Sentenza viziata per alcuni imputati - Le Cronache
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Sentenza viziata per alcuni imputati

Sentenza viziata per alcuni imputati

Pina Ferro

Crac Amato: la Procura impugna la sentenza e chiede che la stessa venga riformata dalla Corte d’Appello di Salerno. In 117 pagine il pubblico ministero Vincenzo Senatore ha illustrato i motivi per i quali non ritiene appropriato il giudizio emesso a carico degli imputati. Per Paolo Del Mese il magistrato ha chiesto una sanzione “più proporzionata rispetto alla gravità dei fatti contestati”. Il pubblico Ministero, ha limitato l’appello solamente per le posizioni di Paolo De Mese, Marcello Mascolo, Alfredo Delehaye, Pietro Vassena, Claudio Siciliotti, Roberto D’Imperio, Maurizio Pilone, Enrico Esposito, Massimo Menna, Giovanni Giudice, Emanuela Troiero, Michela Cignolini, Luciano Vignes, Antonio Esposito, Pasquale Attanasio, Paola Bisogno. Non è stata impugnata la posizione di Antonio Anastasio. Quasi tutti assolti dai reati a loro ascritti. Secondo quanto evidenziato dal Pm Vincenzo Senatore la sentenza emessa relativamente alle posizioni evidenziate sarebbe stata “viziata da una lettura parziale degli atti con riferimento alla ritenuta in- sussistenza del dolo. Viziata da errore sulla interpretazione della normativa sostanziale quanto alla ritenuta riqualificazione del fatto ascritto a Marcello Mascolo e Alfredo Delehaye da concorso in bancarotta fraudolenta a concorso in bancarotta semplice ed al conseguente ridimensionamento del trattamento sanzionatorio. Viziata da errore sulla interpretazione della normativa sostanziale e processuale quanto al trattamento sanzionatorio riservato a Paolo Del Mese”. Per il Pm la motivazione assolutoria, sia per le ritenute assenze di dolo che per le residuali ritenute insussistenze è da ritenersi carente perchè non da conto in alcun modo degli elementi a carico degli imputati valorizzati dall’accusa, “al punto che, in definitiva, non è dato comprendere quale sia stato il percorso logico seguito dal collegio nel giungere alla neutralizzazione degli argomenti”. Per questo il Pm ha riproposto ai giudici di Appello i contenuti redatti in forma scritta in occasione della discussione in aula prima della sentenza di primo grado.

Dipendenti in stato di agitazione

”Lo stato di agitazione del personale dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Salerno proseguirà ad oltranza”. A comunicarlo sono Emma Calvanese e Filomena Genoino. Le due dirigenti sindacali della Federazione provinciale Usb, hanno partecipato ieri mattina al sit-in di protesta del personale dinanzi alla prefettura. I lavoratori hanno chiesto le dimissioni del Ministro Poletti e del Capo dell’Ispettorato nazionale del lavoro Pennesi. Insieme alle altre sigle sindacali, si è deciso di proseguire l’azione di protesta per tenere alta l’attenzione sulla riforma dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro che ha solo peggiorato le condizioni di lavoro dei dipendenti dell’ente salernitano che, tra ispettori e personale amministrativo, conta più di 100 lavoratori. Tutti questi lavoratori sono al limite della sopportazione perché continuano a svolgere la loro mansione per etica professionale ma senza tutele nè risorse. “La creazione dell’Inl, a costo zero smantellando sul territorio il Ministero del Lavoro, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso perché ha bloccato l’operatività dell’ente e aggravato una situazione in cui le risorse strumentali non sono adeguate per svolgere il ruolo istituzionale”. Le criticità denunciate sono molteplici come il “salario accessorio maturato e non percepito, la mancata attuazione delle nuove progressioni economiche, l’inesistente e inidonea formazione del personale, la carenza di strumenti informatici e di banche dati, la forte sperequazione contrattuale e retributiva del personale anche ispettivo, la mancanza del dovuto nuovo contratto integrativo per tutto il personale, la poca sicurezza nello svolgimento dell’attività ispettiva e la carenza di personale sia amministrativo che ispettivo”. Una delegazione sindacale ha portato le problematiche sulla scrivania del Prefetto. I lavoratori chiedono risposte logistico-funzionali alle criticità evidenziate, tra cui la riorganizzazione degli uffici, la definizione delle diverse funzioni e l’applicazione dei nuovi contratti.