Di Adriano Falanga
Pasquale Aliberti non ha mai nascosto, e non nasconde, il suo forte disappunto per le scelte della commissione straordinaria e sulla sua pagina Facebook torna a puntare l’indice. <<Benvenuti a Scafati nel paese delle meraviglie. La prima gara d’appalto, quella per il completamento del Palatenda, aggiudicata ad una impresa di Casal di Principe, non erano tutti camorristi i casertani?>>. In realtà, gara chiusa e affidamento definitivo avvenuto il 16 dicembre 2016, con Aliberti dimissionario ma ancora ufficialmente nel pieno dei sui poteri. <<La pubblica illuminazione gestita con un affidamento diretto ad una impresa di Cimitile, in attesa di un bando pubblico che non sarà definito neppure per fine anno – prosegue Aliberti – La Scafati Sviluppo che inspiegabilmente fallisce. Un componente del Cda Acse, nominato con un avviso di garanzia per corruzione e relativa richiesta di arresto. Un CdA di una partecipata in cui si omette di nominare la quota rosa prevista per legge. La nomina di una segretaria comunale con bando pubblico di cui avevamo già anticipato il nome. Declassamento del comune a categoria inferiore, ci avevano raccontato per risparmiare, invece scopriamo che senza questa operazione la nuova segretaria non avrebbe avuto i titoli per l’incarico>>. E’ un fiume in piena l’ex primo cittadino. <<L’uso cronologico improprio (?) del pagamento dei fornitori e delle indennità di carica che avvengono in modo arbitrario, tabelloni funerari che non sono stati più sostituiti come da capitolato d’appalto (il ministro non ci aveva sciolto per questo?). Rescissione della gara d’appalto per la ex Copmes perché l’impresa era in avvalimento con un’altra che forse(?), probabilmente(?) era vicino a qualche clan(?), mai formalizzato. Soldi per gli abbattimenti, nello schema di bilancio, delle opere abusive che non serviranno neppure ad abbattere quegli abusi imposti dalle ordinanze della Procura (ma il ministro non ci aveva sciolto per questo?)>>. Poi, dopo poche ore con un nuovo post l’ex sindaco “corregge il tiro”. <<Sono certo che la gara vinta da una impresa di Casal di Principe è solo una casualità, anzi il segno del destino, la dimostrazione che, per chi alimenta il sospetto per odio o invidia, una impresa casertana può capitare a chiunque, sindaco o Prefetto che sia>>. Poi sulla nomina di Candida Morgera: <<Nessuna illazione. Resta il fatto che tutti già sapevano da mesi chi fosse e che aveva lavorato con un sindaco, segretario provinciale del PD. Poco ci ha convinto la storiella del declassamento del comune, molto di più ci entusiasma sapere che la dottoressa Morgera è scafatese di adozione, avendo sposato un brillante medico di Scafati, questo al di là delle appartenenze ideologiche>>. Non risparmia polemiche Aliberti, anche all’indirizzo della sua opposizione consiliare, oggi accusata di essere silente. I commenti pubblici dell’ex primo cittadino sono tutti firmati come “Pasquale Aliberti, Libero Cittadino Scafatese (a cui non toglierete la libertà di pensiero)”.
SANTOCCHIO: “ALIBERTI CONFONDE LA MORGERA”, è la cugina
<<L’ex primo cittadino oramai è totalmente confuso e distratto. Addirittura confonde la moglie del dottor Addeo con la nuova segretaria comunale>>. Mario Santocchio smentisce che la “scafatese” Morgera sarebbe la nuova segreteria generale del Comune: <<è solo un caso di omonimia>>. Insomma, l’ex sindaco avrebbe preso una tipica “cantonata”, e seppur paradossale, esiste a Scafati una omonima Candida Morgera, moglie del medico Raffaele Addeo e cugina della neo segretaria. <<Aliberti invece di infangare il lavoro della commissione straordinaria, bene farebbe a chiedere scusa agli scafatesi per averli trascinati in questo baratro – aggiunge l’ex consigliere di Fdi – piuttosto da parte nostra invitiamo i commissari a proseguire nella loro opera di discontinuità, attuando anche la rotazione tra quei dirigenti che hanno operato nel sistema Aliberti>>. Nel tardo pomeriggio Aliberti, capito l’errore, corregge il post e scrive “parente di”. Ma la frittata era oramai fatta.
M5S: “ALIBERTI MENTE, I FATTI LO SMENTISCONO”
Sono gli attivisti di Scafati in Movimento a prendere le “difese” della triade commissariale, replicando, documenti alla mano, alle esternazioni di Aliberti. <<La gara per il completamento del Palatenda è stata interamente espletata sotto la sua amministrazione: il 20/9/2016 il bando viene pubblicato. Il giorno 16/12/2016 viene aggiudicata la gara>>. Aliberti sarà sindaco fino al 20 dicembre. <<Errare è umano, perseverare è diabolico e lui in poche ore ha mentito spudoratamente in ben due occasioni buttando fango addosso alla Commissione che non saranno dei santi ma a cui non vanno additate false responsabilità>>. E la “seconda occasione” sarebbe la manutenzione per la pubblica illuminazione, che non sarebbe avvenuta tramite affidamento. <<Il Comune di Scafati ha effettuato una gara invitando 8 ditte, attingendone i nominativi dal MEPA – puntualizzano i grillini – La procedura era iniziata prima che arrivasse la Commissione Straordinaria, gli indirizzi sono quelli della Giunta in carica ad ottobre. Dunque nessun affidamento diretto né tantomeno fatto dalla Commissione>>. Non è una difesa d’ufficio nei riguardi della commissione, chiariscono infine gli attivisti: <<Dalla commissione ci siamo sentiti presi in giro anche noi perché sapere già chi sarebbe stato il nuovo segretario prima della selezione è uno smacco a chi crede che i soliti e vecchi sistemi siano ancora in uso a Scafati>>.
RINALDI, Pd: “Siamo al paradosso”
<<Siamo oramai al paradosso. Qualunque decisione adotti la commissione, incontra il dissenso dell’ex sindaco e di qualche sodale superstite, riciclatisi oramai nel ruolo di duri oppositori dello Stato, quello Stato che ha dovuto sostituirsi alla politica perché nella “nostra città” la “loro Amministrazione” è stata sciolta per camorra>>. Così la segretaria del Pd scafatese, Margherita Rinaldi. <<E così colpa dei commissari se la città è sporca, se alcune zone rimangono al buio e senza illuminazione, se c’è un traffico che la paralizza, se i servizi sono inefficienti, se i milioni di debiti da loro accumulati in otto anni di governo impongono inevitabili tagli alle spese. Pare quasi che Pasquale Aliberti, in perenne campagna elettorale, si senta in competizione anche con i commissari vedendoli come avversari – aggiunge la Rinaldi – Ora il registro è cambiato, se ne faccia una ragione. Torni davvero ad essere un comune cittadino quale dice di essere>>