Era considerato il punto di riferimento dello spaccio nei Picentini, condannato a sei anni di reclusione Francesco Cataldo. La sentenza è stata emessa ieri dal giudice per le udienza Mariella Zambrano dinanzia alla quale è stato celebrato il rito dell’abbreviato. Il Pm aveva chiesto la condanna a 4 anni. Francesco Cataldo arrestato insieme ad altri spacciatori, difeso da Michele Tedesco e Angelo Mancino era accusato anche di aver provocato la morte di Rinaldi, senza averne l’intenzione ma in conseguenza del reato di spaccio. Era il 18 aprile del 2015 quando in via Perugia, non lontano dall’edificio del Comune, un passante notò il corpo senza vita del 36enne. Erano all’incirca le 6.30 del mattino. Il passante fece immediatamente scattare l’allarne, furono avvisati i carabinieri e subito le indagini si orientarono nell’ambito della droga. La vittima era infatti conosciuta come un assuntore. Secondo la ricostruzione operata dagli investigatori pare che quella notte, Rinaldi stesse tornando a casa dopo essersi iniettato una dose quando, a pochi isolati dall’abitazione dei genitori, si accasciò a terra perdendo i sensi. Secondo le verifiche del medico legale erano le 2 di notte quando il suo cuore smise di battere, senza che lui avesse la forza di invocare aiuto e senza che in zona vi fosse qualcuno che potesse vederlo e soccorrerlo. Quando quattro ore dopo fu notato da un passante, era troppo tardi il cuore dell’uomo si era fermato per sempre. L’inchiesta ha consentito di risalire a chi gli avrebbe venduto l’eroina, forse tagliata male. Le indagini dei carabinieri si concentrarono subito sul giro dello spaccio locale e su Francesco Cataldo, ritenuto dagli inquirenti uno dei punti di riferimento dei consumatori di droghe nel comune dei Picentini. Nel corso delle indagini sulla morte di Silvio Rinaldi gli inquirenti hanno individuato nel trentenne di Giffoni uno dei perni di un’organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti.
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