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di Valeria Cozzolino
SCAFATI/POMPEI. Dopo l’estorsione all’Aipa, arriva la tentata estorsione alla nuova società che gestisce i parcheggi a pagamento in città, la Publiparking. Circa un mese fa ci sarebbe stato un tentativo di estorsione ai danni della ditta Pubbliparking srl, che gestisce il servizio di sosta a pagamento sia a Scafati che a Pompei e in altre città della Campania, ma non solo. Il fascicolo sulla tentata estorsione sarebbe ora al vaglio della Procura di Nocera Inferiore trasmesso dai carabinieri a cui i proprietari della Publiparking hanno sporto denuncia. Sulle indagini stringe il massimo riserbo, la vicenda coinvolgerebbe anche la Procura di Torre Annunziata, l’altra giurisdizione nel cui territorio opera la Publiparking e nei cui confini sarebbe stato perpetrato il tentativo di estorsione. In pratica, un operaio della ditta che gestisce l’appalto delle strisce blu a Scafati sarebbe stato avvicinato da due persone, in corso di identificazione, che a bordo di una moto lo avrebbero fermato e gli avrebbero chiesto di voler incontrare il proprietario della ditta per cui lavora ad un orario e in un giorno preciso. Il luogo fissato era una zona a ridosso tra Pompei e Scafati.
L’incontro sarebbe avvenuto qualche settimana fa e il proprietario della Publiparking avrebbe ricevuto una richiesta estorsiva, da qui la denuncia in caserma. Episodi questi, che danno conferma che la criminalità organizzata continua ad essere presente nelle nostre zone. Nell’ambito dell’inchiesta in cui sono stati arrestati i rampolli del clan Ridosso e indagati diversi personaggi, era emersa anche la conferma che anche il passato gestore del servizio parcheggi – la milanese Aipa che all’epoca gestiva anche il servizio a Pompei – avesse subito una estorsione di svariate decine di migliaia di euro ad opera del clan Ridosso-Loreto. A confermare l’atto estorsivo ai danni dell’Aipa era stato anche l’ingegnere Aurelio Voccia, da sempre vicino all’amministrazione Aliberti. L’ingegnere infatti era partecipe ai più grandi progetti portati avanti dall’amministrazione Aliberti. La Pubbliparking era subentrata all’Aipa nel novembre del 2014 e, grazie ad una procedura negoziata, si era aggiudicata il servizio per un anno ad un importo di circa 41 mila euro. Nel novembre 2015 vi era stata una proroga al contratto per altri sei mesi, il tempo necessario alla partecipata comunale Acse di poter effettuare una gara aperta ad interesse europeo. L’espletamento della nuova gara, i cui termini per la presentazione delle offerte sono scaduti lo scorso 9 febbraio, ha subito nei giorni scorsi un rinvio a data da destinarsi. Sono cinque le ditte che hanno preso parte alla gara , tra queste anche la Pubbliparking. La dirigenza Acse ha motivato il rinvio con la richiesta che un membro della commissione esaminatrice delle offerte sia inviato dalla Prefettura in segno di massima trasparenza. Gli inquirenti, nel frattempo, stanno seguendo ogni pista, anche quella che il tentativo di estorsione sia relativo ad appalti che la ditta avrebbe in corso lontano da Scafati. Si indaga per capire anche se gli estorsori siano oppure no della zona. Sebbene bassa, la cifra dell’appalto scafatese per i parcheggi, sembra comunque appetibile. Invece, su Pompei, il contratto è in via di rescissione.
Non va però trascurato che durante le festività natalizie furono ben tre i parcometri esplosi.
Non si esclude a questo punto si sia trattato di avvertimenti alla ditta. Su questi episodi, così come sulla tentata estorsione, resta il rebus.
Continua l’attenzione della Dda sul clan Ridosso Loreto, sul casa Aipa e non solo
SCAFATI. Continua senza sosta l’indagine dell’Antimafia su appalti e affidamenti in città. Da giorni, continuano le acquisizioni di atti da parte della Dia. La Procura lunedì ha inviato nuovamente due suoi uomini negli uffici della polizia municipale di via Melchiade a Scafati, per acquisire altra documentazione depositata nei locali della polizia locale. Documenti che non riguarderebbero direttamente il corpo di polizia locale ma alcuni affidamenti relativi al settore. Nello stesso tempo procedono anche gli interrogatori a “persone informate sui fatti” e non solo, per verificare tutte le procedure degli ultimi 2 anni. Tutto sembra collegato all’inchiesta relativa al clan Ridosso-Loreto. Proprio in quell’ambito era emerso il ruolo chiave di Aurelio Voccia. Per il Pd era il regista occulto di ogni affare scafatese, per l’opposizione di destra era la chiave di volta degli appalti Geset e di quello Aipa. Per gli inquirenti, Voccia era il garante della società Aipa. Era il periodo a cavallo tra il 2009 ed il 2010 quando su minaccia di Luigi Ridosso e Alfonso Loreto, Aurelio Voccia consegnò, nel laboratorio di analisi di C.M., in una busta chiusa, una tangente di 30mila euro. Era il prezzo per lavorare “in pace” sul territorio scafatese dopo i disordini dell’ultimo periodo. Nel 2009 infatti l’Aipa aveva vinto l’appalto di sei anni al Comune di Scafati ma, questo, non era bastato ai Ridosso-Loreto per lasciare la società di Milano in tranquillità. Appena gli ausiliari presero servizio, subito arrivò il conto: chiesero al garante della società Aipa di Milano, l’ingegnere Aurelio Voccia De Felice, di pagare. Si incontrarono in segreto nel laboratorio di un amico in comune e il pagamento avvenne. Una scelta, quella di Voccia, che gli è costata cara. In quell’occasione però la denuncia, non arrivò ma arrivarono i soldi a Luigi Ridosso ed Alfonso Loreto. Era il 2009, l’anno in cui Aurelio Voccia incassava un incarico diretto da parte dell’amministrazione retta dal sindaco Pasquale Aliberti al comune di Scafati come responsabile dei rapporti col “partenariato” per 18mila euro circa. Soldi pubblici per lui anche nell’incarico diretto che lo stesso Aliberti gli affidò poco più in là come amministratore della Scafati Sviluppo, società che ha gestito la gara da 18milioni di euro e poi l’appalto per la reindustrializzazione dell’Ex Copmes. Sempre Voccia secondo il Pd e le denunce dell’allora presidente della commissione trasparenza Marco Cucurachi, poteva essere il regista occulto di un altro super appalto pubblico: quello per la gestione delle tasse cittadine. L’appalto da 10milioni di euro con la Geset, tuttora in corso. Voccia, la cui famiglia vanta ex sindaci (tra cui l’ultimo sindaco Dc cittadino) e noti esponenti della società civile, per ora ha solo ammesso di aver pagato ma cosa abbia detto all’Antimafia, non è ancora stato reso noto. (c.v.)