di Erika Noschese
“Il Reddito di cittadinanza va riformato per poter favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, ed è la vera grande sfida. Stiamo disabituando i giovani al lavoro, è drammatica la condizione nella quale ci troviamo”. Parla così Tommaso Pellegrino, attuale capogruppo di Italia Viva a Palazzo Santa Lucia, analizzando lo scenario politico a pochi giorni dalle elezioni del prossimo 25 settembre. Pellegrino, nei giorni scorsi ha annunciato che in Consiglio Regionale nascerà il Gruppo Unico Italia Viva – Azione Pellegrino, con le Politiche del 25 settembre, Azione e Italia Viva viaggiano insieme. Come definirebbe il Terzo Polo? “Il Terzo polo va inteso non come somma di partiti ma un progetto unico che guarda a un partito liberale, riformista e moderato. Un centro moderato di cui il Paese ha decisamente bisogno, in cui si riconoscono molti italiani ma che di fatto non ha ancora una rappresentanza politica nelle istituzioni, ma sono certo che dal 26 settembre saremo determinanti nel rappresentare i bisogni di tante famiglie italiane”. Per la prima volta si torna al voto con la riduzione del numero dei parlamentari. Viene a mancare la democrazia? “Le elezioni del 25 settembre rischiano di sancire la rottura tra la politica nazionale e i Territori; la scellerata riforma costituzionale, che ha determinato la riduzione dei parlamentari non solo non ha comportato alcun risparmio, ma favorisce esclusivamente le oligarchie e i cerchi magici romani non rispettando in alcun modo quelle che sono le volontà degli elettori. La battaglia più importante che il Terzo polo deve intestarsi, subito dopo le elezioni, sarà quella di riprendere il tema della riforma costituzionale e andare verso un Parlamento monocamerale in modo tale da avere un’unica Camera con 600 parlamentari che vengono eletti sui territori, con collegi più piccoli e magari senza il meccanismo delle pluricandidature. Solo così sarà possibile ricostruire quel rapporto di fiducia tra elettori e rappresentanti istituzionali in quanto il cittadino sarà messo nelle condizioni di poter scegliere”. Appello al voto: perché scegliere il Terzo Polo? “Il Terzo polo deve essere il partito delle competenze. Dovremmo lanciare un grande patto contro le mediocrità. Matteo Renzi ha pagato un prezzo altissimo quando ha portato il Pd al 40%. Era diventato scomodo per tanti, troppi mediocri, che puntualmente si sono alleati per abbatterlo e ci sono riusciti. Renzi ha avuto il coraggio di ripartire con un nuovo progetto moderato riformista che intende parlare agli italiani un linguaggio comprensibile e dare voce a quei tanti settori e alle tante famiglie del nostro Paese che si trovano a vivere una condizione di forte sofferenza sui temi dell’energia, del lavoro, della fiscalità e altro”. Tanti i problemi che oggi attanagliano il Paese, cittadini e aziende ormai non arrivano più alla fine del mese… “Siamo il Paese con la più alta pressione fiscale, con il maggiore numero di tasse da pagare, pensare di aggiungerne altre è una follia. Consideriamo anche le tasse indirette pagate dai cittadini, laddove c’è l’aumento del costo del pane e dei beni di prima necessità. Serve realizzare una vera rivoluzione fiscale, che vada incontro alle famiglie e alle imprese”. Reddito di Cittadinanza, cosa ne pensa? “Non può essere l’assistenzialismo legato al Reddito di cittadinanza il modello da seguire per aiutare le persone in difficoltà. Il Reddito di cittadinanza va riformato per poter favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, ed è la vera grande sfida. Stiamo disabituando i giovani al lavoro, è drammatica la condizione nella quale ci troviamo. Quando sentiamo gli imprenditori che non riescono ad assumere perché i giovani percepiscono il Reddito di cittadinanza è una sconfitta oggettiva. E’ inutile difendere ciò che è indifendibile. Il concetto di percepire anche un euro senza lavorare è un concetto assurdo. Ben vengano i sussidi come abbiamo visto durante la pandemia per dare respiro a chi si trova in difficoltà , come nel caso dei 5000 panificatori campani che rischiano la chiusura per il caro energia. Si tratta, però , di interventi determinati da una condizione di particolare criticità ed emergenza. È indispensabile, invece, fare interventi seri e concreti nelle politiche attive del lavoro”. Una delle maggiori difficoltà è la sanità. La pandemia ha evidenziato tutte le falle di un sistema sanitario carente… “La Sanità in Campania vive un momento di profonda difficoltà. Una delle principali criticità è rappresentata dalla carenza di personale nelle strutture ospedaliere, conseguenza anche di un criterio di ripartizione delle risorse da parte del governo assolutamente sbagliato che penalizza la nostra Regione, rendendo più difficile la possibilità di fare nuove assunzioni. Non possiamo più permetterci di sbagliare gli investimenti e di non fare una programmazione che tenga conto dei bisogni di salute dei singoli territori. Piuttosto che investire un miliardo di euro del Pnrr per costruire ospedali di comunità, sui quali peserebbe la mancanza di operatori sanitari, e finirebbero per essere cattedrali nel deserto, occorrerebbe ripensare al modello di assistenza domiciliare per i pazienti oncologi e per i pazienti cronici, così da ridurre la pressione sugli ospedali andando a creare un’assistenza di qualità e dando risposte concrete a chi soffre”.