Condivisione, formazione e capacità di investimenti saranno i punti di forza per il rilancio del turismo nel Mezzogiorno dopo la grave fase di ‘stop’ provocata dall’emergenza Covid: a sostenerlo è Luigi Snichelotto, presidente di AssoMiMe (Associazione Mezzogiorno Italia Mediterraneo Europa), in occasione della BMT Borsa Mediterranea del Turismo di Napoli. Ospite della giornata di studi promossa dal presidente dell’ABBAC Guestitaly, Agostino Ingenito, dal titolo “Turismo post pandemia: l’evoluzione 3.0 dell’Ospitalità con Property Manager e Reti ricettive diffuse e sostenibili”, Luigi Snichelotto lancia l’innovativo concept di “Crescita Dimensionale”: una strategia di Marketing turistico che stravolge le attuali tendenze tipiche dello scenario italiano, proponendo un radicale stravolgimento di prospettiva e di azione. “In occasione della BMT, lo scorso anno abbiamo presentato le 10 regole per il re-start del turismo al Sud. Quest’anno, da questo forum prestigioso, alle presenza di tanti operatori del settore ed istituzioni, lanciamo la Crescita Dimensionale, un’evoluzione del decalogo – sottolinea Luigi Snichelotto – Il mood prevalente è nel nostro Paese consiste nell’intercettare la domanda sul territorio di destinazione. Capovolgere i trend significa che noi dobbiamo andare, invece, nei luoghi dove la domanda turistica si forma, per governarne i flussi. Vuol dire non aspettare a casa nostra, ma andare ad identificare i nuovi segmenti di mercato in cui andare a ‘pescare’ la domanda direttamente nei paesi stranieri. I competitor internazionali sono sempre più aggressivi. Dobbiamo superare la visione amarcord di un’Italia che, 50 anni fa era leader del mercato internazionale, per le sue bellezze incommensurabili. Interrelazione, presentazione e promozione dei nostri territori sono i nuovi punti cardine, fondamentale per lo sviluppo del turismo italiano”. Sarà essenziale per l’hospitality la capacità di specializzare e formare gli operatori del settore nell’incoming, nella conoscenza delle lingue, oltre ad un sistema digitale di analytics, pensando che il turista diventerà una sorta di advisor al rientro nei paesi di provenienza.“Dopo il Covid, il mondo sta vivendo un cambiamento epocale e sostanziale – prosegue il presidente di AssoMiMe Snichelotto – È mutato lo stile di vita, la capacità di relazionarsi con gli altri: siamo timorosi, guardiamo al futuro con paura dell’ignoto. Post pandemia si parla di circa 1miliardo in meno di flussi turistici mondiali, un crollo di 900miliardi di dollari nei fatturati internazionali. Lo scenario è da ricostruzione post bellica. Un settore da ripensare”. È il profilo di un turista resistente e resiliente, quello delineato nel corso del focus alla BMT, con il contributo di analisi statistiche del marketing territoriale redatte dagli osservatori universitari. Emerge, fortemente, l’idea di un’ospitalità diffusa, dalla smart city ai borghi delle aree interne. “Cosa chiede il turista post covid? Spazi aperti, nuovo scambio energetico, vitale. Non più solo una capitale chiusa, ma una Napoli hub di convegni, scambi di relazione, turismo lento, necessità infopoint, garanzia di decoro e sicurezza: senza questi requisiti parlare di turismo diventa effimero”, esordisce Agostino Ingenito, presidente ABBAC Guestitaly: “Sono grandi le sfide, innanzitutto ripristinare un rapporto empatico con il nostro viaggiatore. Dai nostri territori dobbiamo ripartire, determinando un’offerta qualificata per rispondere ad una domanda sempre più crescente di un cittadino che non si intrattiene per lunghi periodi, ma pretende dei servizi. Ci sarà un turismo resiliente anche dopo la pandemia e con i venti di guerra. Qualificare quindi l’offerta, mettendo insieme privato e pubblico per offrire una serie di servizi che non siano stagionali, ma consentono un’ospitalità diffusa. È una sfida che la Campania e il sud possono vincere solo lavorando sulla interconnessione. Non può esistere turismo se non c’è una mobilità: servono infrastrutture per una vera accoglienza”. Centrale il ruolo del Mediterraneo, prima destinazione al mondo per turismo (33% del mercato), con 450 siti Unesco di interesse globale, corrispondente al 30% del reddito mondiale e al 12% del Pil regionale. Di qui la necessità di adottare strumenti di misurazione della performance, con il coinvolgimento delle comunità locali, e ancora miglioramento delle infrastrutture, autenticità della comunicazione, mobilità e transizione digitale: è quanto emerge dalla relazione prodotta dall’università della Basilicata, a cura del professore di Marketing territoriale Roberto Micera. Tra i case history, anche il comune di Scario, che riparte dal racconto della bellezza: “Trasformare la bellezza turistica in 365 giorni di attività. Significa competere con un settore internazionale specializzato – spiega il vice sindaco Pasquale Sorrentino e delegato turismo per la Provincia di Salerno – Noi portiamo un’esperienza complessa, che dalla montagna arriva al mare, passando per la storia, per i grandi giacimenti culturali, per coccolare un turista curioso attento. I territori devono parlarsi, in una connessione tra operatori turistici culturali e istituzioni, passando attraverso la narrazione di ciò che ci circonda”.
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