Una chiusura della campagna elettorale “col botto”, ieri sera in piazza Mercato, per Giovanni Cocca, candidato a sindaco di Sarno e la sua coalizione. Area piena oltre ogni previsione, ma soprattutto tanto tanto entusiasmo.
“E’ sicuramente il dato più confortante – dice il candidato sindaco – che ha rappresentato una vera e propria iniezione di speranza e di adrenalina. Non ho più colto rassegnazione, come temevo dopo dieci anni di totale latitanza dell’amministrazione comunale: nella gente c’è tanta voglia di rilanciare questo paese e di rimboccarsi le maniche. Di voltare pagina. Il messaggio di fondo che abbiamo voluto trasmettere: io, ma con me tutta la mia coalizione, è proprio questo. Siamo pronti a governare invertendo drasticamente la rotta”.
Ancora una volta un convegno a tema: “La Storia”. Perché? Cosa significa?
“La storia è in realtà tante storie in una. Ieri sera abbiamo voluto tentare di raccontarle tutte, perché vogliamo una reale condivisione del nostro progetto, della nostra idea di città. Non si può condividere quello che non si conosce. Siamo partiti da me: mi sono raccontato, ho ricostruito i miei ricordi che sono anche in buona parte i ricordi di tutti i sarnesi della mia età. Ho ripercorso anche il mio impegno politico, sempre intenso e appassionato nonostante l’ostracismo di questa amministrazione, mai propensa al dialogo anche quando, come sulla sicurezza, ha dovuto abbracciare totalmente le nostre proposte, rinnegando l’originario orientamento”.
Poi c’è la storia di Sarno.
“C’è innanzitutto la storia di Sarno, su tutto e su tutti. Una storia tutta da scrivere: siamo entusiasti e ottimisti, nonostante i dieci anni di immobilismo. Sarno ha enormi potenzialità, non c’è nulla da costruire o da inventare. Partiremo dall’esistente e lavoreremo su quanto Sarno già ha: ambiente, natura, acqua, parchi, tradizioni, cultura, fede. Un patrimonio inestimabile che attende solo di essere valorizzato e promosso. Sono basi solide su cui costruire il futuro, e ne siamo consapevoli, convinti”.
Teme l’astensionismo?
“Da ieri sera, e più in generale dai nostri ultimi eventi, molto meno. È vero, certa politica, ed un certo modo di amministrare, hanno allontanato la gente dalla politica. Comprensibile, quando non si ricevono risposte e, soprattutto, quando il Palazzo rimane arroccato in se stesso, aprendosi solo strumentalmente in campagna elettorale. La gente si è sentita e si sente sola, abbandonata, “fuori dal giro”. Ma ha capito che con noi, appunto, per tornare al tema della serata, sarà un’altra storia. Vale anche per i giovani. Nella nostra festa a San Matteo hanno capito perfettamente la nostra filosofia: basta davvero poco per rivitalizzare questa città, partendo proprio dai borghi antichi. Lo faremo tutto l’anno, perché Sarno merita di vivere sempre, non solo in occasione delle poche feste comandate. Per loro vogliamo costruire un’opportunità”.
Cosa significa?
“Non vogliamo frenare i loro sogni né tarpare loro le ali. Ma vogliamo per loro un futuro che non li costringa a delle scelte obbligate, come ad esempio quella di emigrare, di andar via. Se vogliono andarsene o viaggiare devono farlo per loro libera scelta: ma questa città deve offrire opportunità a chi vuole restare”.
Il primo provvedimento che firmerà se dovesse essere eletto.
“Il nostro pacchetto Sarno Sicura, che poi non è un singolo provvedimento, ma un’azione integrata che comprende il potenziamento della videosorveglianza e della rete di illuminazione pubblica, il ritorno in centro del Comando della polizia municipale, il piantone sotto la casa comunale, e il vigile di quartiere. È uno step per certi versi obbligato: una città più sicura è un passaggio imprescindibile per poter poi avviare tutti gli altri progetti di rilancio, a partire dal rilancio economico. Occorre una strategia integrata e complessiva vera, che parta da una manutenzione costante e dalla riqualificazione dei centri storici e delle periferie. Un’azione organica e strutturata che guardi anche al commercio: non certo con Duc, Documenti Unici del Commercio, cui la Regione destina pochi spiccioli. Non ci crede la Regione, figuriamoci noi”.