Ci sono storie che meritano di essere raccontate. Alcune di queste, poi, oltre ad essere meritorie sono contornate da un substrato di unicità. Veniamo a conoscenza di una di queste ultime attraverso Michele Giordano, amico dell’Associazione Salerno 1943 ed appassionato di storia locale. E’ stato lui, nel gennaio del 2021, a notare una inserzione avente ad oggetto un vecchio diario di guerra. Poche informazioni a riguardo, alcune foto, 4 medaglie di cui una relativa alla campagna d’Italia. Il più classico dei quesiti: lo compro? Il tempo passa, l’inserzione è sempre lì. La decisione arriva un pomeriggio, improvvisa ed impulsiva, senza alcuna certezza in merito ad una eventuale esperienza salernitana del soldato. Passa qualche settimana ed il plico arriva a destinazione; proviene dalla Gran Bretagna. Michele lascia da parte le medaglie al merito, concentra la sua attenzione sul diario: 25 pagine redatte a mano, alcune scritte a penna altre a matita, un titolo che non necessita di interpretazioni: “This is a diary of my military service in the war”. La figlia Iolanda, giovane studentessa di lingue, incuriosita da questo manipolo di pagine, accetta di tradurle. E’ così che Kenneth Hawkins, di soli 20 anni, può tornare a rivivere. Lo fa attraverso le sue stesse parole, attraverso un diario che, come vedremo, si interromperà prematuramente proprio nei pressi di Salerno. Tutto ha inizio il 6 gennaio 1943, il primo giorno di servizio. Da Cobham, piccola cittadina della contea del Surrey, il giovane Kenneth raggiunse con i suoi commilitoni Liverpool per poi lasciare, soltanto 3 giorni dopo, l’Inghilterra. Da qui l’arrivo in Algeria: dapprima una marcia di circa 17 miglia, poi alcuni spostamenti in treno, in un vagone adibito al trasporto di bestiame che -come afferma- risulterà “difficile da dimenticare”. Un lungo percorso tra sentieri minati, la paura di un agguato, le prime vittime del suo reggimento. Il primo ad essere menzionato è un ragazzo di soli 22 anni, William Robinson, il secondo un tenente colonnello, Beckurth, gravemente ferito da una bomba il 10 marzo. Da qui una serie di nomi, ragazzi per lo più, compagni di reparto, amici. Kenneth omette di riportare informazioni sensibili, sa bene che, laddove catturato dal nemico, il diario non deve vanificare gli sforzi profusi. Anche 30 ore senza batter ciglio minano, intanto, i suoi nervi. Il 7 marzo la prima importante notizia: Tunisi non è più in mano nemica. Passano settimane, il giovane si ritrova a fare da guardia a circa 20.000 prigionieri tedeschi ed italiani adirati per la sconfitta. “Le condizioni igieniche sono spaventose” afferma. Intanto, il 20 maggio, le truppe alleate si apprestano a percorrere la “marcia della vittoria”. Ma il tempo degli onori dura ben poco. Lo stretto necessario per vedere sfilare Churchill, il generale Alexander ed il maresciallo di campo Brooke il 2 giugno ed i commilitoni iniziano un duro addestramento. Ancora non conoscono la prossima destinazione: il 17 luglio -scrive- “dopo mesi passati a marciare sul terreno polveroso, abbiamo imparato a correre fuori dalle navi di assalto, sappiamo che qualcosa si sta muovendo”. La divisione non parte per la Sicilia, resta di riserva; nessun nuovo ordine fino al 10 agosto, giorno in cui si apprende che entrerà a far parte della 5° Armata Americana che opererà in Italia. A Biserta il corso di addestramento finale per uno sbarco, nessuna indicazione in merito al dove, almeno fino al 4 settembre quando la destinazione viene finalmente rivelata: Salerno. “Le navi d’assalto erano per lo più americane -scrive il giovane- le scorte dei mezzi navali, invece, prevalentemente inglesi”. L’8 settembre i primi bombardamenti nemici, il 9 lo sbarco sulle coste salernitane. Lo stesso giorno, a 5 miglia da Salerno lungo la strada per Avellino, l’ultimo messaggio annotato a matita sul diario: “La maggior parte del battaglione ha raggiunto la spiaggia. Fortunatamente c’è stata poca opposizione sul nostro versante: siamo riusciti a raggiungere i mezzi di trasporto e ad allontanarci. Ora abbiamo alloggiato su una altura il dormitorio per la notte”. Kenneth, morirà il giorno seguente, il 10 settembre del 1943, a soli 20 anni. Sarà seppellito al Cimitero del Commonwealth di Salerno insieme ai suoi commilitoni. A circa 78 anni da quei giorni il suo diario è ritornato lì dove fu raccolto e fatto recapitare alla famiglia. L’Associazione Salerno 1943 ha aiutato Michele ed il gruppo Salerno WW2 ad identificare la tomba del giovane Kenneth: il suo diario, le medaglie delle campagne effettuate (tra cui quella italiana consegnata postuma alla famiglia) e quella raffigurante la tigre simbolo del Regimento York and Lancaster, sono tornate sulla sua lapide. Su di essa una frase che, nel raccontare questa storia, vorremmo onorare: “Worthy of remembrance”. Degno di ricordo. L’Associazione Salerno 1943, nel divulgare la storia del giovane soldato, intende ricordare tutti i ragazzi che, strappati alle proprie famiglie, sopportarono il peso della guerra e chi, dalla guerra, non è mai più ritornato.
Vincenzo Pellegrino Presidente Associazione Salerno 1943