Sara Petrone: Sogno una Salerno che torni giovane - Le Cronache Ultimora
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Sara Petrone: Sogno una Salerno che torni giovane

Sara Petrone: Sogno una Salerno che torni giovane

di Erika Noschese

 

 

È tornata in consiglio comunale a novembre. La sua attività professionale non le permette di essere particolarmente attiva in termini di partecipazione alle commissioni ma sicuramente in consiglio comunale non si risparmia. Al servizio della cittadinanza sempre e comunque Sara Petrone non perde di vista l’obiettivo: tutelare i diritti dei cittadini, andando fuori dalle logiche del voto politico e di fiducia. E infatti in occasione del bilancio si è astenuta, non avendo avuto modo di approdonfire la questione.

Consigliera Petrone, ritornata ufficialmente a Palazzo di Città, come valuta questi mesi?

«Guardando i fatti, sono l’unica persona che è stata tenuta fuori per due anni, ignorando il consenso che aveva riscontrato, per colpe non sue. In questi anni non ho avuto contatti con nessuno, sono stata completamente estranea ad ogni discussione e decisione amministrativa. Mi sono immersa nel mio lavoro di ingegnere ambientale in Direzione Tecnica Centrale di Rete Ferroviaria Italiana, dove mi occupo della Mitigazione del Rischio Idrogeologico e dell’Adattamento al Cambiamento Climatico per l’infrastruttura ferroviaria nazionale. Non mi aspettavo minimamente di entrare in consiglio comunale. Quando è avvenuto mi sono trovata in una squadra formata e consolidata, senza i ruoli e gli spazi che avevo avuto nella precedente consiliatura. Non mi sembra che si intenda disporre delle mie competenze per la città, per questo non sono stata costretta a riorganizzare eccessivamente la mia vita. Godendo del vantaggio di non essere alla prima esperienza, riesco a svolgere il mio ruolo di consigliere senza il bisogno di mettere da parte il mio lavoro che mi consente, invece, di dare un importante contributo al servizio della cosa pubblica».

Lei si è astenuta circa l’approvazione del bilancio. Perché questa decisione?

«Come chiarito in Consiglio e come detto prima, entro in questa amministrazione dopo un vuoto di due anni, nel corso dei quali si sono prese decisioni impattanti sulla città e sulla vita dei cittadini. Non ho mai nascosto la mia disapprovazione riguardo a ogni tipo di aumento delle tasse sui cittadini e questo è il primo motivo di astensione. In aggiunta il “patto salva comune” da cui derivano questi incrementi è stato approvato dal Consiglio e sottoscritto mentre non sedevo tra quei banchi. Questo patto richiede e richiederà molti sacrifici alla città e io non ho potuto prendere parte alla sua discussione, dire la mia e segnalare gli aspetti per me importanti nell’interesse collettivo. Approvare i provvedimenti finanziari derivanti da quel patto significherebbe ratificarne i contenuti senza averli potuti discutere. Sul consuntivo del 2023 ho preferito astenermi sempre perché legato a un periodo in cui non sono stata presente e non ho partecipato alle scelte amministrative».

Verde pubblico, ha già espresso soddisfazione per il passaggio a Salerno Pulita. Crede possa essere la svolta?

«Assolutamente sì, in varie occasioni mi sono esposta pubblicamente contro le esternalizzazioni e ho sempre spinto per una gestione il più possibile in house dei servizi se non addirittura interna perché ritengo che su temi specifici come i rifiuti, il verde, l’illuminazione pubblica, in cui il margine di discrezionalità con cui un privato potrebbe lucrare è alto, l’unica tutela per dare un servizio di qualità al cittadino è la gestione pubblica. Nel caso specifico del verde pubblico purtroppo spesso negli ultimi anni mi sono lamentata della gestione condotta dai nostri uffici senza le competenze necessarie. In questo caso, il mio ottimismo deriva dal fatto che questa gestione in house sia guidata da un vertice che ha dimostrato in questi anni di gestire il servizio affidatogli in maniera soddisfacente, risollevandolo dalle criticità e dalle problematiche e soprattutto raggiungendo gli obiettivi di miglioramento ed efficienza».

Lei anche fuori dal Palazzo ha seguito le vicende dell’ente. Si può ritenere soddisfatta?

«Ho la tendenza a osservare le situazioni con uno sguardo il più ampio e oggettivo possibile, mantenendo una visione “esterna”. Preferisco focalizzarmi su quello che c’è ancora da fare, lasciando agli altri il giudizio su quello che è stato fatto. In questa ottica, mi salta all’attenzione la mancanza di apertura verso figure nuove e giovani che vogliano innestarsi in una squadra amministrativa che sicuramente necessita di rinnovamento dall’interno per tornare al passo con i tempi. Forse perché l’ho vissuto sulla mia pelle e penso che questo atteggiamento non possa che portare alla morte di un sistema che si chiude al cambiamento».

Giovani e cultura, quali iniziative mettere in campo secondo lei?

«Sogno una Salerno che torni giovane. Una Salerno che pulluli di ragazzi in ruoli di responsabilità. Sogno che un giovane a 30 anni possa essere ritenuto in grado di ricoprire posizioni decisionali, così come avviene altrove. Sono certa che Salerno trarrebbe da questo una possibilità di sviluppo accelerato. E sono certa che i disagi dei giovani di oggi derivano da questa mancanza di attenzione che le nostre società “troppo adulte” gli riservano. I giovani sono garanzia di equità nelle loro scelte perché sono privi di malizia e pieni di sensibilità. In questa ottica la cultura che apre le menti può fare da traino, ma più per gli adulti che per i giovani. Non mi sento di indicare specifiche attività culturali per le quali Salerno può già fare scuola, ma un diverso modo di approcciare al mondo dei giovani facendoci suggerire da loro quello che amano e le iniziative che vorrebbero, dandogli spazio».

Regionali, se le chiedessero disponibilità sarebbe pronta a farlo?

«È la prima volta che sento un’ipotesi simile e non ti nego che mi ha fatto sorridere. La risposta a questa domanda è già all’interno di quanto detto in precedenza».

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