Domenica 3 e Lunedì 4 Aprile, in tutta Italia si svolgeranno le Elezioni del Consiglio Giudiziario, organo territoriale di autogoverno della Magistratura che svolge un’importante attività istruttoria per le materie di competenza del Consiglio Superiore della Magistratura, esprimendo pareri su nomine, trasferimenti, carriere, e procedimenti disciplinari dei magistrati del Distretto di Corte di Appello. Anche a Salerno si dovrà eleggere il nuovo Consiglio Giudiziario. Sono circa 200 i Magistrati coinvolti nelle elezioni alle quali partecipano tutti i magistrati del Distretto, anche se non scritti alla ANM (Associazione Nazionale Magistrati), una sorta di loro sindacato. Il sistema elettivo è proporzionale e le liste in corsa rappresentano le espressioni delle diverse visioni: Magistratura Indipendente, con idee più conservatrici, attenta agli aspetti economici. Unità per la Costituzione rappresenta la Magistratura di centro, quella più moderata e più numerosa.Area, che racchiude in sé Magistratura Democratica e Movimento per la giustizia art. 3, con idee più progressiste, aperta al confronto con la società civile. Del gruppo “AREA” il Giudice della Sezione Lavoro del Tribunale di Salerno, consigliere uscente e Presidente del Comitato per le Pari Opportunità, che si è finalmente concessa per un’intervista esclusiva, aprendo la porta di casa sua: la determinata e al contempo cordiale Dott.ssa Maria Teresa Belmonte. Lei è una tosta, una di quelle donne intelligenti, colte, in carriera, potenti, con cui in molti temono il confronto, che, con la sua tenacia, praticità, risolutezza ma anche raffinatezza, gentilezza e “giudizio” riesce sempre ad affermare il suo pensiero. Voci di corridoio la danno come prossimo Presidente della Corte d’Appello di Salerno, qualcuno se la ride e qualche altro già trema. Oggi è consigliere uscente, ma c’è qualche programma che avrebbe voluto portare a termine ma non è riuscita? “Premetto che il Consiglio Giudiziario è articolato in Commissioni; le principali sono: quella che si occupa della vigilanza sull’andamento degli Uffici; la Commissione Flussi che monitora l’andamento dei fascicoli (quanti iscritti e quanti evasi); e la Commissione per le Pari Opportunità, istituita dal 2008, che ho avuto l’onore di presiedere nel quadriennio, organo propulsivo per garantire la parità di lavoro e nel lavoro tra uomini e donne nel lavoro giudiziario; per esempio, quando si formano i collegi giudicanti si dovrebbero evitare i collegi tutti maschili e tutti femminili, perché gli uomini e le donne hanno sensibilità diverse, e quindi anche una capacità di valutazione e giurisdizionale diversa, per cui è importante che vi siano garantiti pareri e visioni diverse. Il C.P.O. che ho presieduto in questo quadriennio ha adottato 2 importanti protocolli: Il 10 giugno 2015il protocollo a tutela delle donne avvocato in gravidanza e in maternità, che possono ora addurre come legittimo impedimento in udienza lo stato di gravidanza nei 5 mesi di maternità o di puerperio. Non è una legge, non è vincolate, ma è un patto tra gentiluomini e gentildonne sottoscritto dagli Ordini degli Avvocati di Salerno, Nocera e Vallo della Lucania e da tutti Presidenti e Procuratori della Repubblica del Distretto. Il 23 dicembre 2015, è stato siglato un protocollo antiviolenza per il contrasto alla violenza sulle donne, praticamente con tutta la città, con il Comune e le altre istituzioni territoriali, con associazioni, ordini professionali diMedici, Ostetrici, Psicologi, Avvocati, proprio per creare una rete, su sollecitazione del Ministero della Giustizia che aveva avuto indicazionidal comitato contro la violenza delle donne dell’ONU ( CEDAW). E’ una rete finalizzata a stimolare attività e azioni congiunte, a formare il personale sociosanitario per azioni sinergiche onde arginare piaghe come le violenze domestiche egli stalkers. Quello che non siamo riusciti a portare a compimento, pure essendo stata la prima iniziativa del nostro C.P.O., è stata la concreta realizzazione dello spazio destinato ad asilo nido, pure deliberato, all’interno della Cittadella Giudiziaria, perché di fatto, non è stata ancora inaugurata”. Quali sono le sue passioni? “Sono tante, ma purtroppo non ho molto tempo per coltivarle: mi piace il Cinema, il Teatro, la lettura, il mare, e amo anche molto cucinare”. E’ vero che ha portato in scena uno spettacolo teatrale insieme ad altri suoi colleghi? Come nasce l’idea? Come C.P.O abbiamo proposto uno spettacolo teatrale interessante: Siamo partiti da un esempio di grande modernità, da Tortula De Ruggiero, nostra concittadina e prima ginecologa – donna del Medioevo che scrisse il primo trattato di estetica e il primo trattato di ginecologia. Trotula de Ruggiero face parte della Scuola Medica Salernitana, una istituzione, la prima Università d’Europa, che ebbe una grandissima apertura verso le donne, e verso la cultura araba, che all’epoca aveva dei saperi avanzati anche in campo di chirurgia. Da qui abbiamo immaginato un ponte culturale verso il nostro Millennio, ed abbiamo affrontato le tematiche di genere guardando ai riflessi connessi agli enormi flussi migratori, a quelli femminili in particolare provenienti proprio dal mondo Arabo in particolare. Pensiamo, infatti, che nei corsi di lingua italiana per gli immigrati dovrebbero essere comprese anche lezioni di legalità con cui informare i migranti della nostra cultura e del nostro modo di vivere occidentale, anche con uno sguardo al ruolo delle donne nelle famiglie e nella società europea. Abbiamo anche trattato dei problemi delle mutilazioni genitali, le infibulazioni che sono sconosciuti alla nostra cultura ma che, invece, appartengono alle popolazioni africane che arrivano in Europa. Basti pensare che l’Italia per prima in Europa ha vietato l’infibulazione, eppure oggi è la al primo posto per infibulazioni clandestine, con circa 3000 casi l’anno”. Qual è il momento professionale che ricorda con più soddisfazione? “Io nasco giudice penale, e l’esperienza in questo settore per circa 20 anni è stata molto formativa e stimolante. Tuttavia, posso dire che quella di componente del Consiglio Giudiziario è stata un’ottima esperienza professionale. Si consideri che il Consiglio Giudiziario è, come ho detto, organo di autogoverno e che la professionalità dei magistrati italiani viene valutata dal C.S.M., sulla base del parere del Consiglio Giudiziario, ogni 4 anni. E’ un compito molto delicato perché è necessario evidenziare le caratteristiche e le attitudini peculiari di ciascun Magistrato, con senso di responsabilità e senza perdere di vista la verità. L’ingresso nei Consigli Giudiziario della magistratura di base -oggi ne fanno parte tutti i magistrati, non solo quelli di Cassazione – è stata una grande conquista di democrazia, perché in passato esso era il luogo del controllo dell’Esecutivo e dei Capi degli uffici giudiziari sui singoli magistrati. Nel Consiglio Giudiziario oggi ci si occupa in modo dialettico della organizzazione degli uffici, con il contributo dell’Avvocatura e dei docenti universitari; e si perviene ad una valutazione democratica della professionalità dei magistrati. Ciascuno di noi si deve sforzare perché funzioni bene, perché sia innanzitutto un organo di verità. Perciò è importante che vi giungano magistrati che siano espressione delle diverse sensibilità, delle diverse opzioni culturali”.
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