Trapianti, il Ruggi sfiora quota trecento.Presto nuove tecnologie per i pazienti - Le Cronache
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Trapianti, il Ruggi sfiora quota trecento.Presto nuove tecnologie per i pazienti

Trapianti, il Ruggi sfiora quota trecento.Presto nuove tecnologie per i pazienti

Sono all’incirca 20mila le persone iscritte al registro dei Donatori Midollo Osseo Regione Campania ma molti di loro quando vengono chiamari rifiutano. A snocciolare i dati Giuseppe Matarese, professore Ordinario di Patologia Generale e Immunologia, Dipartimento Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche Università di Napoli “Federico II” – Direttore Laboratorio Immunogenetica dei Trapianti e del Registro dei Donatori Midollo Osseo Regione Campania – AOU Federico II nel corso del convegno tenutosi nei giorni scorsi presso il Ruggi d’Aragona, organizzato da Federazione Italiana Adoces e l’associazione di volontariato Marco Iagulli. «Se ne parla poco ma bisogna cercare di sensibilizzare i giovani alle sensibilizzazioni, dare loro una corretta conoscenza perché la donazione è un atto d’amore; iscriversi al registro è una promessa di donare in futuro qualora qualcuno ne avesse bisogno – ha spiegato il professor Matarese – Ci sono quasi 20mila donatori nella regione Campania, un numero consistente ma non sono mai abbastanza perché il numero di persone che viene ricontattata successivamente e si rifiuta è molto elevata perché non c’è stata una grossa campagna di conoscenza e di sensibilizzazione». Il Ruggi, oggi, per quanto riguarda i trapianti è un’eccellenza a livello regionale con quasi trecento trapianti effettuati. «Il trapianto di cellule staminali è stato il leit motiv di tutta la mia attività. Dal 2014 abbiamo avuto la possibilità di fare più di 270 trapianti e ci avviamo alla soglia dei 300 trapianti di midollo; il numero di trapianti supera i 15 allogenici, cioè da donatori ma potremmo fare molto di più se avessimo a disposizione qualche camera sterile in più perché la richiesta è sempre maggiore. A breve ci occuperemo anche della terapia Car-t, la nuova frontiera della terapia che permetterà di risolvere i problemi di pazienti che sono resistenti o refrattari alle precedenti chemioterapie o terapie target», ha spiegato il professor Carmine Selleri Direttore Dipartimento Oncoematologico e Trapianti Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno. «Dobbiamo dire la verità: l’amministrazione ultima ci ha messo a disposizione una serie di macchinari che ci permetteranno di affinare ulteriormente la tecnica trapiantologica e di seguire nel tempo la malattia post trapianto», ha poi detto il professor Selleri. «Bisognerebbe parlare di più di donazioni e di trapianti, quest’ultimo è un trattamento terapeutico che permette di salvare la vita a tante persone ma c’è bisogno di donatori adulti e di genitori che decidono, al momento della nascita del loro bambino, di donare il sangue cordonale. È fondamentale perché senza donatori non riusciamo ad avviare i nostri pazienti al trapianto. È un atto d’amore perché queste cellule, quando sono trasferite presso le banche del sangue cordonale vengono sottoposti a controlli vari e conservati all’interno di questi laboratori dove possono rimanere per anni. Parliamo di cellule staminali in grado di ricostruire il midollo nel momento in cui il paziente viene sottoposto a trattamento chemioterapico», ha dichiarato la dottoressa Letizia Lombardini, direttore dell’area medica del centro nazionale Trapianti. «Per quanto riguarda le donazioni di sangue cordonale sono in calo anche perché i clinici stanno utilizzando un po’ meno questa fonte di staminali, importanti soprattutto per i pazienti che non riescono a trovare un donatore compatibile tra i familiari o nei registri ed è possibile che questa sia l’unica loro chance. Il sangue cordonale può essere utilizzato anche come materiale da cui poter ricavare trattamenti che migliorano la qualità di vita di tanti pazienti», ha detto ancora la dottoressa Lombardini.