Di Adriano Falanga
Si cerca l’exit strategy per permettere a Pasquale Aliberti la ricandidatura al terzo mandato sindacale. Più passano i giorni, e più prende piede la possibilità di creare un’incompatibilità che gli possa valere la decadenza tramite voto di sfiducia in consiglio comunale. E’ la soluzione migliore per evitare il commissariamento. Voci di corridoio “profetizzano” una multa, oppure ancora un illecito amministrativo come causa di incompatibilità. Un illecito che potrebbe essere, per dire, un piccolo abuso edilizio. Una cosa è certa, gli emissari del primo cittadino stanno intensificando i contatti, e sarebbero pronte già diverse liste. Zeppa di consiglieri uscenti sarà la lista Forza Italia, che dovrebbe essere accompagnata da altre tre civiche alibertiane e almeno altre due liste preparate da nuovi sostenitori del primo cittadino, o meglio, transfughi del centrosinistra. Resta l’incognita Pasquale Coppola, con Pasquale Vitiello in Ncd. La compagine di Angelino Alfano farebbe gola sia a destra che a sinistra. Del resto, il partito attualmente governa il Paese con il Pd. Gli incontri ci sarebbero già stati, e se è vero che Coppola pare essere isolato dalla maggioranza che lo ha “esiliato” assieme al sodale Vitiello, è vero anche che i due, messi assieme, portano un bagaglio di voti di circa 1200-1300 voti. Lo stesso Coppola, che pure non sembra essere interessato ancora ad una diretta discesa in campo in contrapposizione ad Aliberti, potrebbe però essere calamita di tutti gli alibertiani delusi. E’ chiaro che i numeri non sono più quelli di una volta per Aliberti che rischia di trovare in campo altri tre candidati di centrodestra. La soluzione? Inglobarli.
L’operazione potrebbe essere più semplice con l’Ncd, a Coppola sarebbe stato offerto infatti la possibilità di “ritornare” in squadra con una lista da lui presentata. Questo gli renderebbe maggiore autonomia politica, diversamente da oggi, che è stato eletto nelle liste del primo cittadino. Una lista del partito centrista oltre a Coppola e Vitiello potrebbe includere molti ex consiglieri uscenti, tipo Antonio Carotenuto, Alfonso Fantasia, Luigi Giugliano, Giacinto Grandito e perché no, senza simbolo di partito ma in veste civica, la compagine riuscirebbe anche ad intercettare grillini delusi, ultimamente snobbati dai capibastone nazionali e alle prese con divergenze interne. Sul fronte centrosinistra, come accade oramai da diversi anni, si lavora per non arrivare spaccati al voto. Divisi non si vince, questo oramai è chiaro al Pd. E’ dimostrato infatti che il partito di Matteo Renzi se spaccato non attira consensi a Scafati, come si è visto sia alle amministrative 2013, alle politiche, alle europee, alle primarie e in ultimo alle regionali. L’imperativo è l’unione, inglobando anche parte della società civile. “Solo dopo questo si può ragionare sui nomi”, ha fatto sapere la segretaria Margherita Rinaldi.