Scafati. Non si placano le polemiche in seno alla maggioranza di Palazzo Mayer dopo le contestazioni dei dissidenti e la replica di Aliberti che, dopo aver incassato il non voto per il Dup e altri punti all’ordine del giorno in uno degli ultimi consigli comunali del 2024, aveva ritenuto 4 consiglieri fuori dalla sua squadra. “Se non ci sono numeri e condizioni per governare la città si torni al voto, chi sta all’opposizione deve fare il suo dovere anzichè trattare con il sindaco”. A distanza di circa un mese dalle parole di Aliberti arriva una nuova forte dichiarazione da parte Gennaro Avagnano eletto proprio nelle liste d’appoggio al primo cittadino. “Scafati ha bisogno di chiarezza e trasparenza, mi sembra che da parte di qualcuno non vi sia, mi riferisco soprattutto alla minoranza consiliare, o una buona parte di essa, che rispetto al futuro politico della città li vede alle prese con giochi giochetti, accordi sottobanco, velati o meno, con il primo cittadino il quale è alle prese con il suo unico interesse di rimanere attaccato alla poltrona”. Uno dei dissidenti della maggioranza punta l’indice contro alcuni consiglieri di opposizione che starebbero trattando con il primo cittadino Pasquale Aliberti. I cosiddetti “dissidenti” hanno parlato chiaro alla città, hanno esternato le loro critiche rispetto alla gestione del comune da parte del sindaco. “Il quale però- aggiunge Avagnano- è troppo preso dall’organizzare feste, festini, sprecare e sperperare i soldi dei cittadini e non a governare la città in modo stabile, programmatico e a lungo termine”. Oltre le note vicissitudini interne alla maggioranza, c’è una opposizione che non si capisce da grande cosa voglia fare- spiega il consigliere comunale-, “se fare il proprio ruolo o essere da stampella al sindaco con accordi sottobanco”. In conclusione rimarca Avagnano. “Premesso che la politica ci ha abituato a tutto e di più, ci sta, salti della quaglia o meno, nessuno si scandalizza, ma proprio perché i dissidenti hanno fatto chiarezza sulle loro posizioni per quanto gli compete nell’ambito di chi ha vinto le elezioni, finanche con il voto di dissenso in consiglio comunale, nel rispetto della città ce ne vorrebbe altrettante da chi le elezioni le ha perse. Se allo stato non vi sono più le condizioni per governare la città di Scafati è meglio che si torni al voto”. In serata è arrivata una nuova replica di Pasquale Aliberti alle parole di Avagnano: “Il tentativo di oggi di sfiducia di parte dell’opposizione e della ex maggioranza (chiaro il riferimento alle parole del “dissidente”) è legittimo. Io sono pronto ad andare al voto ma alla fine perde Scafati”, ha detto il sindaco.
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