Di Adriano Falanga
E’ scontro tra la Federconsumatori di Scafati e la Gori spa. Materia del contendere una fattura ricevuta da F.A. scafatese di via Dante Alighieri. La bolletta di conguaglio è relativa ai consumi effettuati nel periodo 4 aprile 2006 – 5 maggio 2016. “Nel dettaglio, la Gori mi chiede di pagare le differenze da lei non fatturate dal momento in cui ho preso possesso di questo appartamento – spiega l’utente – un conguaglio di dieci anni per 650 euro già pure rateizzati”. L’uomo non si è perso d’animo e presa carta e penna ha contestato la fattura. “Ai sensi dell’articolo 2948 del codice civile, oltre i 5 anni subentra la prescrizione. Pertanto alla società ho chiesto di tenerne conto, diffidandola dal pretendere somme non dovute e a rettifica la fattura, considerando un periodo non superiore ai 5 anni” aggiunge F.A. E questo nonostante l’utente è sempre stato puntuale nei pagamenti e l’ultima lettura rilevata sia del 2014.
“Perché nel 2014 non mi hanno mandato nulla? Ma davvero credono che noi poveri utenti dobbiamo pagare la loro inefficienza? E anche questo conguaglio è avvenuto sulla scorta di una lettura presunta, perché nessun loro addetto è mai passato a leggere il contatore. Pago ogni bimestre una media di 60-70 euro di acqua – spiega ancora l’intestatario della fattura – e la società vuole da me altri 650 euro? Ma è acqua o è oro?”. La Gori però ha obiettato, e legittimato la sua richiesta. “Si precisa che gli importi dovuti per tali periodi non si possano considerare prescritti – si legge in una loro nota di risposta – atteso che il pagamento delle fatture precedenti ha determinato l’interruzione dei termini di prescrizione, senza poi contare che in ciascun documento contabile è stato sempre riportata, nell’apposito riquadro, la dicitura “salvo conguaglio”, valendo anch’essa ai fini interruttivi della prescrizione”.
Insomma, secondo la società che gestisce l’acqua pubblica, tanto “amata” dai chi al referendum ha votato a favore dell’acqua pubblica, la dicitura “salvo conguaglio” serve a mettere le spalle al muro, ed essere così liberi di chiedere somme di danaro anche dopo dieci anni, sorvolando la legge che prescrive il credito dopo 5 anni. Sentendosi vessato, lo scafatese si è rivolto alla Federconsumatori di via Giovanni XXIII. “Non credo che le cose stiano come sostiene la Gori – spiega Michele Arpaia – la società avrebbe dovuto rilevare la lettura molto tempo prima e comunque non è chiaro neanche la modalità di calcolo con cui hanno chiesto i 650 euro”. La pratica è stata già aperta e il tutto è finito tra le mani dei legali dell’assoziazione che tutela i consumatori. “Non è la prima volta che aiutiamo cittadini in difficoltà con la Gori e molto spesso questo genere di contenziosi finiscono sempre a favore dell’utente. Sono fiducioso” chiosa Arpaia.