Questa sera, alle ore 21 la Sala Pasolini ospita la Willy Balkan’s Travel Agency
Di OLGA CHIEFFI
Il canto e le musiche hanno sempre rappresentato per il popolo lo strumento maggiormente consono al suo animo per esprimere gioie e dolori e per dare maggiore carica emotiva ad un rito o ad un´occasione. Si viaggerà questa sera alle ore 21, nella Sala Pasolini con la Willy Balkan’s Travel Agency cui è stato affidato il concerto inaugurale della rassegna Suoni del Mediterrano. Si viaggerà con questa composita formazione attraverso le culture del mediterraneo, attraverso quelle sonorità etniche delle genti e dei luoghi della grande cultura del Mare Nostrum, che sono anche le nostre, principio di un’ analisi delle contraddizioni e delle problematiche che accomunano i popoli che vi si affacciano Questo ed altro fa parte della storia collettiva e dei vissuti individuali raccontati in musica e poesia dai canti tradizionali i quali, tuttavia, sono portatori anche di un ricco patrimonio di “bellezza”: il fascino della melodia, la capacità di improvvisazione, la “libertà” di “rivestire di sé” un canto, la capacità di creare e usare metafore profonde e sorprendenti, l’originalità di melodie uniche, la forza del sentimento “vero” contro ogni divieto “artificioso”, il senso di ribellione alle ingiustizie, l’umorismo con cui affrontare le peripezie della vita. Un amore particolare ritroveremo in tutti i brani del viaggio del quartetto tra i diversi e comuni linguaggi del mare nostrum, un fluxus musicale ossessivo e mistico raggiungente i Balcani, dai colori caldi e avvolgenti, specchio del loro “contaminato” sentire. La Willy Balkan’s Travel Agency reinterpreta brani tradizionali e non dell’area balcanica, prediligendo i ritmi dispari propri della regione che si estende dal mare Adriatico allo stretto dei Dardanelli e proponendo un repertorio che spazia dalla musica bulgara a quella macedone, da quella turca a quella serba e ungherese. Da sempre appassionati di questa musica, guardano a est per cercare di superare il confine geografico, ma soprattutto mentale che divide l’Europa occidentale da quella orientale. Provenienti da esperienze musicali diverse, hanno trovato un terreno comune nella voglia di suonare e diffondere il vivissimo folklore che si è prodotto e stratificato durante secoli di scontri e incontri di diverse culture: quella slava e quella greca, quella turca e quella gitana. Il trombettista Charles Ferris ha viaggiato a lungo nei Balcani, studiando tra gli altri con “King” Naat Veilov della Kočani Orkestar. Il percussionista Luca Cioffi ha suonato a lungo con l’ensemble di musica greca Evi Evàn ed ha approfondito lo studio delle tabla con il maestro Pandit Shanka Chatterjee. Il violinista Riccardo Villari e il bassista Vincenzo Lamagna militano, tra le altre formazioni, negli Slivovitz, band di riferimento per quanto riguarda le contaminazioni tra musica etnica, funk e jazz.