Scafati. Non pagano la sanzione per il decreto penale spiccato dalla procura nel 2021 e per questo motivo finiscono a processo per false dichiarazioni all’atto della proclamazione. Alla sbarra consiglieri comunali e politici di Scafati finiti sotto inchiesta, con l’emissione di un provvedimento di condanna disposto dal gip del Tribunale nocerino. Facendo opposizione a quel decreto della Procura sono quindi finiti a processo. Il decreto di citazione diretta firmato dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Nocera Inferiore Carlo Bisceglia prevede l’inizio del processo il 15 maggio del prossimo anno davanti al giudice D’Arco del Tribunale monocratico. Dovevano pagare una multa di 2.250 euro ciascuno (tranne per un consigliere che poi si era dimesso a cui venivano contestati due reati) l’ex sindaco Cristoforo Salvati ora consigliere di opposizione, l’ex consigliere comunale Marco Cucurachi, i consiglieri comunali Michelangelo Abrunzo, Paolo Attianese, Camillo Auricchio, Giovanni Bottone, Ida Brancaccio, Nicola Cascone, Antonella Vaccaro, Pasquale Vitiello, gli ex assessori Serena Porpora, Arcangelo Sicignano, Alfonso Di Massa, Nunzia Di Lallo, Raffaele Sicignano e l’ex esponenti della giunta comunale Alfonso Fantasia. Infine, il consigliere comunale Michele Russo. Altri due sono stati prosciolti dalle accuse in fase preliminare.Le accuse formali contestano il falso in atto pubblico per dichiarazioni mendaci rese al momento della firma per la proclamazione a consiglieri comunali dei 17 imputati, tutti esponenti politici attualmente componenti dell’assise cittadina a Palazzo Mayer tra giunta comunale, maggioranza e opposizione. La questione era stata sollevata da alcune denunce, inviate anche dalla segretaria comunale Giovanna Imparato, su cui la Procura nocerina (con il sostituto procuratore Roberto Lenza) stava lavorando da tempo. Per qualcuno era emerso un contenzioso legato a tributi locali mai pagati e per cui proprio uno dei diretti interessati aveva annunciato la rateizzazione del debito dopo un consulto con i funzionari della Geset, società che si è occupata della riscossione dei tributi. Tuttavia il pagamento suddiviso su più tranche non aveva salvato l’esponente politico, che aveva deciso di dimettersi per far subentrare un’altra persona in consiglio comunale sempre per quanto riguarda la consiliatura Salvati. E proprio durante quel periodo alcuni dei politici fornì una propria versione dei fatti attribuendo a una cattiva interpretazione degli inquirenti quel denaro che doveva essere versato nelle casse dello Stato. E c’è dell’altro perché c’è chi aveva dichiarato di avanzare dei soldi non di avere debiti. E di queto avviso non è stata convinta la Procura nocerina tanto che due anni fa condannò con un decreto penale i 17 indagati i quali si sono opposti a pagare quella cifra e ora sono finiti a giudizio con un decreto firmato dal gup Carlo Bisceglia del Tribunale di Nocera Inferiore
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