Truffa con il superbonus e riciclaggio. 23 indagati - Le Cronache Giudiziaria

Nocera Inferiore/Scafati. Ventitre indagati per una truffa di svariati milioni di euro ai danni dello Stato, concentrata sulle detrazioni del Superbonus: soldi incassati con sconti in fattura e cessioni di credito per dei lavori che non sarebbero stati mai svolti. Chiusura delle indagini dalla Procura di Nocera Inferiore, pm Gianluca Caputo, per i coinvolti che risiedono in tutta la provincia di Salerno, dall’Agro nocerino (Pagani, Nocera Inferiore e altri centri dell’Agro) fino alla zona sud. Tra le persone finite nel mirino della magistratura c’era anche lo straniero ucciso sulla strada per Napoli in zona Casalnuovo (posizione archiviata per sopraggiunta morte) e il suo presunto aguzzino, un ragioniere incensurato tuttora in carcere che lo avrebbe assassinato per una vicenda sull’immigrazione clandestina, occultandone il cadavere e trasportarlo fino all’Agro nocerino da Casalnuovo. I 23 indagati rispondono di truffa, ricettazione e autoriciclaggio. La Guardia di Finanza si è concentrata sul meccanismo degli sconti in fattura e cessioni del crediti. Le contestazioni da parte della procura risalgono tra agosto e la fine del 2021, con le singole posizioni e la ricostruzione dei movimenti di denaro effettuati per ostacolarne l’identificazione. nei guai anche una 78enne residente a Nocera Inferiore, che all’Agenzia delle Entrate avrebbe attestato falsamente di vantare crediti d’imposta per lavori di ristrutturazione ed efficientamento energetico, pur non essendo intestataria di alcun immobile. In questo modo, dopo aver stipulato tre contratti di cessione di crediti d’imposta inesistenti con Poste Italiane, riuscì ad ingannare la società concessionaria, ottenendo oltre 160mila euro. Denaro che rappresentava il corrispettivo per le cessioni finito sul proprio conto corrente postale. Poi secondo gli inquirenti avrebbe traferito quei quei soldi – ritenuti provento della truffa- su un altro conto, attraverso 11 bonifici ostacolando così concretamente l’identificazione e la provenienza del denaro. Quindi per la donna c’è anche la contestazione sull’autoriciclaggio. Nell’inchiesta ci sono anche anche Hadraoui M’ssad, il 54enne marocchino trovato cadavere a Castel San Giorgio lo scorso 29 gennaio e Gerardo Palumbo, 64enne di Roccapiemonte, sospettato del delitto e in carcere da mesi. Quest’ultimo- per il quale c’è un processo a Nola con l’accusa di omicidio- risponde di ricettazione, in quanto sul suo conto finirono 28mila euro, provenienti proprio da quello intestato all’extracomunitario. M’Ssad (la sua posizione sarà archiviata visto il decesso) avrebbe infatti attestato, come altri, falsi crediti d’imposta per una serie di lavori, ottenendo 184mila euro. Soldi poi girati ad altri due correnti, uno intestato proprio a Palumbo (col quale avrebbe anche gestito un traffico di extracomunitari introdotti irregolarmente in Italia) e l’altro ad un’azienda commerciale di Napoli, finita al centro dei raggiri. Una 33enne nativa di Pagani legale rappresentante della Srl attenzionata, avrebbe ricevuto oltre 3 milioni di euro nel dicembre 2021, attraverso 262 bonifici. Quei soldi sarebbero stati secondo la pubblica accusa il risultato di fatture emesse per lavori inesistenti. Ora tutti e 23 indagati avranno 20 giorni di tempo per rendere dichiarazioni in procura prima che il magistrato titolare dell’inchiesta chieda i rinvii a giudizio al gup del Tribunale di Nocera Inferiore.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *