Siamo ancora in piena crisi sanitaria mondiale dove non ci è dato di sapere se e come il Covid19 finirà o si evolverà. Ne’ sappiamo se dobbiamo ancora convivere con questo nemico di tutti. E proprio mentre stiamo iniziando a riprendere fiato, ecco che il mondo piomba nella piu’ nera delle miserie umane: la guerra, la smania di uccidere senza distinzione, seminare morte e portare alla disperazione piu’ totale centinaia di migliaia e poi milioni di persone che non capiscono il perche’ di quello che sta accadendo e forse non lo capiranno mai”. Queste le riflessioni del direttore del Giffoni Experience, Claudio Gubitosi in merito alla guerra scoppiata in Ucraina. “Ma che sta succedendo? – si domanda Gubitosi – Pensavamo di essere tutti impegnati a combattere un unico nemico. Evidentemente non era così, perche’ oggi siamo costretti ad assistere ad una terribile invasione di un Paese, un’invasione che sconvolge le pagine della storia e che scompagina il tempo, proprio nel cuore dell’Europa. Il perchè di tutto questo possiamo immaginarlo, ma nessuno ce lo dice apertamente e come lo spieghiamo questo perche’ ai nostri bambini, ai nostri ragazzi? In questi due anni ogni forma di comunicazione è stata indirizzata alla nostra difesa, stando a casa per mesi, rinunciando a spazi di libertà e a vivere i nostri sentimenti. Poi le mascherine e, finalmente, i vaccini. Un momento di grande speranza e vittoria della scienza per difendere il diritto alla vita. Oggi, come lo spieghiamo ai nostri giovani che ancora non siamo definitivamente liberi e che bisogna combattere contro sistemi autoritari e liberticidi, contro lo sconvolgimento dei diritti internazionali che sta portando morti e distruzione, l’uccisione di persone che non hanno colpa o responsabilità”. “Tutto questo è terribile! Sono avvilito – aggiunge Gubitosi – perchè da due anni che sto pensando ai nostri ragazzi, alla fase che sarebbe venuta dopo la pandemia, a far recuperare la fiducia in questa società e nel mondo. Ero consapevole che la fragilità di molti avrebbe portato ad un estremo disagio sociale, a criticità, in particolare della sfera psicologica, che avrebbe, ancor di più determinato una condizione di sfiducia e una mancanza di speranza e di futuro. Sono temi che era giusto affrontare, che ritengo prioritari e totalmente integrati nella vita di Giffoni. E’ stato questo il motivo della nascita del progetto Giffoni, 52 anni fa: stare vicino ai ragazzi, aiutarli nella loro crescita e sviluppo, condividerne dubbi ed incertezze, sostenere le persone che hanno bisogno di aiuto, integrare le diversità, fare esattamente quello che il tema dello scorso anno recitava: produrre felicità. Mentre guardavano fiduciosi e speranzosi al loro futuro li abbiamo fatti ripiombare, di nuovo, nel buio e nella paura”. “Non c’è altro da aggiungere. Oltre alla reazione che mi auguro possa crescere e svilupparsi nelle persone, una reazione che vada in direzione della vita, del rispetto della vita, della tutela del diritto alla vita. Credo che in questo momento milioni di ragazze e ragazzi non riescano più a guardare alla vita con quell’entusiasmo e quel desiderio di esserci, di far parte di una società di cui rappresentano una componente fondamentale, determinante. E’ questo il dato piu’ frustrante: ragazzi incapaci di sognare perchè figli di una realtà asfissiante. Mai potevo immaginare che, dopo aver visto più volte in questi miei anni reportage e documentari delle guerre passate e recenti, si potesse arrivare oggi, in un modo cosi’ improvviso, a sconfiggere la storia e a condannare a morte un mondo in cui la società non si puo’ più definire civile. Perchè dove l’uomo ammazza l’uomo niente è più civile, nulla puo’ essere più considerato umano”, conclude Gubitosi. re.cro.
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