Di Adriano Falanga
Entrambi hanno garantito due firme su undici, ed entrambi provengono, in forme diverse, dal Partito Democratico, seppur formalmente mai iscritti, come loro stessi sostengono. Dal circolo del Partito Democratico strali contro Michele Raviotta e Filippo Quartucci, che hanno sostenuto prima la scelta della decadenza, e poi hanno risposto all’appello per le dimissioni collettive. “<Io il commissario a Scafati non lo voglio>, con queste parole il consigliere Raviotta del Co.Tu.Cit ha giustificato in Consiglio Comunale il suo voto a favore della decadenza di Aliberti che avrebbe visto subentrare il vicesindaco – si legge in una nota stampa – Viva la coerenza e il bene della città. Peccato che l’interesse di Scafati vari, per il personaggio in questione, a seconda dell’interesse della maggioranza ed in particolare del sindaco Aliberti che per lui è diventato di colpo un benefattore. De Luchiano, Cozzoliniano, Piddino, Pidiellino, su una cosa dobbiamo dargli ragione: È vero, non ha padroni, come lui sostiene, nel senso che non ne ha uno solo ma serve di volta in volta quello di turno cui vende o meglio svende i bisogni di quelle fasce sociali che pur dice di difendere”. Parole pesanti, non da meno quelle rivolte all’indirizzo di Filippo Quartucci, che di fatto viene messo fuori dal gruppo consiliare.
“A seguito della sua volontaria, personale ed irresponsabile scelta di firmare, in qualità di membro dell’opposizione e d’accordo con i pochi componenti della maggioranza, le dimissioni da consigliere comunale, che avrebbero consentito al Sindaco di potersi ricandidare alle prossime elezioni amministrative – le motivazioni della “cacciata” – Far parte di un gruppo significa partecipare al dibattito interno e condividere la linea politica da adottare in conformità a quanto deciso negli organismi dirigenti. Così non è stato in quanto il consigliere Quartucci non solo ha deciso di fare la “stampella” ad Aliberti, ma ha mostrato, con i suoi reiterati comportamenti di condividere la linea politica, per la qual cosa ci aspettiamo anche che venga lautamente “ricompensato” – la pesante stoccata dei democratici – A noi non resta che augurargli un lungo e proficuo percorso nelle fila della solida maggioranza che si andrà a formare nel Consiglio e, nel contempo, lo invitiamo a sedere negli scranni di fronte a noi, perché gli avversari non siedono al fianco”. Quartucci però è sereno: “sono un uomo libero – ha detto domenica sera fuori dal notaio – ho sostenuto Nicola Pesce ma non faccio parte e mai ne ho fatto parte, del Pd. Ritengo assurdo che venga impedito ad una persona, chiunque essa sia, di candidarsi a sindaco”.
Molto più prolisso Michele Raviotta invece: “dovrebbero occuparsi del PD che a Scafati non esiste è solo un partito virtuale, per intenderci meglio una accozzaglia di ex di varia estrazione – la difesa del civico Cotucit – Io ho dimostrato di non avere padroni con i fatti, solo amici personali nel Pd: Andria, Cozzolino, Pica, Conte, Pisapia, Valiante, Iannuzzi, sono un uomo libero. Ero amico di De Luca ma dopo il tradimento alle Europee ai danni del professore Pino Arlacchi sono rimasto schifato. Ho sostenuto alle Primarie regionali Andrea Cozzolino del quale sono amico personale. I miei voti sono serviti al PD alle Europee, alle regionali, alle Politiche e soprattutto ho sostenuto tutta la linea dettata dalla segretario provinciale Nicola Landolfi e De Luca, alle primarie per la segreteria regionale PD ho fatto vincere a Scafati con i voti del Cotucit la Tartaglione, ho votato e sostenuto il segretario provinciale Landolfi e successivamente alle primarie Nazionali Matteo Renzi. Pur non essendo iscritto al Pd i miei voti hanno fatto comodo anche alla segreteria cittadina che si è costituita con l’appoggio determinante del Co.Tu.Cit, in un momento in cui c’era la spaccatura con il gruppo PD di S. Pietro”.
Si sfoga Raviotta, dopo le pesanti accuse piovutegli addosso. “Voglio ricordare che mi sono candidato due volte alle regionali con Italia dei Valori, candidato due volte alle Politiche e candidato a Sindaco con il Co.Tu.Cit. e il PD mai mi ha sostenuto, ma cosa vogliono da me questi signori? Io mi sono sempre occupato, contrariamente al PD, dei problemi della città, le mie proposte come le Clausole Sociali, Baratto Amministrativo, Servizio Civico per disoccupati, rimborso depurazione, esenzione Tarsu e Tari per disabili e politiche sociali sono state accolte dal Sindaco Aliberti, che ha dimostrato grande capacità amministrativa che è sotto gli occhi di tutti, anche di chi non vuol vedere come il PD”. Infine la chiosa: “Voglio in ultimo ricordare che non ho aderito al gruppo consiliare del PD, perché non condividevo il loro modo di fare politica personale e soprattutto per rispettare gli elettori del Co.Tu.Cit. che sono gli unici ai quali devo rendere conto politicamente”.