Truffe agli anziani: 26 arresti tra Torino, Napoli e Caserta - Le Cronache Cronaca
Cronaca Campania

Truffe agli anziani: 26 arresti tra Torino, Napoli e Caserta

Truffe agli anziani: 26 arresti tra Torino, Napoli e Caserta

E’ di 26 arresti (21 in carcere e 5 ai domiciliari) e 3 obblighi di presentazione alla Polizia il bilancio della maxi operazione condotta dai carabinieri contro un’associazione a delinquere specializzata nelle truffe agli anziani. Il blitz, scattato all’alba di oggi nelle province di Napoli, Torino e Caserta su disposizione del Tribunale di Genova, ha visto l’impiego di 150 militari ed è arrivatp a coronamento dell’indagine denominata “2 ottobre”, in onore della “Festa dei Nonni” ed in considerazione dell’età avanzata delle vittime. Le complesse indagini del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo del capoluogo ligure, coordinate dalla Procura della Repubblica genovese, hanno permesso di individuare un sodalizio criminale capeggiato da una coppia, con precedenti di polizia anche specifici, strutturato in batterie operative diverse, che operavano su tutto il territorio nazionale, i cui componenti si incontravano e si aiutavano vicendevolmente. Gli investigatori hanno ricostruito 54 episodi di truffe pluriaggravate (45 consumate, 9 tentate) condotte sull’intero territorio nazionale nel periodo aprile 2022 – marzo 2024, per un profitto illecito complessivo superiore a 700 mila. L’indagine aveva già portato all’arresto di 20 persone e a 4 denunce per il reato di truffa e tentata truffa aggravata, con i carabinieri di Genova che hanno recuperato il profitto di alcune truffe (denaro e monili in oro) per un valore di circa 90.000 euro. Secondo la ricostruzione degli inquirenti genovesi, il modus operandi segue sempre lo stesso schema: le vittime vengono contattate telefonicamente da sedicenti Marescialli dei carabinieri o avvocati che riferiscono che un prossimo congiunto dell’anziano (generalmente figlio o nipote) ha provocato un incidente stradale in cui è rimasta gravemente ferita la controparte. Per aumentare la pressione psicologica, i truffatori riferiscono alla vittima che, per evitare l’arresto del parente, è necessario pagare immediatamente una cauzione per risarcire il ferito. Acquisita l’intenzione di aiutare il parente in grave difficoltà, il truffatore spinge la vittima a mettere a disposizione il denaro e i gioielli presenti in casa. Il falso Maresciallo/avvocato comunica al truffato che entro un breve lasso di tempo una persona (finto carabiniere o assistente dell’avvocato) l’avrebbe raggiunta nella propria abitazione per ritirare il denaro/preziosi. Il telefonista, fino a quando il “corriere” non avrà ritirato il denaro, continua ininterrottamente a intrattenere al telefono la vittima, rimarcando la gravità dei fatti e il poco tempo disponibile per risolvere la situazione. In questo modo riesce ad avere un controllo totale del truffato dal punto di vista psicologico e delle azioni da lui compiute, evitando così che la vittima possa avere contatti telefonici con amici e/o parenti che, se informati della situazione, potrebbero fare sfumare il ritiro della refurtiva

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