
di Erika Noschese
Salvatore Scafuri ha ufficialmente preso le redini di Confcooperative Campania, presentandosi ieri in conferenza stampa con un programma ambizioso e una visione chiara per il futuro della cooperazione nella regione. Forte di una solida esperienza nel settore, Scafuri si è detto pronto a guidare l’organizzazione attraverso le sfide attuali, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo delle cooperative come motore di sviluppo economico e sociale. Nel corso dell’incontro con i giornalisti, il neopresidente ha delineato le priorità del suo mandato, sottolineando l’importanza di valorizzare il patrimonio cooperativo campano, promuovere l’innovazione e sostenere le imprese nel loro percorso di crescita. Scafuri ha inoltre ribadito l’impegno di Confcooperative Campania a collaborare attivamente con le istituzioni e gli altri attori del territorio per creare sinergie e opportunità di sviluppo per l’intera comunità, partendo soprattutto dai giovani, punto imprescindibile del modello di visione e crescita di cui Scafuri vorrà farsi portavoce sull’intero territorio regionale.
Inizia una nuova avventura, frutto di un tour nei territori per provare un po’ a cambiare anche quella che è la cultura dell’energia, ma soprattutto delle buone pratiche.
“Veniamo da un impegno di otto anni su questo territorio salernitano, che ci ha portato già grossi frutti. Abbiamo creato un modello cooperativo che funziona, abbiamo contaminato i territori, dico io, grazie al modello delle cooperative di comunità, delle comunità energetiche, innovazione sociale, Veramente c’è stata una diffusione della cultura cooperativa che parte da questa provincia, ma il monito vuole essere oggi, da presidente di Confcooperative Campania, contaminare le altre province, perché abbiamo una regione che ha delle potenzialità enormi, e spesso questo non ci viene riconosciuto sui livelli nazionali. Quindi noi siamo pronti per fare la nostra battaglia sugli altri territori provinciali di questa regione, per farli crescere egualmente, perché sono pronti per assorbire il livello della cultura cooperativa e promuovere quella che è la vera ricchezza, cioè far lavorare le persone al sud, farle rimanere qua. Perché la nostra sfida è questa: i giovani non se ne devono più andare da questa terra. Dobbiamo farli rimanere su questo territorio e le cooperative sono uno strumento giusto, questo è il nostro pensiero”.
Secondo lei c’è, per i giovani, la possibilità di lavorare qui e soprattutto cosa offre oggi il nostro territorio?
“Dirlo solo sarebbe banale, perché siamo abituati a dire tutto, no? Noi partiamo dall’esempio, da quello che abbiamo fatto: bisogna dare l’esempio. Noi abbiamo mantenuto circa 40 giovani sul territorio salernitano, inseriti in cooperative che sono del tutto innovative, partendo da cooperative che si occupano di engineering, abbiamo fatto un lavoro di assistenza tecnica agli enti pubblici che hanno un modello obsoleto e quindi hanno bisogno di un’assistenza continua anche sui nuovi bandi del Pnrr. Abbiamo creato comunità energetiche in 30 Comuni della provincia di Salerno e in altri comuni della Campania, quindi già abbiamo dato questa opportunità. Abbiamo visto che il modello funziona: quando un ingegnere non se ne va in Lombardia a lavorare per Ferrovie dello Stato e rimane sul tuo territorio, vuol dire che stai vincendo e il percorso è quello giusto. Ora lo dobbiamo amplificare, facendo capire agli altri che il modello funziona”.
Presidente, lei ha parlato di risorse della nostra regione, del nostro territorio. Non possiamo non parlare anche del turismo.
“Il turismo è nevralgico. Noi abbiamo una capacità di incidere soprattutto sul turismo delle aree interne, che forse è il tema, no? Perché abbiamo una regione a due velocità. Una che è sulla fascia costiera, ma là il turismo sulla fascia costiera va da solo: abbiamo un patrimonio che ci ha regalato il Signore, e quindi va da solo. Dobbiamo sforzarci per creare risorse nelle aree interne. Il modello della cooperazione nell’area interna è l’unico che può funzionare: la cooperazione di comunità che può promuovere i siti delle aree interne, fa sì che la gente rimane su quei territori e preserva quei territori. Quindi su questo siamo pronti. Abbiamo, già da tempo, affrontato questo tema. Siamo operativi sui territori con delle cooperative che sono tour operator specifiche per le aree interne. Quindi c’è un modello, c’è una visione: ovviamente da oggi si parte con una cognizione diversa e con una modalità operativa diversa perché pensiamo di coinvolgere direttamente anche gli attori regionali, le istituzioni e, perché no, le funzioni centrali ministeriali per essere accompagnati su questi processi già avviati da tempo”.