Severino Nappi: «Scabec? È solo la punta dell’iceberg di ciò che io chiamo Sistema Salerno» - Le Cronache
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Severino Nappi: «Scabec? È solo la punta dell’iceberg di ciò che io chiamo Sistema Salerno»

Severino Nappi: «Scabec? È solo la punta dell’iceberg di ciò che io chiamo Sistema Salerno»

di Erika Noschese
«Scabec è solo una delle punte dell’iceberg, solo uno dei gangli di quello che ho ribattezzato “sistema Salerno”. Un circuito che si regge attraverso carrozzoni inutili – di cui Scabec è uno dei simboli – da tenere necessariamente in vita per foraggiare e tenere buoni i componenti del cerchio magico clientelare». Il duro attacco arriva dal capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Severino Nappi.
Consigliere Nappi, partiamo da un bilancio di questa sua esperienza in Consiglio regionale…
«Il bilancio è positivo; dal mio campo di azione posso dire con orgoglio di aver lavorato sempre per onorare in pieno il mandato affidatomi dai campani. Il rispetto e il bene dei cittadini e dei territori sono i punti da cui riparto, e che ogni giorno mi fanno alzare l’asticella. Il gruppo Lega, che ho l’onore di guidare in Aula, è lo schieramento di opposizione maggiormente rappresentato in Consiglio regionale, quello che detta la linea senza fare sconti e senza ammiccamenti, consapevole che non sono ammessi cali di attenzione e di impegno. Non possiamo permettercelo in una regione come la nostra, funestata da oltre otto anni da una Giunta che continua a distinguersi per immobilismo, inefficienza e superficialità e che ha precipitato la Campania in fondo alle classifiche nazionali ed europee per servizi ai cittadini (a partire dall’incubo sanità, trasporti e welfare), su ogni fronte, sia economico che sociale. Una Giunta a cui rispondiamo colpo su colpo, denunciando ogni aspetto di una gestione sempre più iniqua della cosa pubblica, agendo secondo l’unica idea di politica che conosciamo: quella finalizzata al bene della collettività. Lo abbiamo fatto e continuiamo a farlo quotidianamente anche mettendo sul piatto proposte efficaci e concrete per il rilancio della Campania, a partire dalla richiesta, che personalmente rivolgo da otto anni, di un piano regionale per il lavoro. De Luca e i suoi però preferiscono trincerarsi dietro il silenzio o peggio in una dimensione che sfugge persino al confronto. Ma noi andiamo avanti per la nostra strada, il resto sono chiacchiere».
Lei ha fatto una battaglia contro la Scabec, una società della Regione per l’appunto che oggi paga lo scotto di debiti importanti. È davvero così funzionale una società così?
«Scabec è solo una delle punte dell’iceberg, solo uno dei gangli di quello che ho ribattezzato “sistema Salerno”. Parliamo di un modello imbastito da De Luca quando ne era sindaco e perfezionato alla guida di Palazzo Santa Lucia.
Un circuito che si regge attraverso carrozzoni inutili – di cui Scabec è uno dei simboli – da tenere necessariamente in vita per foraggiare e tenere buoni i componenti del cerchio magico clientelare. E così, con De Luca, in Campania anche la cultura è diventata una questione esclusivamente privatistica. Ma il castello di bugie costruito dal governatore continua a sgretolarsi. Cade sotto i colpi della nostra opposizione e sono sempre più numerosi i report della Corte dei Conti che restituiscono numeri negativi e allarmanti rispetto a quelli raccontati nelle favolette deluchiane, raccontate nei sermoni Facebook del venerdì. Basti pensare che la Campania indossa la maglia nera in Italia e nel Mezzogiorno pure per investimenti nel comparto della cultura, con miseri 2,7 euro a testa rispetto alla media nazionale di 17,3».
Il 2024 sarà l’anno delle Provinciali e delle Europee, due sfide importanti. Quale ruolo giocherà la Lega?
«Sicuramente un ruolo da protagonista, nel solco di un partito che fa della territorialità, dell’impegno e delle risposte ai cittadini, con i fatti, i suoi principali valori. Sono sotto gli occhi di tutti i risultati del lavoro del Governo di centrodestra, di quel cambio di passo necessario per il rilancio del Paese, imposto grazie al contributo fondamentale del vicepremier Matteo Salvini. Mi riferisco allo sblocco delle opere e al potenziamento degli investimenti, in particolare al Sud, innescati dal nuovo Codice degli appalti, o ai progetti infrastrutturali importanti per la reale unità della Penisola su fronte dei collegamenti e dell’economia: l’Alta velocità, con il potenziamento e il taglio del nastro della linea Napoli-Bari (arrivato dopo anni di chiacchiere della sinistra), giusto per restare nei nostri territori. E poi con il Ponte sullo Stretto, che, oltre a rappresentare lo step che va necessariamente effettuato, dimostra attenzione massima da parte dell’Esecutivo nazionale per il Mezzogiorno. Alla faccia dei ‘gufi’, della sinistra dei ‘no’ ad oltranza, di chi non vuole il bene dell’Italia. La Lega è il partito del fare, di donne e uomini che ci mettono la faccia e si impegnano in silenzio, scorciandosi le maniche e lavorando per la collettività. È questo lo spirito che ci accompagna da sempre e ci accompagnerà anche nell’affrontare le prossime sfide elettorali».
Favorevole o contrario al terzo mandato tanto voluto da De Luca?
«Guardi, sono stato il primo a dirlo e lo ribadisco: De Luca va sconfitto alle urne. Prima che infuriasse l’ennesima lotta fratricida tipica della sinistra, ho già lanciato la possibilità di essere noi del centrodestra a chiedere la modifica per introdurre il terzo mandato.
Per quale motivo l’ho fatto? Per dare modo a De Luca di potersi finalmente accorgere ed ammettere che in questi anni ha fatto un cattivo servizio alla Campania. A bocciarlo saranno i campani, che vivono sulla propria pelle i danni incalcolabili di questa Amministrazione regionale e che non sono più disposti a sopportare oltre».
C’è una inchiesta della Corte dei Conti sulle ormai famose tessere volute da De Luca in piena pandemia. Lei ha sempre denunciato lo sperpero di denaro pubblico e oggi forse qualcosa si muove…
«La verità ha la forza di venire sempre a galla, al di là dei tentativi di tacerla e delle bugie che si dicono per evitare che emerga. Nel caso delle Smart Card Covid e del presunto danno erariale da milioni di euro, ci troviamo di fronte all’ennesimo caso frutto anche della smania di protagonismo di Vincenzo De Luca che con la pandemia è partito dal lanciafiamme e dalla ‘carta’ anti Covid e si ritrova a essere indagato dalla Corte dei Conti. È evidente che il governatore ha fatto dello spreco di denaro pubblico una regola nel corso di questi otto anni. E quel che è più grave, come emerge ancora da un recente report realizzato proprio della magistratura contabile e come il centrodestra denuncia da sempre, è che la Campania, per quel che riguarda anche la spesa nel comparto della sanità è in fondo alla classifica addirittura tra le regioni del Mezzogiorno. Un doppio danno, perché non soltanto non si utilizzano le ingenti risorse pubbliche a disposizione, ma le rare volte che lo si fa, i pochi soldi investiti servono soltanto a premiare “gli amici degli amici”…».