Sulla Campania l’ombra del sangue di Moro - Le Cronache Attualità
Attualità Campania

Sulla Campania l’ombra del sangue di Moro

Sulla Campania  l’ombra del sangue di Moro

di Rino Mele

Elly Schlein ha ripetuto ancora una volta, con decisione, il no del Partito Democratico alla terza candidatura del presidente nelle elezioni regionali che, in Campania, sono vicinissime: nel 2025. La sera di giovedì 17 ottobre, partecipando a una trasmissione televisiva, la segretaria del Pd ha aggiunto al suo rifiuto una frase che non lascia nuove interpretazioni o aggiustamenti ma, con definitiva chiarezza, inchioda il problema alla sua indiscutibile verità: “Nessuno è indispensabile, nessuno è eterno”. Il giorno dopo, venerdì 18, in una diretta Fb, De Luca ferito da quella decisa affermazione della segretaria del Partito Democratico, ha risposto: “Il segretario del Pd non sia banale”: quasi a rimproverare Elly Schlein di non accettare le falsificanti regole del compromesso, del continuo ed estenuante gioco al ribasso. Ma purtroppo non basta, il presidente De Luca ha detto anche altro: “Addirittura azzarda un paragone tra il suo finale politico e la morte violenta di Aldo Moro“, come scrive “Repubblica” di ieri, nella Cronaca di Napoli. E questo – al di là dei problemi del terzo mandato – è sconcertante, proiezione di fantasmi di un io eccessivo. La politica usa continuamente figure retoriche quasi fossero maschere e, come una stanca volpe, indispettito dall’impossibilità di presentare nel suo partito per la terza volta la candidatura a presidente della Campania, ha osato paragonare il declino della sua vita politica alla tragica morte di Aldo Moro (come dimenticare la strage di via Fani, i 55 giorni di martirio, la sua brutale esecuzione, nella primavera di sangue del 1978?) mettendo allo scoperto, ed esibendo, un’irrefrenabile sete di vano potere. Tanto che Simona Brandolini, ieri, sul “Corriere del Mezzogiorno”, icasticamente scrive: “De Luca da re Mida è diventato re Lear. Una figura shakespeariana. Sempre più solo”. (Dosso Dossi, “Giove che dipinge farfalle”, olio su tela 1524. Si trova a Cracovia, nel castello di Wawel)