L’ex sindaco di Nocera Inferiore, l’avvocato Manlio Torquato, riguardo al rione Montevescovado, ha voluto precisare sul lavoro svolto per riottenere i suoli, evitando al Comune anche un danno di 8 milioni di euro. Nelle parole dell’ex primo cittadino non solo la vicenda di Nocera Inferiore, ma anche una riflessione sul patrimonio edilizio dell’Agro. La questione Montevescovado inizia a risolversi, sia sul piano politico e sia su quello tecnico, dal riscatto delle ipoteche alla odierna transazione. A spiegare il lungo percorso intrapreso, l’ex primo cittadino: “La vicenda dei suoli di Montevescovado si è finalmente conclusa lo scorso consiglio comunale. Con una transazione opportunamente approvata che giunge ad esito e completamento di un lungo coraggioso lavoro decennale avviato con la delibera consiliare del 2015, che ha consentito al Comune, che decise di resistere nel giudizio intentato dalla Curatela fallimentare (scelta confermata anche per il secondo grado di giudizio dall’amministrazione attuale), di riottenere i suoli che la Curatela medesima pretendeva; e di respingerne la richiesta di ben otto milioni di euro a danno del Comune. Passaggio decisivo fu la liberazione dei suoli dalle ipoteche (e sui fabbricati incompleti) con un attività lunga e faticosa, svolta tra Amministrazione, Regione IACP e Banco Napoli. Insieme al mantenimento della posta finanziaria a noi destinata dalla Regione, per il tramite dell’Acer e che con un lavoro incessante garantimmo e ancora dura. Attività senza le quali avremmo dovuto dire da tempo addio alle possibilità di nuove case a Montevescovado. E di cui va dato merito al tempo agli assessori Amato e Campitelli, in primis”. Si è trattato, per l’ex sindaco, di un percorso chiaro e possibile. “Priva di fondamento invece, – evidenzia Torquato – per mancanza delle condizioni di diritto, la tesi avanzata nell’ultimo consiglio, secondo la quale il Comune avrebbe dovuto insinuarsi al passivo fallimentare di Iacp Futura. Ma questa è questione tecnica e che come tutte le questioni giuridiche lascia sempre ognuno convinto delle proprie tesi, ancora più se piegate alle ragioni della polemica politica; perciò lunga e noiosa da chiarire qui”. L’edilizia a Nocera, ma anche nell’Agro, come detto, i tasti toccati dall’ex primo cittadino, in un discorso più generale e comprensoriale. “La vicenda di Montevescovado – per l’ex sindaco – rappresenta invece l’occasione di una analisi sulle politiche abitative che meriterebbe di essere fatta in modo strategico come una delle urgenze sociali del nostro tempo, anche nella nostra città. La conversione progressiva delle dimensioni e delle esigenze abitative, il permanere di volumi edilizi sproporzionati alle effettive esigenze delle famiglie attuali, la conversione a b&b di numerosi appartamenti, un patrimonio edilizio vetusto e soprattutto l’argine necessario al rischio di una espansione edilizia ulteriore (non sul costruito, ma su suoli non ancora compromessi), è questione su cui sarebbe auspicabile a Nocera, come in tutto l’Agro, un dibattito aperto tra tutti i soggetti del settore. D’altronde la nuova normativa urbanistica regionale è questione recente che merita una discussione urgente pubblica sugli indirizzi da tenere. Magari con il nuovo anno”.
Giuseppe Colamonaco