di Veronica Rodia
Il contatto pelle a pelle tra madre e neonato, noto come skin-to-skin contact, è una delle pratiche più efficaci e naturali per garantire la salute e il benessere sia del bambino che della madre. Questa tecnica, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come standard di cura, consiste nel posizionare il neonato sul petto nudo della madre immediatamente dopo la nascita, favorendo un contatto continuo e ininterrotto per almeno 90 minuti. Tuttavia, in Campania questa pratica è ancora largamente disattesa: la maggior parte dei punti nascita non garantisce l’opportunità di vivere questa esperienza essenziale.
È quanto emerge dalle attività del comitato Nascere a Salerno, le cui riflessioni verranno presentate all’interno del convegno “Nascita: Paradigmi e Possibilità” organizzato dal dottor Agostino Menditto, responsabile scientifico, in programma a Napoli il 23 novembre. Si tratta di un dialogo interdisciplinare tra professionisti del settore per ripensare le pratiche ostetriche, considerando le variabili culturali, sociali e mediche che influenzano il percorso nascita, ponendo particolare attenzione ai modelli di assistenza e al bilanciamento tra medicalizzazione e fisiologia.
La presenza del comitato, nato come movimento dal basso, è significativa perché consente di riportare nel dibattito il punto di vista di chi vive quotidianamente le difficoltà legate all’assistenza al parto. Attraverso il confronto con professionisti e istituzioni, l’intervento mira a promuovere soluzioni che rispondano in modo concreto alle criticità, valorizzando esperienze e prospettive spesso trascurate.
Il Comitato Nascere a Salerno sottolinea l’importanza di mettere al centro delle discussioni il soggetto attivo e centrale della vicenda: chi vive direttamente il percorso nascita. Questo principio ha guidato ogni attività e manifestazione del comitato, sempre orientato a promuovere il rispetto delle esigenze delle madri e dei neonati.
«Per noi è fondamentale mettere al centro delle discussioni la donna, il soggetto attivo e centrale del percorso nascita. È un principio che ci ha sempre guidate in ogni attività e manifestazione del comitato. In questo frangente ci siamo focalizzate sul contatto pelle a pelle perché rappresenta una pratica cruciale per la salute di madre e bambino, ma anche perché è tra le più semplici da implementare, essendo praticamente a costo zero. Il nostro intervento al convegno “Nascita: Paradigmi e Possibilità” vuole essere operativo e propositivo. Cerchiamo di superare le resistenze, che spesso sono solo culturali o dettate da consuetudini, per aprire un dialogo concreto sulle possibilità di adeguamento delle strutture» – spiega Elvenia Pace portavoce del comitato Nascere a Salerno.
Il contatto pelle a pelle è una pratica è ampiamente supportata da una solida base scientifica, che ne evidenzia i numerosi benefici sia per il neonato che per la madre. Per il neonato, il contatto pelle a pelle favorisce la termoregolazione, stabilizza la frequenza cardiaca e respiratoria, migliora i livelli di zucchero nel sangue e facilita l’inizio dell’allattamento esclusivo. Per le madri, l’attacco immediato al seno riduce il rischio di emorragia nel post parto, riduce il rischio di depressione post-partum, promuove il legame affettivo con il neonato e accelera il recupero fisico.
Le evidenze scientifiche a sostegno della pratica sono così convincenti che, nella revisione del 2018 de I Dieci Step per un Allattamento al Seno di Successo (Ten Steps to Successful Breastfeeding), un documento che costituisce la base della Baby-Friendly Hospital Initiative di OMS/UNICEF, si afferma che è necessario “facilitare il contatto pelle a pelle immediato e ininterrotto e supportare le madri nell’iniziare l’allattamento il più presto possibile dopo il parto”. Questa raccomandazione è stata estesa nel 2022 anche ai neonati pretermine, riconoscendo il pelle a pelle come una pratica fondamentale in tutti i contesti di nascita, e sostituendo nei casi di perfetta fisiologia l’impiego della termoculla, fino a questo momento pratica di routine in tutte le strutture.
L’azione intrapresa dal comitato Nascere a Salerno è evidentemente urgente, ma ancora più necessaria alla luce della diffida inviata l’8 luglio 2024 dal direttore generale dell’ASL Napoli Centro 1 ai punti nascita di primo livello, che impone un limite di 1000 parti annui. Se da un lato queste direttive mirano a migliorare la qualità dell’assistenza, ridurre interventi chirurgici non necessari e garantire l’adeguatezza delle strutture alle esigenze specifiche delle gestanti, dall’altro non considerano adeguatamente il diritto delle donne di scegliere la struttura in cui partorire, né la possibilità di poter usufruire di pratiche essenziali come il contatto pelle a pelle visto che non tutte le strutture garantiscono questa possibilità, costringendo le donne a rinunciare a diritti fondamentali, a causa di scelte organizzative che non tengono conto delle loro esigenze.
Il Comitato Nascere a Salerno ha firmato, insieme alle associazioni Tanalupa e Terraprena Napoli, una lettera di appoggio alla lettera AIOP che già contestava la diffida dell’ASL di Napoli, sottolinenando la necessità che le donne possano continuare a godere delle garanzie previste da un piano del parto, conforme alle linee guida internazionali e alle buone pratiche ostetriche, inclusi il contatto pelle a pelle e la presenza di figure di supporto come il compagno o un’ostetrica di fiducia. «Sollecitiamo – conclude Elvenia Pace – un chiarimento formale sulla possibilità per le donne in attesa di partorire presso le strutture destinatarie della diffida, per ricevere risposte chiare e non interpretabili».
(da www.resistenzequotidiane.it)