Scambio elettorale polico - mafioso Arresti anche nel salernitano - Le Cronache
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Scambio elettorale polico – mafioso Arresti anche nel salernitano

Scambio elettorale polico – mafioso Arresti anche nel salernitano

di Pina Ferro

 

“Faust”, questo il nome dell’ operazione scattata all’alb a di ieri a Rosarno, Polistena e Anoia e nelle province di Messina, Vibo Valentia, Salerno, Matera, Brindisi, Taranto, Alessandria e Pavia, dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria. Il blitz, arrivato al culmine di una lunga attività investigativa avviata nel 2016, coordinata dalla Direzione Distrettuale antimafia, ha portato all’esecuzione di 49 ordinanze di custodia cautelare. Tutti sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi, tentato omicidio, usura e procurata inosservanza di pena. Tra le persone finite in manette anche il sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà. L’operazione ha colpito la cosca Pisano della ‘ndrangheta che, stando alle indagini coordinate dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Gaetano Paci, avrebbe sostenuto Idà, eletto sindaco nel 2016. Il provvedimento, oltre al sindaco, ha riguardato anche un consigliere comunale di Rosarno, Domenico Scriva. Grazie all’appoggio della cosca Pisano i due, risultati eletti e tuttora in carica, avrebbero fornito in cambio incarichi nell’organigramma comunale a uomini di fiducia della consorteria criminale. Idà e Scriva sono stati posti ai domiciliari. In provincia di Salerno, sono 4 le persone finite in cella e 3 ai domiciliari, residenti a Battipaglia, Olevano sul Tusciano, Eboli e Roccadaspide. Nel corso delle indagini è emerso anche il favoreggiamento, da parte di alcuni indagati, della latitanza di un associato, il 65enne Domenico Pepè, finalizzata ad evitare l’esecuzione dell’ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere: Pepè è stato assicurato alla giustizia nel dicembre 2017, scovato ed arrestato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Salerno nel comune di Campagna. Da evidenziare è il fatto che il latitante avesse trovato rifugio in Campania, a riprova del legame di tipo mutualistico che avevano stretto la consorteria mafiosa di Rosarno con quella salernitana. In manette, arrestato dalla polizia del Commissariato di Battipaglia per detenzione ai fini di spaccio di droga, finì il 14 luglio del 2020 il 61enne Pasquale Minella, che in quel momento si trovava già agli arresti domiciliari. L’operazione ha consentito di accertare la radicata e attuale operatività della cosca Pisano, conosciuta come “i diavoli di Rosarno”, nonché attraverso cointeressi di sodalizi operanti nel Mandamento Tirrenico, la pervasività dell’articolazione territoriale di ‘ndrangheta denominata “società di Polistena”, capeggiata storicamente da esponenti della famiglia Longo, ed anche della locale di ‘ndrangheta di Anoia. Quale candidato a sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà avrebbe accettato la promessa dei voti della cosca Pisano in cambio dell’assegnazione al consigliere comunale Domenico Scriva, dell’assessorato ai lavori pubblici o, comunque, l’attribuzione di un altro incarico di prestigio. Secondo gli inquirenti, lo scambio elettorale politico-mafioso riguarderebbe anche il mutamento della destinazione urbanistica di alcuni terreni di proprietà della cosca Pisano vicino allo svincolo autostradale di Rosarno e la riapertura del centro vaccinale in un immobile di pertinenza della famiglia mafiosa conosciuta con il soprannome dei “diavoli”. La cosca, inoltre, avrebbe chiesto al sindaco di assegnare a suoi uomini di fiducia sia la carica di vicesindaco. Stando a quanto scrive la Dda, infine, per le elezioni comunali del 2016 Giuseppe Idà avrebbe chiesto a Carmine Pesce di procurargli voti. Nell’ambito delle dinamiche connesse all’assunzione del predominio della gestione del traffico illecito di sostanze stupefacenti, era maturato anche il proposito di assassinare un affiliato di una delle articolazioni di ‘ndrangheta operative sul territorio con particolare declinazione nello specifico settore illecito. Delitto che non si è poi realizzato, solo perché la vittima non è caduta nella trama criminale, non presentandosi agli appuntamenti che le sarebbero stati fatali. Partendo dal contesto legato al narcotraffico è stato registrato il reimpiego del denaro in attività usurarie, tale pratica ha denotato la capacità dell’articolazione mafiosa investigata di pervadere l’economia legale quale naturale evoluzione criminale dei capitali illecitamente accumulati: pratiche che condizionano la libera economia, permettendo agli esponenti della consorteria mafiosa interessata dall’odierno provvedimento di controllare diverse realtà imprenditoriali operanti sul territorio, le indagini hanno consentito di censire diversi episodi di minacce e danneggiamento in danno di commercianti e relativi beni mobili ed esercizi commerciali, fatti commessi a scopo estorsivo con finalità mafiose così come il compimento di atti idonei diretti in modo non equivoco a consumare una rapina ai danni della proprietaria di una struttura alberghiera. Gli episodi censiti e documentati hanno permesso di sottolineare che la ‘ndrangheta, in special modo in taluni territori, non ha mai abbandonato la pratica della violenza finalizzata alle esazioni estorsive non solo quale mezzo di arricchimento illecito ma soprattutto quale strumento di controllo del territorio.

 

Sono finiti in carcere: Raffaele Belcastro, 61 anni; Salvatore Belcastro, 30 anni; Angelo Caccamo, 37 anni; Raffaele Cammariere, 60 anni; Antonella Caponigro, 43 anni; Salvatore Carlo, 46 anni; Andrea Cucinotta, 37 anni; Antonio Cutano, 46 anni; Francesco Cutano, 64 anni; Luigi Cutano, 42 anni; Sergio Gambardella, 57 anni (di Olevano sul Tusciano); Giovanni Grasso, 28 anni; Francesco Ieraci, 38 anni; Angelo Iorio, 57 anni (di Battipaglia); Diego Lamanna, 42 anni;Francesco Longo, 52 anni; Vincenzo Longo, 57 anni; Giuseppe Mallamace, 68 anni; Domenico Marino, 31 anni; Giuseppe Messina, 41 anni; Teodoro Montenegro, 33 anni; Angela Pace, 25 anni; Giuseppe Pace, 51 anni; Domenico Pepè, 65 anni; Domenico Pisano, 70 anni; Francesco Pisano, 65 anni; Salvatore Pisano, 73 anni;Vincenzo Pisano, 61 anni; Salvatore Scarcia, 53 anni; Giuseppe Spada, 41 anni. Agli arresti domiciliari:Salvatore Cascone, 62 anni; Giuseppe Consiglio, 36 anni; Antonio Ferrinda, 37 anni; Rocco Fusca Cono, 53 anni; Giuseppe Iannace, 71 anni; Giuseppe Idà, 39 anni; Antonio Ierace, 71 anni; Domenico Longo, 72 anni; Mattia Ligato, 23 anni; Pasquale Minella, 61 anni (di Roccadaspide); Biagio Moretto, 61 anni; Rocco Occhiato, 46 anni; Salvatore Paladino, 56 anni; Ruggero Palermo, 73 anni; Franco Panariello, 57 anni; Marco Petrini, 26 anni; Domenico Scriva, 64 anni; Giuseppe Seminara, 42 anni; Rosa Sica, 55 anni.