Scafati. Alla fine Aliberti decide tutto lui. Ecco la "nuova" giunta - Le Cronache
scafati Attualità Provincia Agro Nocerino Sarnese

Scafati. Alla fine Aliberti decide tutto lui. Ecco la “nuova” giunta

Scafati. Alla fine Aliberti decide tutto lui. Ecco la “nuova” giunta

Di Adriano Falanga

La montagna ha di nuovo partorito un topolino, un copione già visto nel mese di gennaio scorso, dove i protagonisti si sono ritrovati comparse e le comparse protagonisti. Dopo la decadenza ci doveva essere azzeramento della giunta e dei cda, e il voto di fiducia in consiglio comunale. Quella resa dei conti è stata poi rimandata, chiaramente “per il bene della città” e anche in quell’occasione ci fu lo scontro politico con Raffaele Sicignano. Un braccio di ferro con il primo cittadino sulla scelta delle deleghe agli assessori, che fu vinto parzialmente da Sicignano, con un Aliberti costretto a rivedere ogni suo precedente progetto. Anche in quel momento si parlò di Mimmo Casciello assessore, ma questo oramai già non faceva più notizia. “Casciello è il Maradona della politica” disse Aliberti, soltanto che questi non giocava in panchina. Insomma, cambiare tutto per non cambiare niente, una strategia oramai collaudata e ben oliata, convincere la sua squadra che tutti sono determinanti nelle scelte, aprire puntualmente una finestra consultiva salvo poi decidere lui, da solo, le cose da fare. Nulla di illecito, il potere di nomina di giunta e dei cda è pur sempre in capo al sindaco, ma Aliberti sembra avere un vizietto: se ne ricorda sempre dopo aver ottenuto ciò che gli preme. Riunioni, vertici, incontri, messaggi, cene, una democrazia apparentemente partecipata, per un disegno di solito già realizzato. E così, anche questa volta, dopo il voto al bilancio, Aliberti ha fatto tutto da solo, e chiaramente, chi non acconsente “non vuole bene alla città”. Questo dimostra che le maggioranze in realtà non esistono, ma vengono plasmate all’occorrenza. E in questo ragionamento rientra anche la posizione di Identità Scafatese, i tre dissidenti infatti si sono dichiarati indipendenti, ma il sindaco sa che riportando Sicignano in Giunta può avere una carta in più da giocarsi nelle future votazioni importanti. Tra cui il Documento Unico di Programmazione, in aula di nuovo entro luglio, e su cui necessitano di nuovo 13 voti. Sicignano in giunta riporta il sereno anche a Roberto Barchiesi, che seppur ha votato il bilancio rifiutando di passare con IS, ha conservato un rapporto non solo politico con l’ex assessore al bilancio. E a chi si è chiesto il motivo per cui il sindaco ha preferito scontentare tre, e accontentare uno, la soluzione è tutta qui: Aliberti sa bene che nessuno, messo alle strette, è disposto ad andare a casa. Lui ha tenuto testa, ha promesso assessorati, deleghe, poltrone, poi ha realizzato che in fondo il tutto non serviva, perché a decidere è pur sempre lui, e chi protesta alla fine si accoda lo stesso.

2-aliberti cascielloL’esempio di Casciello è lampante, ma anche quello di Brigida Marra. Tutto sommato, una maggioranza dopo il 16 giugno, seppur striminzita era venuta fuori. La giunta era già a 5 con le dimissioni di Sicignano, bastava semplicemente accompagnare alla porta Antonio Pignataro (unico non eletto) e lasciare entrare la coppia Formisano-Casciello, con buona pace di Alfonso Carotenuto che pure sponsorizzava Antonio Mariniello. Ma ad Aliberti piace trattare con i suoi, per poi decidere con gli altri. E’ ciò che è accaduto durante la decadenza, e si è ripetuto oggi. Volendo essere maligni, verrebbe da dire che essere “fedelissimi” è più una palla al piede che un vanto. Perché poi agli occhi degli addetti ai lavori chi “davvero fa politica” appare Michele Raviotta, che pure è salito in cattedra nella maggioranza, o ancora Roberto Barchiesi, e il gruppo Identità Scafatese. Lo scenario comunque non è dei migliori, perché la squadra di maggioranza è troppo volubile, litigiosa, scontenta, e succube delle stesse decisioni del primo cittadino, molto bravo a farli sentire partecipi in una fase, ed esclusi in un’altra. Ma tutto questo si rende necessario per il bene della città, come lo stesso Raviotta ha sottolineato nell’ultima riunione. Occorre mettere da parte i personalismi e le ambizioni, perché “non è il momento” e chi mostra malumore “non ha a cuore il destino della città”. Tutto questo è emerso solo dopo il voto al bilancio però, perché prima, Palazzo Mayer si era trasformato in un banco dei pegni, più che sede istituzionale. Poi il peggio è passato, o meglio rimandato, a quando ci sarà il dup da votare. “Solito teatrino. La verità è che il sindaco continua a fare il gioco delle tre carte, mentre il Paese è sull’orlo del precipizio – polemizza Mario Santocchio – chiacchiere tante, giochi di potere e di ruoli semplicemente per restare aggrappati alla poltrona”.

ECCO LA “NUOVA” GIUNTA

1-giunta (2)Giunta a sei con tutti gli assessori riconfermati tranne Antonio Pignataro. Una grande vittoria per l’assessore Raffaele Sicignano che rientra in giunta una volta che il sindaco ha accettato le sue condizioni. Il primo cittadino ha indetto una conferenza stampa in modo tale da chiarire tutti gli aspetti della sua nuova squadra. “Dopo l’approvazione del bilancio ho bisogno di una maggioranza forte e stabile che riesca a dare serenità all’azione amministrativa. Solo in queste condizioni sarà possibile completare il grande lavoro di questi anni ed andare oltre il chiacchiericcio e le divisioni per volare alto sulla violenza dei nostri avversari e lavorare per l’unità” dichiara Aliberti “Per questo ringrazio chi ha votato il bilancio e ancora di più chi ha rinnovato la sua fiducia nonostante le velleità personali. È ancora più giusto che un sindaco decida in piena libertà e senza il ricatto politico di nessuno”. Poi il sindaco: ” Dopo una lunga consultazione e un confronto sereno e maturo ho deciso fosse giusto comporre la giunta con i sei consiglieri che si erano già dimessi all’inizio del mandato ovvero Fele, Pisacane, Acanfora, Chirico, Sicignano e Fogliame. Ognuno senta sulle sue spalle la responsabilita del ruolo nel momento difficile che vive la politica e il Paese è dia il meglio di sé nel solo ed esclusivo interesse della città”.
Questa giunta rende scontenti i consiglieri comunali Mimmo Casciello e Alfonso Carotenuto. Infatti avevano chiesto un posto nell’esecutivo cittadino. La deleghe saranno pronte nel corso della prossima settimana così come il cda Acse dove dovrebbe restare D’Angolo. Presente alla conferenza anche il neo consigliere di maggioranza Michele Raviotta. Finora l’unico vincitore sembra essere Raffaele Sicignano che ha mantenuto il posto in giunta distaccandosi dal gruppo Identità Scafatese con cui aveva fatto una battaglia prima del bilancio.

Gennaro Avagnano