Ieri mattina il direttore creativo di Giffoni Luca Apolito ha incontrato studenti e docenti del liceo Torquato Tasso di Salerno e una delegazione di dirigenti e professori di altri istituti del territori per parlare di “Truffaut, il cinema e la visione”, in occasione della presentazione del programma scuole voluto dall’associazione Tempi Moderni, promotrice di due grandi mostre, una dedicata alla Nouvelle Vague e l’altra al rapporto tra Michelangelo Antonioni e Monica Vitti, che saranno arricchite dalla rassegna I racconti del contemporaneo VI edizione, composta dalle sezioni talk, cinema e musica. “Un’iniziativa che ci consente di avvicinare i ragazzi all’arte cogliendo a pieno il compito della scuola – ha detto la dirigente scolastica del liceo Tasso Carmela Santarcangelo – Nel periodo della Nouvelle Vague in un momento storico delicatissimo, c’era un sentire diffuso che attraverso l’arte veniva portato avanti. Quest’anno ricorrono i novant’anni della nascita di Truffaut e per una felice coincidenza anche i novant’anni del nostro liceo che festeggeremo con una serie di celebrazioni”. Presente anche il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli: “C’era uno stato di effervescenza nel periodo della Nouvelle Vague che ha prodotto una stagione fertilissima del cinema. Iniziative di questo tipo consentono di far accumulare ai giovani una sempre maggiore conoscenza critica della realtà che li circonda, questa del resto anche la mission del liceo classico”. A precedere l’affascinante racconto di Apolito, un video saluto del fondatore di Giffoni Claudio Gubitosi che ha ricordato l’emozione di quando, nel 1982 – all’epoca il festival del cinema per ragazzi non era l’hub e il modello culturale conosciuto in tutto il mondo che è oggi, ma una piccola realtà piena di passione e aspettative – arrivò un telegramma di uno dei Maestri della Nouvelle Vague, Francois Truffaut, che aveva accettato l’invito a partecipare alla manifestazione. “Non ci credevo, era un uomo schivo. Ma a Giffoni disse di sì perché la lettera che gli inviai mi emozionò. Giorni densi, trascorsi in auto ad ascoltare musica e a cantare insieme alla sua campagna dell’epoca Fanny Ardant – ha ricordato Gubitosi – Fu uno spartiacque per la mia vita e per Giffoni. La sua presenza mi decise a dedicarmi anima e corpo al festival nonostante le difficoltà. E mi fece capire che era possibile realizzare grandi imprese, tant’è che qualche anno dopo avemmo come nostro ospite Robert De Niro. Voglio condividere con voi un dono – rivolgendosi ai ragazzi – All’epoca producevamo un catalogo e lui, dopo aver vissuto questa esperienza, ci lasciò una dedica straordinaria ed una frase che è rimasta nella storia: tra tutti i festival del cinema quello di Giffoni è il più necessario. Fu proprio l’aggettivo necessario ad aver dato forza al festival. Che oggi più che mai lo è”. La parola è poi passata a Luca Apolito che ha sottolineato, come un’idea nata 52 anni fa ormai è entrata nella storia con un atto rivoluzionario: così come Truffaut e gli altri esponenti della Nouvelle Vague furono capaci di scardinare un certo modo di fare cinema, allo stesso modo Gubitosi, scegliendo di fare un festival per ragazzi, con i ragazzi protagonisti, ribaltò gli schemi dei festival fatti e pensati per gli addetti ai lavori. Il direttore creativo di Giffoni ha ricordato l’infanzia, non facile, del regista e le sue passioni: guardare film, scrivere film, leggere di cinema, insomma una vita dedicata in tutto e per tutto al suo grande sogno. “Anche infrangendo le regole, voleva arrivare a una forma di verità. E ancora oggi gli artisti che ci piacciono di più sono quelli che riescono ad avere uno sguardo onesto. Oggi certa parte della cinematografia sta diventando business, invece lui ha avuto la capacità di raccontare in maniera onesta e pura la realtà, facendo dei lavori, come del resto Godard o Chabrol, che hanno scosso le coscienze. Truffaut diceva che fare film era prolungare i giochi dell’infanzia. Ecco, io credo che un artista attraverso i suoi sogni possa cambiare il punto di vista sulla realtà. Per questo – ha detto rivolgendosi alla platea – vi auguro di trovare in voi stessi una grande passione che sia capace di mettere in moto una rivoluzione”. Il presidente di Tempi Moderni Marco Russo e il direttore scientifico Alfonso Amendola hanno poi illustrato il senso di un progetto mosso dal cambiamento. “Dal 23 settembre Palazzo Fruscione diventerà il vostro spazio – ha annunciato Russo – Capirete come la forza di quei ragazzi che all’epoca non avevano budget ma solo sogni sia cresciuta senza perdere la sua identità e sia ancora oggi profondamente attuale”. “ Ogni epoca ha il suo linguaggio – ha concluso Amendola – Vi aspetta un viaggio nelle grandi passioni”. L’obiettivo dell’associazione, nata con lo scopo di fare rete attraverso la cultura, è lo stesso di Giffoni: quello di stimolare e coinvolgere i giovani, spingendoli ad avvicinarsi all’arte, ma anche alla letteratura, al cinema, al teatro, alla musica e a tutto quello che possa arricchire il loro background. Tra l’altro, a luglio, è stato firmato il nuovo protocollo di intesa tra Ente Autonomo Giffoni Experience e l’associazione Tempi Moderni di Salerno, rappresentata dal presidente Marco Russo. L’idea comune, che sarà messa al servizio del percorso di formazione e crescita dei ragazzi, è quella di diffondere e potenziare la cultura attraverso la conoscenza dell’arte. Sulla base di ciò, nasceranno già dal prossimo autunno progetti, laboratori, momenti di incontro. Per l’edizione 2022, Tempi Moderni – I racconti del contemporaneo, ha deciso di dedicare ancora maggiore attenzione ai giovani, attraverso un programma specifico rivolto alle scuole – più ricco e più articolato – con un duplice obiettivo: provare a fare rete con i dirigenti scolastici regionali nel segno della cultura e intercettare un pubblico da far appassionare alla fotografia, al cinema, alla letteratura, alla musica e all’arte, stimolando la capacità di percepire e di farsi emozionare. Le visite guidate. Le cifre della commistione e della multidisciplinarietà che da sempre caratterizzano l’operato di Tempi Moderni, saranno in tal senso le linee guida che accompagneranno gli appuntamenti pensati per gli istituti del territorio, i cui studenti avranno l’occasione di visitare, in compagnia di esperti del mondo dell’arte e del giornalismo, due mostre di primissimo piano nel panorama nazionale. Quella dedicata alla Nouvelle Vague, a Palazzo Fruscione e quella al rapporto tra Michelangelo Antonioni e Monica Vitti nel complesso di San Michele. Il costo della visita guidata è di cinque euro per mostra. Il contest. Le visite guidate sono anche propedeutiche alla partecipazione ad un contest che prevede la realizzazione, da parte degli studenti, di una loro rivisitazione del progetto attraverso: un elaborato multimediale, un video della durata massima di 2.30 minuti, un podcast, un racconto fotografico composto da massimo venti foto, una graphic novel di massimo cinque pagine, un racconto di massimo 5mila battute, una colonna sonora di massimo 3 minuti, uno storyboard di massimo cinque tavole. Tutti gli elaborati dovranno essere inviati, entro il 2 novembre, al seguente indirizzo mail: info@tempimodernidee.com. I progetti saranno esaminati da un’apposita commissione selezionata da Tempi Moderni e valutati secondo i seguenti criteri: originalità, stile, efficacia del messaggio. La mostra nella mostra. I primi tre vincitori riceveranno premi in libri, mentre tutte le opere saranno esposte il 7 novembre a Palazzo Fruscione, nell’ambito di un evento speciale dedicato ai più giovani, alla presenza delle istituzioni. Le scuole interessate saranno coinvolte anche nell’ambito della comunicazione, dell’accoglienza e della promozione, affinché l’esperienza di Tempi Moderni possa tradursi in un momento di sperimentazione e di confronto delle competenze acquisite a scuola. Le Matineè del cinema. La risacca dell’onda / Matineè è una sezione di cinema che si terrà a Palazzo Fruscione con introduzioni a cura di Barbara Cangiano e Francesco della Calce. Le proiezioni sono gratuite e su prenotazione (a carico delle scuole c’è solo il costo dell’ingresso alla mostra).
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