Di Adriano Falanga
Potrebbe essere una giornata importante questa di oggi, è il giorno in cui il Tar Campania sezione Salerno dovrà pronunciarsi sulla sospensione del consiglio comunale del 27 novembre scorso, così come da ricorso delle opposizioni e del presidente del consiglio comunale Pasquale Coppola. Un consiglio convocato in poche ore da Teresa Formisano, e tenutosi senza opposizione e buona fetta di maggioranza, in quanto sullo stesso il vice Prefetto Giuseppe Forlenza aveva evidenziato profili di illegittimità nella sua convocazione. Una data, questa del 12 gennaio, che inevitabilmente andrà ad incidere in maniera determinante sul futuro politico della città di Scafati. Volendo ridurre all’osso il ragionamento, il succo potrebbe essere: “chi avrà ragione, Coppola o Aliberti? Chi è che si è attenuto alla legge e chi invece l’ha forzata per un proprio tornaconto politico?” Si parlerà ancora di decadenza quindi, la stessa che doveva, nell’immaginario del primo cittadino, rilanciarlo sulla scena elettorale per un terzo mandato consecutivo, rafforzandolo e spazzando via (politicamente parlando) quell’opposizione “feroce e violenta” che lo attanagliava. Non è stato così, perché oltre al mancato raggiungimento dell’obiettivo, la maggioranza ne è uscita con le ossa rotte. Da qui l’apertura della crisi e la richiesta di una verifica della sua tenuta in consiglio comunale. Aliberti vuole una mozione di sfiducia nei suoi confronti e chiederà una fiducia condizionata da precisi obiettivi, chi li condivide è dentro. Nessuna preclusione a nuove entrate dalle fila della minoranza, ma questo è un punto che divide la sua squadra. Gli alibertiani potrebbero anche accogliere il gruppo Cotucit composto da Michele Raviotta e Filippo Quartucci, ma solo se la loro adesione non risultasse determinante per il raggiungimento dei tredici componenti necessari per andare avanti. In questo caso ci si ritroverebbe infatti davanti una diversa squadra di governo rispetto a quanto stabilito dal voto nel 2013.