Oggi, nella Chiesa di Sant’Eustachio Martire, alle ore 18, Don Aniello Senatore, celebrerà una Messa in suffragio di quanti formatisi tra le mura del “Serraglio” si sono addormentati. Un’iniziativa voluta dal gruppo Facebook “Il Serraglio” Orfanotrofio Umberto I Canalone ideato da Vincenzo Sica e Michele Sirico, che festeggia il decennale
Di OLGA CHIEFFI
La “memoria” è fondamentale, importante. A differenza del ricordo non rappresenta solo un’immagine di qualcosa che è stato, ma ne fissa nell’umanità l’idea, generando cultura, conoscenza e alimentando riflessione. Se si pensa alla memoria, ci sovviene anche l’oblio, ovvero quella dimensione dell’inquietudine della memoria che fa agire l’oblio non solo per rendere il passato e il presente reciprocamente coerenti, ma anche per attivare un’immagine di sé‚ gratificante, rimuovendo ogni elemento che possa far emergere punti di debolezza, ambivalenze, equivocità. Dunque, per oblio dovremo intendere non tanto il rifiuto della memoria, ma la possibilità di costruire una memoria «altra», salvifica. Ricordiamo il Wiesel, intrecciando larve di pensiero ese c’è una trasmutazione semantica dell’oblio, al tempo stesso si procede anche a una metamorfosi di ciò che normalmente si indica con il termine di memoria. La memoria per Wiesel non è infatti il racconto compiuto, sistematicamente organizzato, né le tecniche operative che la costituiscono. Memoria sono per Wiesel gli strumenti comunicativi che la fondano, più precisamente le parole. Si apre così il problema del passaggio dalla memoria alla sua narrazione, ovvero la «memoria della memoria». Continua allora la missione di Vincenzo Sica e Michele Sirico, votata ritrovare e riconnettere tessere e personaggi di quanti furono ospiti dell’ Orfanotrofio Umberto I, il famigerato e temuto “Serraglio”, attraverso mezzi modernissimi, il social Facebook, sul quale hanno fondato un gruppo che festeggia il decennale, molto seguito “Il Serraglio” Orfanotrofio Umberto I Canalone, i cui iscritti tutti “serragliuoli” come amano orgogliosamente definirsi e parenti di quanti hanno condiviso quella esperienza, pubblicano articoli, cui su queste colonne è stato da sempre offerto spazio, in particolare nel tempo della pandemia, immagini, nomi ricordi, relativi a quella istituzione nata nel 1813, quale deposito di mendicità, negli ambienti conventuali di S. Nicola della Palma e S. Lorenzo, poi trasformatasi in orfanatrofio con scuola musicale nei primi mesi del 1819, alla quale negli anni si aggiunsero le scuole di calzoleria, meccanica, tipografia, ceramica, falegnameria, scomparsa nel 1977. Questa sera, nella chiesa di Sant’ Eustachio Martire nel quartiere Pastena, alle ore 18, si terrà la messa annuale, celebrata da Don Nello Senatore, in ricordo dei numerosi orfani che formatisi tra le mura di quella istituzione, si sono addormentati. Una istituzione legata ai nomi di Gioacchino Murat, come un po’ tutti i collegi della nostra città e provincia e del Sindaco Alfonso Menna, che fece rinascere negli anni ’50 la gloriosa scuola, rendendola umana e vivibile, restituendole quel forte legame con la città, attraverso l’eccelsa qualità della sua banda musicale e maggiormente con la tipografia, che stampava tutti i tipi di manifesti e libri, sino agli inviti di nozze. Il gruppo de’ Il Serraglio, ha inteso, quindi, riannodare quelle fila, prima tra chi ha vissuto e, ancora oggi, ringrazia quell’istituzione, dura, severa, a volte inumana, ma che ha preparato alla vita schiere di uomini, attraverso lo studio, il sacrificio, la fame, per ricordare, in un momento spirituale, tutti coloro i quali appartennero a quella istituzione, omaggiando ciascuno nel proprio campo, quel segno tangibile nella nostra società, ovvero quella particolare qualità d’animo, un patrimonio di sentimenti e valori ricchissimo, quell’educazione alla vera amicizia che con l’esempio, nel loro passaggio terreno sono riusciti a trasmetterci. Oggi si rinnoverà il rito della Messa, nel corso della quale verranno ricordate oltre duecento persone che hanno vissuto tra quelle mura, personaggi famosi come il M° Domenico Faliero, primo flauto alla Rai di Roma, per il sassofono, il M° Francesco Florio, istitutore della prima cattedra di questo strumento in Italia, Labriola al piccolo in Mi bemolle, dell’indimenticato Carlo Agresti, I corno al Teatro dell’Opera di Roma e docente a S.Cecilia, Filippo De Stefano, bassotuba del Teatro di San Carlo, il Maestro Domenico Giordano. Il tempo scorre tanti cari ex allievi si sono addormentati nella luce Signore, lasciando vivissimo il loro ricordo in chi resta deve avere la forza di trasmettere ai posteri le loro figure umanissime, di maestri, lavoratori, uomini.