Era stato legato con fili elettrici a mani e polsi, dopodiché picchiato violentemente fino ad ammazzarlo. E infine, dato alle fiamme. Il cadavere, poi, era stato nascosto nei boschi di Montecorvino Rovella: si tratta di Romano Di Francesco, un pregiudicato del posto di 69 anni. I carabinieri, coordinati dal capitano Giuseppe Costa, hanno denunciato i suoi due figli per concorso in omicidio, occultamento e distruzione di cadavere. Il parricidio sarebbe nato in un contesto familiare difficile. I figli, stanchi delle angherie e dei comportamenti violenti del padre avrebbero deciso di ucciderlo. I carabinieri hanno fermato la figlia di 44 anni il figlio di 42 anni. Alla soluzione di quello che si era presentato come un vero e proprio giallo, i militari sono giunti dopo la denuncia di scomparsa presentata dai familiari di Di Francesco. Secondo gli accertamenti medico legali l’uomo sarebbe stato ucciso di botte e, dopo essere stato rinchiuso in un grosso sacco dello steso tipo usato per le immondizie, è stato portato in aperta campagna e date alle fiamme, con le mani e i piedi legati con filo di ferro. Picchiati e maltrattati per quarant’anni da un padre-padrone, costretti a subire vessazioni di ogni genere sotto gli occhi di una madre impotente: c’è tutto questo dietro la morte di Romano Di Francesco, ucciso dai suoi figli. L’ultima lite il 5 agosto scorso, alle 15. L’anziano litiga con il figlio Giancarlo, 42 anni, che questa volte reagisce con violenza. Si avventa su di lui con calci e pugni, con una tale violenza da fracassargli lo sterno. Ferite letali per il 69enne, che muore nella cucina di casa sua. Il suo corpo resta lì fino alla notte tra il 5 ed il 6 agosto, quando Giancarlo e sua sorella Sonia decidono di avvolgere il corpo in un grosso sacco di tela e trasportarlo lontano, in località Occiano di Montecorvino Rovella, dove gli danno fuoco.
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