Di Adriano Falanga
Ha fatto presto il giro della città la notizia della nuova truffa ai danni di malcapitate ed ingenue vittime, spesso anziane. Una coppia di ragazzi si aggira tra le principali strade della città e armata di videocamera e microfono tramite un’astuta e mirata (pseudo) intervista carpisce i dati personali della vittima. Poi, facendo firmare una finta liberatoria per la messa in onda del servizio, riescono a chiudere un contratto per la vendita di merce. Nel caso segnalato da Cronache si trattava di circa 800 euro di biancheria. Scafati però non è di certo immune alle truffe, e la finta intervista rappresenta solo l’ultimo astuto escamotage. Avere una statistica esatta del numero delle truffe, e del loro tipo, è però impossibile. Le vittime, quasi sempre anziane e sole in casa, il più delle volta preferiscono non denunciare nulla, per timore del giudizio dei vicini ma soprattutto dei parenti. Negli ultimi mesi la città è però presa letteralmente d’assalto da questi truffatori, e se i verbali dei Carabinieri raccontano poco, il web è testimone più prolifico. Stando alle testimonianze raccolte, la città sembra essere divisa in zone, in ognuna una truffa diversa. Al centro città e nei quartieri più densamente abitati, quali corso Nazionale, San Pietro, via Della Resistenza, le truffe più frequenti sono quelle del finto amico del parente, dei falsi consulenti Enel, e della merce acquistata “per conto di”. Il finto amico citofona in orario di lavoro, dicendo di aver prestato dei soldi al figlio della vittima. Il truffatore inscena una finta telefonata con l’uomo, di cui conosce il nome, e parlando ad alta voce lascia intendere alla vittima che a restituire i soldi può essere lei. “Signora dice suo figlio (o nipote, altra variante) se gentilmente può anticipare lei i soldi, poi quando torna le restituisce tutto”. La somma non è mai alta, e sembrerà strano, ma questa truffa è la più “vecchia” perché ha un alto tasso di realizzazione. Il truffatore sa sempre cosa dire, e come dirlo, per carpire la fiducia della sua preda. Poi ci sono i finti consulenti di società di servizi, tra cui l’Enel. Bussano e con tanto di documentazione su carta intestata, e tesserini di riconoscimento, chiedono in mostra una bolletta dell’energia elettrica “per controllare se lei già usufruisce del pacchetto sconto”. In realtà prendono nota del codice utente e dei dati di fornitura e facendo firmare il “verbale di visita” se ne vanno. La vittima ci cade facilmente, perché stavolta nessuno chiede soldi. In realtà ha appena firmato un oneroso nuovo contratto con altro gestore. La “merce acquistata per conto di” è simile alla prima truffa, solo che stavolta la vittima è chiamata a pagare un oggetto per conto del parente, non presente a casa. Paga, ma poi il “corriere” sparisce con soldi e merce. Quando le vittime non sono a casa, ma per strada, incorrono in diverse altre truffe. La truffa dello specchietto, dell’orologio e della fiancata sono frequenti nelle strade ad elevato traffico veicolare. Si sono avute segnalazioni in via Passanti, nei pressi dell’area mercato, e del casello autostradale.
La truffa dello specchietto è vecchissima, ma ultimamente viene riproposta da malviventi di origine straniera. Il malvivente fa credere alla vittima (l’automobilista) che la sua auto ha involontariamente urtato lo specchietto laterale di quella del truffatore per spillargli un po’ di soldi. La povera vittima viene indotta a non fare il Cid, per evitare che l’importo della propria rata dell’assicurazione aumenti e indotta a pagare il danno causato, in realtà mai avvenuto, in contanti. E in genere la cifra scucita al malcapitato si aggira intorno ai 100-150 euro. C’è anche la versione del pedone che colpisce il malcapitato in auto e che racconta alla sua vittima una versione decisamente opposta dei fatti: è lei ad averlo colpito. Il suo scopo è un altro: rubare 50/100 euro. Per raggiungerlo vi racconterà la seguente storia: l’urto ha causato la rottura dell’orologio che porta al polso ma l’oggetto di valore non è suo, è del padre o di un amico insomma è in prestito, e per evitare la brutta figura deve ripararlo e dunque ha bisogno di un po’ di denaro come risarcimento. Testimoni raccontano di un paio di episodi avvenuti nei pressi del mercato settimanale. L’uscita del casello autostradale che Scafati condivide con la vicina Pompei è stato teatro della “truffa della fiancata”. Qui, dove per gran parte della giornata c’è sempre un imbuto di auto in direzione Scafati, accade che l’automobilista sorpassa un’auto che va a rilento, sente un rumore sordo come di un sasso che colpisce la vettura. L’altro automobilista comincia a lanciare segnali accendendo e spegnendo i fari o suonando il clacson, intimando di fermarsi. Una volta fermi, il truffatore dice di essere stato colpito in fase di sorpasso. Di fatti le auto risultano strisciate. A questo punto inizia la “trattativa” economica per evitare di compilare il modulo CID e cercare di ottenere dei soldi.
L’ULTIMA TRUFFA, LA GOMMA BUCATA AL CENTRO COMMERCIALE
Quale luogo migliore del supermercato, per individuare la vittima ideale? Donna, possibilmente frettolosa (spesso l’azione avviene poco prima dell’orario di uscita di scuola) e con auto parcheggiata. L’idea è quella di bucare la gomma della vittima per rubare borse, cellulari, portafogli e quant’altro. L’automobilista in pratica è doppiamente sfortunato: non solo viene svaligiato ma dovrà anche cambiare la ruota, sempre che ne abbia una di scorta in ottime condizioni. In caso contrario si ritroverà a piedi chissà dove. La scenetta è più o meno sempre la stessa: il truffatore si avvicina all’auto che ha precedentemente puntato mentre la proprietaria si è allontanata per fare la spesa e buca la gomma. Nel frattempo la donna torna, si accorge di avere la ruota a terra e si dimena perché ha fretta, e il più delle volte non sa come sostituire la gomma. Ecco che compaiono due uomini che si offrono di aiutarla. E mentre uno lavora e parla con la vittima, l’altro coglie ogni attimo buono per sfilare portafogli o quanto altro da borse e auto. Questa truffa è stata segnalata una sola volta presso un noto parcheggio di un supermercato di San Pietro, ma sul web è capitato di leggere di persone che avevano “smarrito” portafogli nei pressi di questi luoghi, senza considerare che la ruota bucata non era un semplice e inutile dettaglio. Si consiglia di non lasciare mai oggetti di valore in auto, tenere il portafoglio in un luogo difficilmente raggiungibile e di diffidare dell’aiuto degli sconosciuti. In caso di sospetto meglio contattare il 112.