Di Adriano Falanga
Dopo anni di proteste, petizioni, reclami, protocolli e denunce, sembra aprirsi uno spiraglio per i residenti di via Colombo, già via Macello. Il Comune sembra essere orientato ad accettare la proposta di un residente, disposto a cedere parte della sua proprietà per allargare la carreggiata e sistemare la strada d’accesso al viale, tutto a sue spese, in cambio di due accessi sulla stessa. Via Colombo rappresenta un’anomalia urbanistica, in quanto presenta un solo accesso (che è anche uscita) decisamente sottodimensionato per la densità demografica che ospita. Decine di parchi nati dopo il terremoto del 1980, che oggi ospitano centinaia di famiglie. La stradina di accesso dall’esterno sembra poco più che un vialetto secondario, salvo poi allargarsi e aprirsi su una fitta zona residenziale. Un varco stretto tra due proprietà private, che non permette il defluire di due auto per volta, ostacolando l’accesso di un’ambulanza e piccolo per un’autobotte dei Vigili del Fuoco. “La sensazione è di essere come topi in trappola, oltre al degrado, non ci sono condizioni di sicurezza sufficienti per gli abitanti” così nel maggio 2015, quando ci fu l’ennesima raccolta di firme. Oggi, nonostante la disponibilità di proprietari che hanno ceduto parte della loro proprietà per l’allargamento della carreggiata, persistono alcune strutture che non permettono la fine dei lavori, tra cui una cabina telefonica a monte e una cabina di metano a valle. “Resta una recinzione oramai deteriorata al di la della quale giacciono rifiuti e parte del muretto è crollato – si leggeva nell’esposto – inoltre le ridotte dimensioni all’inizio della strada e l’assenza di marciapiedi pongono in serio pericolo l’incolumità dei pedoni”. Ad interessarsi della questione il consigliere comunale Bruno Pagano, che in questi mesi ha ripetutamente sollecitato gli uffici preposti ad attivarsi per risolvere la grave situazione di disagio, e pericolo, in cui versano gli abitanti di via Colombo.
“Ho scritto più volte al dirigente settore Lavori Pubblici e al sindaco per sollecitare un intervento urgente – spiega Pagano – perché ho avuto modo di constatare personalmente quanto sia complicato immettersi nella strada, diventata negli anni un vero e proprio quartiere. Il tutto è molto pericoloso, e non credo sia opportuno aspettare ancora”. A rispondere al consigliere comunale l’ing. Domenico Sicignano, responsabile del settore. “Per quanto riguarda la sistemazione della strada, ho provveduto ad effettuare una stima dei lavori occorrenti che comprende il muro di sostegno, la ringhiera sovrastante, e sistemazione della strada con l’allargamento della stessa di circa 1 metro, previa procedura di esproprio”. Secondo il tecnico di Palazzo Mayer per tali lavori occorrono circa 60 mila euro: “importo delle risorse economiche da reperire” chiarisce Sicignano, ergo, la cassa piange. Viene da chiedersi perché per “soli” 60 mila euro un intero quartiere è da anni in pericolose condizioni di sicurezza? Da chiarire anche che da anni è in corso un braccio di ferro con i proprietari da espropriare. Ma la soluzione sembra esserci, e viene fornita proprio dal proprietario del fondo in questione, noto medico scafatese. “In data 3 agosto 2016 il proprietario del fondo ha inoltrato richiesta di esecuzione a proprie spese del muro di recinzione con 2 accessi e ringhiera metallica sovrastante, arretramento di 1,2 metri del muro e sistemazione della strada con cessione gratuita dell’area” conclude il dirigente comunale. Una soluzione fattibile, secondo Bruno Pagano. “Sono anni che si attendono risposte ed oggi non possiamo perdere quest’occasione. L’operazione in fondo comporta un risparmio non indifferente per il Comune, anche se necessita di due accessi a uso del proprietario. Continuerò a monitorare la situazione” la promessa del consigliere.