di Marina Pellegrino
Steven Spielberg colpisce ancora, riportando alla luce uno degli scandali politici più importanti della storia americana. “The Post”, in sala dallo scorso 1 febbraio, ha registrato 87.081 presenze in un solo giorno dall’uscita, con incassi da record e apprezzamenti da parte di pubblico e critica. Nominato a due premi Oscar, tra cui Miglior Attrice Protagonista, una intramontabile Meryl Streep, e Miglior Sceneggiatura non originale, The Post è una pellicola che si colloca a pieno diritto nella tradizione dei “film sul giornalismo” e sulla enorme incidenza che “il quarto potere” ha avuto nel far emergere scandali che hanno talvolta scombussolato l’establishment politico americano. Tra i tanti, lo scandalo Watergate che costrinse l’allora Presidente Nixon alle dimissioni. La trama del “The Post” è incentrata sulla divulgazione di documenti top secret, che dettagliano l’implicazione militare e politica degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam. Settemila pagine consegnate nelle mani del quotidiano The New York Times, che senza indugi, pubblica una prima parte dello studio militare, per rendere noto al popolo americano, le strategie belliche in Vietnam, dal potere inefficace e autodistruttivo. Dopo un immediato procedimento di ingiunzione di impossibilità di stampa nei confronti del New York Times, da parte del Presidente in carica, Richard Nixon, le pagine segrete vengono rintracciate dal giornalista Ben Bradlee, interpretato da Tom Hanks, caporedattore del The Washington Post, un giornale a conduzione familiare gestito da Katharine Graham, una fantastica Maryl Streep, divenuta proprietaria dopo la morte prematura del marito. Grazie allo straordinario coraggio dell’intera redazione, i documenti vengono pubblicati, nonostante la minaccia da parte della Casa Bianca di eventuali importanti conseguenze legali, rivelando finalmente la verità sulle conseguenze e gli esiti della lunga guerra in Vietnam. Un film autentico e diretto, seguito fianco a fianco da una colonna sonora paragonabile a musica a programma, generata dalla penna creativa di John Williams, già cinque volte vincitore di Premi Oscar, compositore di musiche da film come Jurassic Park, Star Wars, Harry Potter e molti altri. La musica di Williams, ideata per il The Post, parla insieme agli attori, produce i rumori delle rotative in musica, esprime le paure e le incertezze dei protagonisti, mantenendo una costante tensione narrativa. Una scena che rappresenta appieno queste caratteristiche, si svolge in tre diversi luoghi contemporaneamente, dove la proprietaria del Post, Katherine Graham, è nel salotto di casa sua, che discute al telefono con il redattore Ben Bradlee e i suoi legali, tutti intenti a decidere se pubblicare i documenti segreti, tra certezze, indecisioni e paure. Ad ogni sguardo di Maryl Streep, l’intera orchestra di Williams, utilizza valori musicali puntati, come sussulti, seguiti immediatamente da un tema melodico perentorio, con la sezione degli ottoni, rappresentativo di un Tom Hanks fermo sulla sua decisione, pronto a pubblicare, certo di fare la cosa giusta. Di sottofondo, come se fosse un ronzio, gli archi, in un tappeto armonico costante, disegno musicale dei continui commenti fugaci dei legali, che con mezze frasi presentano le loro incertezze ai due protagonisti. Un vero e proprio quadro in musica, ricco di sfumature timbriche diverse e caratteri melodici contrastanti, che dona alla pellicola pathos e tensione emotiva