L’accusa da cui dovrà difendersi in un prevedibile processo è sempre quella di riciclaggio. Dopo l’inchiesta romana per corruzione, adesso monsignor “500″ Nunzio Scarano rischia un secondo processo a Salerno. Il pubblico ministero Elena Guarino ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex funzionario dell’Apsa e per altre cinquanta persone. Compreso il notaio Bruno Fraunfelder, la sua ex commercialista Tiziana Cascone e tutti quegli amici, parenti e medici salernitani che lo avrebbero aiutato a nascondere sotto forma di donazioni benefiche un giro vortico di denaro che transitava su uno dei dieci conti Ior denominato “fondo per anziani“. Dalla lista dei suoi presunti 52 “complici” escono due persone. Il primo è Marcello Cozzi e la seconda è Brigitte Hain: le loro dichiarazioni sono state ritenute attendibili dagli inquirenti. L’udienza preliminare non è stata ancora fissata, ma già si è verificato il primo imprevisto. Il gup del Tribunale di Salerno, Vincenzo Di Florio, a cui era stato assegnato il fascicolo Scarano, si è astenuto dal prendersi a carico il caso. In gergo giuridico si chiama astensione e, l’astensione del magistrato sarebbe stata motivata dal fatto che il giudice conosce alcuni degli ormai 50 indagati. La causa, quindi, dovrà riessere assegnata a un nuovo gup. Intanto, l’ex funzionario Apsa e – prima ancora – della Banca d’America e d’Italia, con la passione per i bigliettoni da 500 euro (da qui il soprannome di “monsignor 500″), per gli affari immobiliari, per i grandi appartamenti e per le opere d’arte, è ai domiciliari ormai da quasi un anno. Prima nel carcere di Regina Coeli a Roma, poi nel reparto detenuti dell’ospedale di Salerno e dopo nella sua casa museo vicino al Duomo di Salerno con i quadri di Guttuso, De Chirico e La Bella che, però, la perizia di parte, ha attribuito a don Luigi Noli, amico intimo e d’affari di don Nunzio, finito nella stessa inchiesta. dal blog L’altra Guancia di Angela Cappetta
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