The Mission: “C’era una volta….Ennio” - Le Cronache
Musica Spettacolo e Cultura

The Mission: “C’era una volta….Ennio”

The Mission: “C’era una volta….Ennio”

Teatro Comunale Diana di Nocera Inferiore ore 20 con un sestetto d’eccezione capitanato dal soprano Anna Corvino a favore del progetto Rotary Playground del Club Nocera Inferiore Apudmontem

Di Olga Chieffi

The mission questa sera, alle ore 20, al teatro Diana di Nocera sarà costruire un parco giochi per i più piccoli, un luogo d’aggregazione e sogni. Questo il progetto del Club Rotary di Nocera Inferiore Apudmontem, che ha consegnato alla musica, alla sua bellezza e alla responsabilità di chi ascolta, il progetto Rotary Playground. Play è il termine inglese per  “dire” musica, teatro e gioco stesso, un gioco serio che sveglia alla vita. In palcoscenico per il tributo ad Ennio Morricone un sestetto capitanato dal soprano Anna Corvino, formato da Giuseppe Plaitano al sax tenore, Gian pio Vetromile al pianoforte, Domenico Andria al contrabbasso, i quali ospiteranno Luigi De Nardo all’oboe e Gianluca Falasca e Giovanni Iannone al violino. La serata ha il titolo “C’era una volta… Ennio” quell’imperfetto non ha da essere poiché questo suo “rimanere” nel sentire di tutti  è la spia di un compositore che scava nel profondo, e deposita nei nostri ricordi note, accordi ed effetti che resistono al tempo, con l’ampiezza della sua linea melodica, il colore delle armonie e uno sviluppo che può richiamare alla memoria certa produzione romantica del secondo Ottocento. Le musiche da cinema di Ennio Morricone sono una miniera inesauribile, un tesoro di fantasie del pensiero associate a immagini di ogni genere, e sono anche oltremodo versatili, disponibili a essere trattate, ritrattate, riscoperte. Tutti avranno ascoltato nella propria vita un “Tribute to Ennio Morricone”: dietro quelle colonne sonore sonore che tutti conosciamo, fischiamo, canticchiamo e che vengono eseguite da qualsivoglia formazione, ragazzini, bande, orchestre giovanili, concerti da camera, grandi arene, c’è l’uso elegante di tecniche modernissime, come il serialismo e la musica concreta, combinate con elementi di popular music, influssi folk, canti celtici, canto gregoriano, trombe mariachi e un complesso di esecutori della taglia di un’orchestra sinfonica. Morricone ha voltato le spalle alle convenzioni hollywoodiane per il western e alla loro enfatizzazione dei profili melodici e dei caratteri armonici propri delle canzoni tradizionali e dell’inedia, e, così, ha definito un nuovo modello di riferimento per la colonna sonora di questo genere. La musica di Morricone è simbolo di esaltazione di tracce melodiche spesso fortemente emozionali, in una trama di armonie intelligenti. Tanti gli insegnamenti ricevuti da parte nostra dall’ Ennio compositore: due su tutti: “La musica è esclusiva passione” e “Se nella partitura vedi una vigna non è bene”, per sottolineare che la musica deve essere semplice e deve respirare, lasciando trasparire ogni nota. Così sarà per questa carrellata di arrangiamenti, dove non mancherà il tema di Mission, quel Gabriel’s oboe in cui si esprime la resurrezione di speranza e gioia e l’inversione del tempo che è alla base di questa pagina. Un brano che ha la capacità di entrare, e soprattutto rimanere, nel cuore di chi ascolta. Le musiche da cinema di Ennio Morricone sono una miniera inesauribile, un tesoro di fantasie del pensiero associate a immagini di ogni genere, e sono anche oltremodo versatili, disponibili a essere trattate, ritrattate, riscoperte, l’ ostinato, a “Metti una sera a cena” gli splendidi temi del “Il Clan dei Siciliani” sino a “La Califfa”,  Il tema d’amore de’ La leggenda del pianista sull’Oceano” e “C’era una volta il West”, con il tema di Gil, “C’era una volta in America”,  con la sua Amapola, (nel film è eseguita dal clarinetto “ministeriale” dal suono inimitabile di Gianni SaintJust), e il tema di Deborah, una delle più belle invenzioni di Morricone, alla quale teneva moltissimo perché esprimeva molto bene il suo ideale di melodia scritta con un esiguo numero di note col massimo risultato. Il suo particolare “esprit de vie”, l’afflato di un artista, di un poeta che ha trovato nell’impalpabile linguaggio della Musica, nel suo indecifrabile magico messaggio un canale aperto di comunicazione intima e profonda, un metalinguaggio che travalica ogni confine e limite sentimentale, linguistico, culturale riuscendo ad aprire a tutti squarci di cielo, di cui essergli grati in eterno. Il finale sarà la canzone omaggio ai due anarchici, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, che furono condannati a morte da un tribunale degli Stati Uniti nel 1921 e uccisi sulla sedia elettrica nel 1927 accusati di rapina e omicidio, ma condannati principalmente per la loro appartenenza politica al movimento radicale, invece che a seguito di un regolare processo che ne provasse la colpevolezza, oltre ogni ragionevole dubbio. Tanti gli insegnamenti ricevuti da Ennio: due su tutti: “La musica è esclusiva passione” e “se nella partitura vedi una vigna non è bene”, soleva infatti ripetere, sottolineando che la musica deve essere semplice e deve respirare, lasciando trasparire ogni nota”.