Un D Day con la banda in testa - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Un D Day con la banda in testa

Un D Day con la banda in testa

 

Sono state illustrate a Palazzo di Città le iniziative per le celebrazioni del 72° anniversario dello Sbarco di Salerno, previste per il 9 settembre con la partecipazione della band U.S Allied forces Band agli ordini del nuovo M° Jeremy Sanders

 

Di OLGA CHIEFFI

“Strike up the band” è un celeberrimo song di George Gershwin che esprime splendidamente la sferzata d’energia che sa regalare la banda quando sfila. Sarà la super formazione dell’U.S. Allied Forces con il suo nuovo band leader, il M° Jeremy Sanders, a offrire lo start alle celebrazioni del 72° anniversario dello Sbarco di Salerno, con una sfilata che la vedrà attraversare, intorno alle 18,30, il nostro Lungomare, ovvero quella mezzaluna ove i loro nonni misero piede a Salerno, portando con loro quei V-disk e quella musica che ha rivoluzionato il secolo breve. “Volevamo fare una cosa “normale” – ha affermato Eduardo Scotti promotore dell’iniziativa in veste di responsabile del Museo dello Sbarco, unitamente allo storico Nicola Oddati – poiché non ci troviamo in un anno da anniversario. Avremmo ricordato la giornata, mantenendo il Museo aperto per l’intera giornata e fruibile gratuitamente, ritrovandoci poi, nel teatro all’aperto dei Barbuti ospiti di Giuseppe Natella, con gli amici musicisti dell’U.S. Allied Forces Band, che da tempo ci onora della sua presenza, ma, quest’anno siamo stati subissati dai contatti della dirigenza della United States Sixth Fleet, i cui alti ranghi interverranno in forze con le proprie famiglie, a cominciare dal Comandante della VI Flotta di stanza nel Mediterraneo e del console generale degli Stati Uniti Colombia Barrosse, unitamente ad altri sessanta alti ufficiali, intenzionati a festeggiare degnamente l’operazione Avalanche. Così, il 9 settembre ci ritroveremo a marciare da piazza Cavour sino a palazzo di Città dietro la banda per poi, offrire, alla presenza del sindaco Enzo Napoli, un buffet augurale con le delizie del territorio, curato dalla Coldiretti, incontrare gli ospiti e trasferirci nel più accogliente Teatro Augusteo, intorno alle 20,30 (inviti disponibili all’info point in galleria Capitol e presso il museo dello Sbarco) per ascoltare un programma imperniato sulle melodie dei grandi maestri dell’era dello Swing”. “Un appuntamento questo del D-Day – ha continuato Giuseppe Natella – che abitualmente chiude la rassegna del Teatro dei Barbuti, che quest’anno ha festeggiato in bellezza la XXX edizione tra il calore e l’affetto di un pubblico che ci è sempre vicino, e che siamo felici di promuovere ed organizzare unitamente alle sempre più importanti iniziative del Museo dello Sbarco” . “Un luogo, il Museo – ha affermato lo storico e fondatore degli spazi di Via G. Clark Nicola Oddati – che sta diventando meta di un turismo particolare, attento – anche attraverso il più semplice e ferace mezzo del passaparola, del contatto  (n.d.r)- e che ci vedrà cooproduttori di una prestigiosa mostra al fianco dell’Istituto Luce a Cinecittà, sulla Resistenza al Sud”. “L’intera amministrazione comunale sostiene questa splendida iniziativa promossa dal Museo dello Sbarco – ha concluso Ermanno Guerra neo assessore anche al Turismo – aprendo quest’anno il teatro Augusteo capace di ottocento posti, per dar modo di partecipare ad un maggior numero di persone al concerto che, attraverso lo swing ricorderà quel sogno di libertà che partì da questa spiaggia”. Un sogno che allora permise alla muscolatura Italia di ricostruire le proprie macerie, un paese libero di vivere come meglio gli pareva e che mercoledì sera dovrà essere di buon auspicio anche per noi, una speranza che, come è noto, è un sentimento assai felice, purtroppo fatalmente provvisorio. Programma classico quello che presenterà la band con il suo nuovo maestro, interamente dedicato ai maestri della Swing Era. Fu proprio lo swing ad arrivare per primo in Europa, attraverso i famosi “V” discs, al seguito delle truppe americane. Ora, chi voleva, da questa parte dell’Atlantico, poteva anche scoprire, o riscoprire, il jazz, quello ritmato e un po’ melenso dell’ “era dello swing”, e quello degli anni Venti. Gli europei, che a queste cose si interessavano, si buttarono sui “V” discs e, quindi, sulle prime incisioni regolari disponibili, per fare una scorpacciata di jazz. Inghiottirono in un sol colpo anni di musica e cercarono di capire. Forse, trovandosela dinanzi tutta insieme, poterono comprendere meglio degli americani che cosa era stata la musica swing, e che cosa, di tutto quanto era stato registrato negli anni della “swing craze”, valesse la pena di essere ricordato. Il repertorio, scelto ed è un’occasione unica per poter ascoltare dal vivo e davvero filologicamente, la musica che va dal 1926 al 1946, con un occhio particolare ai leader delle grandi orchestre quali Jimmie Lunceford, Count Basie, Chick Webb, Benny Goodman, l’indispensabile Ellington e l’immancabile e atteso repertorio di Glenn Miller, uno stile assoluto protagonista di una serata, con un presentatore d’eccezione il flautista Francesco Desiato, che regalerà anche diversi soli, in cui si suonerà per l’assoluto piacere di farlo, dialogando con quel linguaggio dell’azzardo e della sfida, che è l’essenza del jazz in un contesto, che è quello più amato dai veri jazzofili.