Si è concluso sabato 16 febbraio il 63° Festival della Canzone Italiana di Sanremo con la meritata vittoria del giovane talento Marco Mengoni e il suo toccante e romantico brano “L’Essenziale”.
Un Festival, questo del 2013, fuori da ogni tipo di schema, trascorso in maniera molto poco ortodossa, grazie alla spontaneità della coppia di presentatori, ormai consolidatasi negli anni, composta da Fabio Fazio e una spumeggiante Luciana Littizzetto. I due sono riusciti a far affezionare il grande pubblico attraverso il loro particolare affiatamento e soprattutto a far ricredere la critica che non credeva nella buona riuscita del Festival.
Una delle innovazioni di quest’anno, oltre alla mastodontica e modernissima scenografia, ha interessato direttamente i cantanti in gara che si sono presentati con due brani ciascuno per poi affidare al pubblico sanremese e televisivo la scelta di quello che avrebbe concorso per la vittoria.
Un Festival ricco di giovanissimi esordienti affermatisi in talent show con esibizioni piene di brio e vitalità. Ma le sorprese le abbiamo avute anche da parte di alcuni big della canzone italiana come Max Gazzè e la sua “Sotto Casa”, oppure dalla geniale composizione di Elio e le storie tese, secondi classificati, con “La Canzone Mononota”, un brano incentrato sulla sola nota DO con un’orchestrazione però magistrale, resa irresistibile dall’Orchestra del Festival diretta dal Maestro Mauro Pagani. Oltre ad aver conquistato il podio, insieme al terzo posto dei Modà, Elio e “La Canzone Mononota” si sono aggiudicati anche il premio della critica dedicato all’immortale Mia Martini, e il premio dell’orchestra che l’ha votata come miglior composizione più innovativa e coinvolgente.
Questa canzone rispecchia in tutto l’estro e la creatività di Elio che, con una sola nota, ha voluto dimostrare come sia possibile portare avanti una intera composizione, e modificare cambiare e reinventare sezioni ritmiche, melodiche e cadenzali.
Come ogni anno, oltre alla categoria big, hanno concorso anche le “Giovani Promesse” che ha visto vincitore Antonio Maggio, ex componente dei vincitori della prima edizione di X-Factor, gli Aram Quartet, con il brano “Mi piacerebbe Sapere”, mentre il premio per il miglior testo è stato assegnato a “Il postino (amami uomo)” interpretata da un giovane Renzo Rubino che si è esibito tutte le serate col tenore David Righeschi.
Oltre ai cantanti, numerosi ospiti di differenti campi artistici hanno calcato il palco dell’Ariston. Nella prima serata è intervenuto il comico Maurizio Crozza e, pur considerando le sue capacità satiriche a tutto tondo, nel rispetto del principio di par condicio, ha imitato le attuali figure politiche di rilievo, avendo un gran coraggio di continuare, con occhi lucidi, il suo monologo, dopo numerosi fischi ed insulti da parte del pubblico sanremese.
Nelle successive serate si sono susseguiti poi personalità musicali “storiche” del calibro di Toto Cutugno che ha riproposto il suo successo immortale “L’Italiano”. Molto bello ed intenso è stato l’omaggio che Beppe Fiorello ha voluto rendere a Domenico Modugno, una sorta di anteprima della fiction che la televisione ha inteso dedicare al grande cantante, affettuosamente soprannominato “il Mimmo Nazionale”, di cui Fiorello ne è l’interprete e che sarà trasmesso da RAI Uno, lunedì e martedì 18 e 19 febbraio. Ma quest’anno il Festival non si è distinto solo per la validità e la complessità di alcuni dei testi delle canzoni in gara che meritano di non essere annoverate tra quelle che notoriamente vengono definite canzonette, ma anche per lo spazio riservato alla musica classica. La esibizione di importanti pianisti come Stefano Bollani e il suo strabiliante jazz, capace di trasformare ogni tipo di canzone moderna in puro stile jazzistico e tutto in completa improvvisazione, hanno dato certamente un tocco di classe e di modernità al festival. Per non dimenticare l’omaggio della serata finale, iniziata nel segno di Wagner e Verdi. A dirigere l’orchestra sinfonica di Sanremo Daniel Harding, uno dei direttori d’orchestra più prestigiosi del mondo per poi passare a “La cavalcata delle Valchirie” e la “Marcia trionfale dell’Aida” , brani quest’ultimi scelti per festeggiare il bicentenario dei due colossi della musica classica, superlativamente eseguiti da un’orchestra meravigliosa, per di più disposta su dei gradini obliqui in maniera molto strana e fantasiosa. Un plauso particolare agli orchestrali salernitani che si sono abilmente contraddistinti nel corso delle esibizioni, tra cui i vietresi Enzo De Rosa e Sergio Vitale.
A sipario chiuso, accantonate le polemiche, poche per la cronaca, che hanno visto come protagonisti Anna Oxa esclusa dalla kermesse e la contestazione a Crozza, in parte attesa stante la tensione politica in atto, possiamo affermare che l’edizione di Sanremo 2013 non ha per niente deluso le aspettative, risultando un Festival di qualità che premia i nuovi talenti e avvicina il grande pubblico alla musica ed ogni tipo di arte affine. Del resto l’elevata percentuale di audience registrata nel corso delle 5 giornate televisive ne è la prova più tangibile. L’appuntamento, ovviamente, è per l’anno prossimo. Ora la parola passa alle hit parade che decreteranno le top delle compilation più apprezzate dagli italiani.