Doppia apertura questa sera alle ore 21, nella reggia di Caserta con Sir Antonio Pappano e nell’atrio del Duomo di Salerno con l’Orchestre du Collège de Genève, diretta da Philippe Béran
Di OLGA CHIEFFI
Doppia apertura questa sera alle ore 21, nella Reggia di Caserta con Sir Antonio Pappano e la sua Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con il Coro preparato da un’altra eccellenza campana, Ciro Visco, per l’esecuzione della IX sinfonia di Ludwig Van Beethoven e nell’atrio del Duomo di Salerno con l’Orchestre du Collège de Genève, diretta da Philippe Béran, serata inaugurale della XIX edizione dei Concerti d’Estate di Villa Guariglia in Tour, promossi da Antonia Willburger. Sir Pappano pone il suo sigillo sinfonico sulla rassegna “Un Estate da Re. La grande musica nella Reggia di Caserta”, una serie di grandi eventi musicali a prezzi eccezionali che si svolgono nel Cortile della Reggia Vanvitelliana di Caserta L’iniziativa a cura della Regione Campania vede impegnate due super-bacchette, Daniel Oren e il Antonio Pappano i quali dirigeranno rispettivamente le masse orchestrali e corali dei massimi di Napoli e Salerno e l’Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Ad aprire la breve rassegna casertana sarà Sir Antonio Pappano alla testa della formazione romana con la IX sinfonia di Ludwig Van Beethoven, una sfida alla forma, una sinfonia con voci soliste e coro. Cosa si può immaginare di più eversivo e sorprendente?. È il segnale di un genere musicale di cui sono stati piegati i confini, in maniera persino titanica, per l’ampliarsi delle forze musicali chiamate in causa allo scopo di far esplodere la gioia. Una gioia illuminista dell’utopia di una società in cui non esistono barriere fra nazioni e che all’indomani dei fatti luttuosi di Dacca offre un segnale ancora più forte e squassante. L’eroico ritmo puntato della Raiders March, che tanto felicemente caratterizza il personaggio di Indiana Jones, inaugurerà, invece, la XIX edizione dei Concerti d’estate di Villa Guariglia in tour. Il palcoscenico è un luogo non luogo su cui i racconti delle arti ricominceranno sino alla fine dei tempi e, questa sera, la rassegna ideata e organizzata da Antonia Willburger, prenderà il via dall’atrio del Duomo di Salerno, alle ore 21, riportandovi, dopo ventiquattro anni di silenzio, la grande musica dell’Orchestre du Collège de Genève, diretta da Philippe Béran. A seguire, il primo movimento l’Allegro Moderato del concerto op.18 in Fa minore di Oskar Bohme, affidato alla solista Laurie Mili. Una pagina, questa che occupa un posto unico nella storia della letteratura trombettistica, poiché rarissimo esempio di scrittura romantica dedicata a questo strumento. Passaggio nell’Argentina di Astor Piazzolla con Adios Nonino, che rivelerà il suono del bandoneon di Stéphane Chapuis. Composto su commissione di Bogdna Bácanu per un Concorso Internazionale di marimba che si sarebbe tenuto a Linz nel 2006 il Concerto per marimba e orchestra d’archi è uno dei lavori più importanti e famosi del compositore e percussionista contemporaneo Emmanuel Séjourné. Ne ascolteremo il II movimento, con solista il percussionista Corentin Barro, che restituirà l’energia di questa pagina di grande effetto. I giovani strumentisti si confronteranno anche la “Milonga del Angel”, sempre affidata, naturalmente al bandoneon di Chapuis, Ancora in Argentina con Alberto Ginastera, del quale ascolteremo le quattro danze di Estancia, datate 1941. Proprio con questa suite (“ispirata a scene della vita rurale argentina”) Ginastera si colloca come un elemento di punta della tradizione nazionale nella musica del suo Paese. Gran finale con il Danzón n°2 è un affascinante lavoro del compositore contemporaneo messicano Arturo Márquez in cui si intrecciano malinconiche atmosfere sudamericane e ritmi trascinanti, che farà ballare l’intera platea.