di Francesco Pio Fasano
SALERNO. Dopo la morte dell’ex terzino granata Filipe Machado nel tragico incidente di martedì in Colombia, ieri ci ha lasciato un’altra figura della storia della Salernitana: il tecnico del ritorno in B del 1990 Giancarlo Ansaloni. Nacque a Modena nel 1937 e mosse i primi passi da calciatore nelle giovanili dei canarini gialloblù e del Bologna. Dovette interrompere la carriera da calciatore a causa di un grave infortunio quando era in forza al Bolzano. Inizia quindi a fare esperienza in panchina allenando formazioni giovanili romagnole. Il primo successo su una panchina lo ottiene nel 1971, quando conquista la promozione in Serie D alla guida del Cattolica. Approda al Carpi nel 1976, dove in due stagioni porta i biancorossi in C2, valorizzando un giovane Salvatore Bagni. Dopo alcune esperienze con Ancona e Turris, viene ingaggiato nel 1984 dal Brindisi. Con i biancazzurri pugliesi ottiene subito la promozione in C1. In seguito a una serie di cambi tecnici, Ansaloni torna sulla panchina pugliese nel 1988, con cui sfiora la promozione in Serie B. Ancora oggi, Ansaloni è il tecnico più amato dai tifosi brindisini. L’approdo in Serie B è però rinviato solo di dodici mesi. Infatti, nell’estate 1989 viene ingaggiato dalla Salernitana del presidente Soglia e di Agostino Di Bartolomei. Da Brindisi arriva anche l’attaccante Carruezzo, pupillo di Ansaloni. Imposta la squadra secondo la sua filosofia di gioco, sfruttando spazi e velocità. Questo permette ai granata di rimanere imbattuti per gran parte del campionato, rimanendo in corsa per la promozione fino al termine della stagione. Ansaloni è abile a compattare la squadra, uscendo indenne da una crisi di risultati avuta in primavera. Conquista i punti promozione decisivi nella vittoriosa trasferta di Brindisi, grazie alla rete dell’indimenticato Di Bartolomei. La matematica promozione arriva sette giorni dopo nel pareggio a reti bianche casalingo con il Taranto, già sicuro della cadetteria. Ansaloni entra così nel cuore dei salernitani, riportando la squadra granata in Serie B dopo venticinque anni di attesa. Ottenuta la riconferma, la stagione inaugurale del nuovo stadio Arechi si rivela molto difficile. La squadra, oltre ad essere discontinua nei risultati, è anche sfortunata. Con una classifica molto corta, la Salernitana chiude il campionato a sei punti dalla Serie A ma al quart’ultimo posto e costretta così a giocare lo spareggio col Cosenza. Sul neutro di Pescara, i calabresi condannano alla retrocessione i granata, per mano del compianto Marulla. Per Ansaloni è l’unica retrocessione della sua carriera. Reggina, Avellino e Turris sono le ultime tappe della sua carriera in panchina, contraddistinta sempre dal suo carattere tranquillo e dal suo gioco pragmatico.