di Marta Naddei Una lunga processione di automobili. Una città completamente intasata da est a ovest. Bar ed esercizi commerciali presi d’assalto per poter usufruire dei servizi igienici, visto che di pubblici non ce ne sono. Il terzo week end di Luci d’Artista fa ripiombare Salerno nel caos, nell’inferno di tubi di scappamento, clacson e quant’altro. Circa un’ora il tempo stimato – già a partire dalle 17 – per percorrere le poche centinaia di metri tra via Roma e l’inizio della zona orientale. Tempo che è aumentato esponenzialmente con il trascorrere del tempo e, principalmente, in direzione opposta. Auto a passo d’uomo ed in qualche frangente è stato necessario anche spegnere il motore mentre si era nel lungo serpentone di vetture, tanto che numerose lamentele si sono proprio levate dagli stessi visitatori che ieri ancor più che sabato hanno affollato il centro cittadino. Caos anche sulle navette del Cstp, già alle prese con una corsia preferenziale non proprio ottimale: alcuni pullman turistici, ieri, hanno ben pensato di far scendere i propri passeggeri nel bel mezzo della città. Risultato: alcuni di essi hanno tentato di fermare navette Cstp – all’altezza di Mercatello – già stracolme perché cariche fin dalla partenza. Insomma, basti pensare al fatto che la corsia sud dell’uscita “Salerno centro”, dell’autostrada Napoli-Salerno, è stata chiusa per oltre un’ora perché il lungo serpentone di auto era giunto fino a Vietri sul Mare, per fare un quadro completo della situazione. Ma se il piano di traffico veicolare è stato un vero e proprio disastro – complice anche la presenza di alcuni autobus turistici, in particolare in uscita dalla città (per loro era previsto il divieto di transito nel centro cittadino, eccezion fatta per quelli che avessero dimostrato di trasportare passeggeri che avrebbero soggiornato in un albergo nel cuore di Salerno) e nella serata di sabato anche di alcuni autoarticolati in libero scarrozzamento per Salerno – non è andata meglio a chi ha invece deciso di passeggiare lungo corso Vittorio Emanuele ed il centro storico: tutto intasato. Anche a piedi. Con buona pace degli esercizi commerciali, nello specifico quelli di ristorazione, assaltati da frotte di visitatori che, più che colti dai languori, pare siano stati in preda da impellenti necessità fisiologiche. Insomma, visto che bagni pubblici non ce ne sono, i forestieri hanno scelto bar e ristoranti per ovviare al problema. Chi non è riuscito a resistere o ad arrivare in tempo ai tanto agognati sanitari ha rimediato utilizzando i vicoli del centro storico come toilette a cielo aperto. Dunque, uno scenario piuttosto complesso che se da un lato è segno del successo riscosso dalla manifestazione – ieri per entrare in villa comunale si è creata la fila – dall’altro pone un problema di pubblica sicurezza, con l’impossibilità di movimento, a qualsiasi livello, perfino per i mezzi di soccorso.
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