 2 e 3 dell’art. 2 del loro stesso Statuto (mancato esercizio congiunto pluralità di funzioni e servizi, esercizio di attività mediante adeguata specializzazione di personale).
La successiva normativa di dettaglio operativo configura lo scenario confuso dell’Ente organizzato come strumento ad uso e consumo. Tentativo mal riuscito! Di fatto l’Unione Comuni Alto Cilento risulta una scatola vuota, Ente giuridicamente inesistente privo di funzioni, servizi e personale proprio. Qualche servizio conferito in regime di convenzione risulta svolto da personale incardinato nell’organico del Comune Conferente, con maggiori costi e passaggi burocratici. Le Convenzioni messe in piedi hanno solo lo scopo di far transitare investimenti e operazioni finanziarie nella contabilità dell’Unione. Un pesante imbroglio giuridico contabile condiviso da figure tecniche compiacenti, imbroglio rilevato dalla Corte dei conti di Napoli e Roma con una pesante condanna di risarcimento danni a carico delle figure che avrebbero dovuto garantire il controllo legale e contabile. A cosa serve quindi questa STRUTTURA? Rovistando tra gli atti troviamo che l’Ente Unione Alto Cil.to, di fatto, svolge soltanto due attività e secondo occasioni: la centrale degli appalti e quella dei concorsi, due iniziative di particolare interesse politico-clientelare. La prima ha lo scopo di organizzare e decidere, in una postazione centrale, la direzione di affari e investimenti pubblici, la seconda di pilotare bisogni e necessità nel collaudato meccanismo di selezioni, mobilità e incarichi, attraverso una pianta organica, mai approvata dal Ministero, usata come pista di spostamenti di scambi e promesse elettorali. Procedure e legalità riempite dal folto numero di partecipanti, legati da rapporti familiari, sigillati dal marchio di presunta legittimità di funzionari girevoli, opportunamente chiamati, anche in barba alla normativa sulle incompatibilità e conflitto di interessi.
Di FATTO, l’Unione dei Comuni Alto Cilento è Ente giuridico inesistente. Va sciolto.